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E’ stata Asmae Dachan l’ospite d’onore della Cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Accademico 2022/23 dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, tenutasi lunedì 23 Gennaio alle 10,00 nel Teatro Comunale Niccolò Piccinni.

Dopo l’omaggio musicale a Ennio Morricone e Astor Piazzolla, la cerimonia si è aperta con l’intervento di Giulia Laddago e Davide Sportelli per la Next Generation, Pamela Angiuli per i Tecnici Amministrativi. Hanno fatto seguito l’intervento del Magnifico Rettore, Stefano Bronzini, e quello della prof.ssa Annalisa Saracino, Ordinaria di Malattie Infettive Uniba che ha tenuto una prolusione dal titoloGuerre e malattie infettive: a che punto è la notte?”

Ha chiuso  la cerimonia la testimonianza della Giornalista e Ambasciatrice di pace Asmae Dachan con l’ intervento “Come un fiore tra l’asfalto. La pace che non muore”.

Tema e Filo conduttore di tutto l’evento: la conoscenza come cura delle disuguaglianze e dei conflitti che, azzerando la scolarizzazione, finiscono per lasciare alle nuove generazioni solo una cultura dell’odio.

Un anno accademico inaugurato , con un significato particolare: i conflitti nel mondo che spesso vengono dimenticati.

Il tutto partendo da una domanda Che cos’è una mela?, la domanda rivolta alla madre da una bambina siriana che non ha mai visto questo frutto, a causa dei bombardamenti di guerra che nel suo paese hanno distrutto tutti i campi e ogni forma di natura.

Che cos’è una mela? una domanda che risveglia la coscienza collettiva rivelando come le cose al mondo non vadano bene.

In questo giorno di festa, anziché limitarsi ad autocelebrarsi, Uniba ha tematizzato l’Inaugurazione dell’anno accademico riportando ciò che lo Studio e la Ricerca e la Formazione hanno il compito di svolgere: parlare dei conflitti nel mondo. – Sono 165 le guerre attualmente combattute nel mondo – ha dichiarato il Rettore Stefano Bronzini- dunque non è soltanto la vicinanza di quella che si sta combattendo in Ucraina ad aver spinto l’Uniba a fare questa riflessione : la Scienza e la Conoscenza dovrebbero essere l’ antidoto alla semplificazione di cui la guerra è la massima espressione.

Il Rettore non ha mancato, poi, di sottolineare come l’Università di Bari con i suoi 42 mila studenti e 1500 docenti ha raggiunto grandi obiettivi. Molte aziende hanno scelto la nostra regione grazie ad un valido team universitario.

Non dimentichiamo a tal proposito i Dipartimenti di Fisica e Agraria valutate eccellenze Universitarie.

Eppure non si è ancora soddisfatti –aggiunge il Magnifico- bisogna individuare momenti per crescere di più. Creeremo e amplieremo un maggior numero di spazi che siano di incontro fra gli studenti e fra i giovani e le imprese che ci sono vicine .

Crescere senza lasciare indietro nessuno. La sfida è proprio questa: eliminare ogni forma di disuguaglianza ed è per questo che siamo preoccupati dal progetto di legge di autonomia differenziata – ha proseguito Bronzini -. L’autonomia differenziata Università creerebbe un maggiore divario fra Nord e Sud, fra ricchi e poveri , fra chi può accedere alle università e chi no. Il progetto di autonomia sancisce una frattura nel Paese. E a conclusione del suo discorso, il Rettore ha lanciato il grido d’allarme al Legislatore: “Invece che dividere oggi è essenziale disegnare una visione del mondo dove a prevalere sia la complessità collettiva. L’autonomia finanziaria invece è ostile a questo obiettivo”.

L’Università di Bari, che ha già avviato un progetto dedicato ai profughi, ha annunciato Bronzini, assumerà a breve un ragazzo ucraino a tempo indeterminato.

Quindi oltre che un inno alla Pace, l’inaugurazione dell’anno accademico 2023 è stato un elogio alla Formazione, intesa come bene pubblico e necessaria allo sviluppo democratico del paese per cui bisogna incrementare il diritto allo studio, non renderlo elitario.

Al Rettore ha fatto seguito l’intervento della Professoressa Saracino che ha sottolineato lo stretto legame tra malattie infettive e guerra. Le malattie infettive sono cause anche di violenza, si pensi alla violenza domestica contro le donne durante il Covid.

Non è possibile seguire il rapporto tra Guerre e malattie infettive”. Di sicuro le due cose sono collegate in quanto le guerre fungono da amplificatori delle malattie a causa di: ragioni igieniche, spostamenti di massa e collasso di infrastrutture e salute pubblica.

A concludere l’evento di questa inaugurazione a.a.2023, il grido di pace levato da Asmae Dachan che dopo aver mostrato scatti fotografici nei paesi in guerra dove è negata ogni forma di istruzione, con voce commossa e sommessa ha raccontato gli effetti devastanti della guerra. Tutte le scuole in Siria, oltre settemila sono distrutte, proprio in Siria culla di civiltà. Dove c’è la guerra tutto è colmo di dolore. Dicono di agire in nome della religione. L’essere umano deve ricordarsi che è dotato di raziocinio e che nessuna causa al mondo può valere la vita di una persona – ha aggiunto. Continuare a potenziare gli armamenti non fa che contribuire a distruggere l’umanità e a danneggiare il pianeta. Il messaggio fondamentale è rimettere al centro i diritti umani, la parola e il dialogo. Perché attraverso la pace e il dialogo è possibile costruire stabilità. E soprattutto bisogna raccontare la verità delle brutture nei paesi in guerra e il racconto della verità è un dovere e compito anche della stampa e del cronista.

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.