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Appassionato di fitness e dello sport da tutta la vita, Davide Vox titolare della palestra Gymitaly a Bari, è un punto di riferimento non solo per gli amanti del benessere fisico e mentale, ma rappresenta soprattutto un modello di innovazione per l’imprenditoria del settore sportivo.

Contrariamente al modus operandi di altre palestre e strutture sportive, orientate alla riduzione dei prezzi degli abbonamenti sempre più “low cost”, alla portata di chiunque, la filosofia di Vox si discosta dal concept massivo, risultando per i non addetti ai lavori folle.

Partendo infatti dallo studio e dall’analisi della qualità, e dei benefici offerti dalla propria attività, frutto di un’esperienza pluridecennale, nel 2020 decide di rivalutare il concetto di salute e di condividere il proprio know-how con la clientela, aumentando i listini del 35%.

Non si tratta di una speculazione legata alla chiusura dell’attività durante il lock-down per l’emergenza sanitaria, ma di un’accorta scelta ben ponderata, consapevolmente adeguata all’altezza dei nuovi servizi e offerti ai propri clienti.

L’innovazione si rivela immediatamente vincente, facendo registrare alla struttura sportiva incrementi di adesioni e nuove iscrizioni da parte dei cultori della nuova filosofia.

Nello stesso anno l’impegno di Vox si estende anche all’ambito politico, con la medesima innovazione imprenditoriale. Partendo in un primo momento dal concetto di negazione per la materia, passa ad interrogarsi su cosa potrebbe essere fatto in concreto e di diverso per migliorare le cose, arrivando a valutare l’idea di mettere in gioco le proprie credenze e ribaltando ogni scenario, opta di scendere in campo e fare politica.

Dal 2020 è Responsabile Regionale Dipartimento Sport Lega per la Regione Puglia.

Davide, qual è il bilancio di questo primo biennio di lavoro da Responsabile Regionale Dipartimento Sport Lega?

Il lavoro è stato entusiasmante ma anche molto difficile per tante ragioni. Non è facile lavorare in una regione in cui da ben 10 anni governa la sinistra di Emiliano. Nonostante tutto, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo subito costruito un programma di proposte che rispondesse alle necessità del settore. Tanto è stato il rumore che abbiamo fatto che siamo stati contattati da un infinità di operatori del settore che volevano incontrarci e discutere le nostre proposte. Siamo stati quasi costretti ad aprire una sede operativa a Roma per poter ascoltare tutti e tale è stata la condivisione che oggi non solo vantiamo responsabili in tutte le provincie della Puglia, ma lavoriamo in perfetta sinergia con gli altri dipartimenti dello sport del partito, da nord a sud d’Italia.

Dopo le elezioni del 25 settembre, oltre al nuovo Governo di centrodestra, anche un Ministro dello Sport. Quanto ha atteso questo cambiamento?

La coalizione di centrodestra ha vinto e adesso, nonostante la grave crisi economica e l’inevitabile recessione che ci attende, con forza dobbiamo raddrizzare l’Italia e avere il coraggio di cambiare un sistema che ha profondamente dimenticato i cittadini. Lo sport non è da meno, nonostante l’incarico sia stato dato un grande manager come Abodi, manca un tassello fondamentale, il ministero con portafoglio che abbia i soldi per poter fare in maniera realmente incisiva e spingere il settore sportivo nella direzione giusta.

Qual è il Suo punto di vista per il capoluogo pugliese, per quanto concerne il comparto sportivo?

I problemi del comparto sono profondi e di varia natura e sono stati tutti portati alla luce e acuiti notevolmente dalla pandemia, con i suoi 2 anni di mancati incassi e la scellerata gestione del governo Conte 2, adesso dal caro bollette che affligge la ripresa di quello che è il vero architrave dello sport di base, asd, ssd e piccole e medie imprese.

Parliamo di un comparto che vede un mancato sviluppo interno e una mancata attenzione dello stato da oltre 40 anni.

E se vogliamo dirla tutta nemmeno il settore professionistico naviga in buone acque. Prendiamo il calcio, le più importanti società italiane sono di proprietà di soggetti stranieri. In un paese come il nostro, con una grande storia, come è possibile? Troppe cose non vanno.

  • Recentemente la Regione Lazio ha riconosciuto la prima “palestra della salute”. Da atleta e imprenditore cosa ne pensa?

Ho letto il dispositivo e sinceramente non credo che abbiano compreso il valore di ciò che è una “palestra della salute”. Non stiamo parlando di un brand commerciale ma di una struttura che deve avere delle caratteristiche specifiche. Innanzi tutto solo i chinesiologi, laureati in scienze motorie e specializzati di attività preventive ed adattate devono poter erogare gli specifici protocolli. Questo perchè si eviti che spuntino corsi e corsettini di un weekend che possano erogare i cosiddetti titoli “equipollenti” in motoria adattata. Tanto più bisogna ricordare che la figura del chinesiologo specializzato AFA ha iniziato l’iter per essere riconosciuto come figura sanitaria presso il ministero della sanità. Non si spiega quindi perchè non venga specificata la figura del laureato e si parli invece di specializzato. In secondo luogo la struttura che ospita una palestra della salute deve essere certificata anche passando da caratteristiche, quali igieniche, edili e di sicurezza ben identificate. Non dimentichiamo che si accolgono persone affette da patologie croniche non trasmissibili che possono essere più o meno gravi ed hanno bisogno di un certo tipo di ambiente. D’altro canto Zingaretti ci ha abituato ad una gestione di un certo tipo.

ll maxi rincaro bollette e costi di gestione, deve “fare i conti” con la riforma dello sport e i pareri totalmente contrastanti degli addetti ai lavori. Cosa ne pensa al riguado?

Seppur da migliorare in alcune parti, sono assolutamente favorevole perchè il settore aspettava un intervento da 40 anni. Faccio riferimento al trattamento previdenziale degli operatori che si appresta ad entrare in vigore il 1 gennaio 2023. Ancora un volta ribadisco quanto detto prima. Il settore sportivo di base non è affatto considerato come economico e questo è un grave limite che bisogna superare una volta per tutte. Partiamo da un presupposto: il vero valore di qualunque asd, ssd o impresa sono proprio i chinesiologi e i trainers ai quali le persone si affidano per migliorare la qualità della loro vita. E’ su di loro che un imprenditore costruisce i suoi risultato e l’assenza di tutele fa si che in tanti casi si arrivi a retribuzioni da fame, anche 3€ l’ora. La soluzione previdenziale che si vuole adottare non risponde minimamente alle reali necessità del comparto.

  • Volgendo lo sguardo al futuro e alle attività del Dipartimento Sport Lega, come procede?

Dopo le elezioni ho convocato la riunione del dipartimento ed è abbiamo preparato tutte le iniziative che andremo a svolgere sul territorio pugliese. Abbiamo tantissimi temi da rendere realtà nella nostra regione ma non solo. Dal turismo sportivo che ci vedrà impegnati con tutti gli enti locali con la promozione di eventi e manifestazioni, alla organizzazione di convegni presso le università di management dello sport e scienze motorie dove creeremo le basi per una crescita di tutto il comparto, alla approvazione della legge regionale sulle palestre della salute che abbiamo presentato e reso profondamente innovativa poiché prevede anche uno sviluppo digitale per raggiungere chiunque ovunque. Infine presenteremo al governo le nostre proposte per l’impresa sportiva perchè questo comparto assuma una reale identità economica. Anche senza essere seduto su una poltrona si può fare molto lavorando con passione e metodo.

Redazione

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