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“Sai osare. Genitori figli alla conquista dell’autostima” è il saggio edito da Pendragon scritto dalla psicologa e psicoterapeuta Lara Ventisette e dall’executive -business coach, Alessandro Paselli.

Non esistono né ricette segrete, né un manuale che ci insegni ad essere genitore o tantomeno figlio. L’unica cosa certa per far funzionare il grande e meraviglioso meccanismo chiamato famiglia è quello di far lavorare i due ingranaggi che lo compongono: genitori e figli devono operare insieme tutti giorni, intraprendendo un percorso parallelo fatto di crescita, di miglioramenti e anche, eventualmente di sbagli per riuscire a conquistare l’autostima. Ed è proprio l’autostima il filo conduttore su sui è stata intessuta la trama del saggio. Gli scrittori del saggio ci descrivono l’autostima come un tempio sorretto da quattro pilastri fondamentali: la famiglia, la scuola, le amicizie e la percezione corporea. In questi quattro campi esperienziali che sviluppa e cresce l’autostima. L’autostima è definibile come la distanza tra chi sentiamo di essere e chi vorremmo essere. Ma esiste una relazione circolare tra l’opinione che noi abbiamo di noi stessi e l’opinione che gli altri hanno di noi. Dunque, anche questo concorre ad accrescerne il livello.

Dopo aver illustrato in maniera minuziosa il concetto Autostima e i pilastri su cui essa si poggia, la narrazione entra nel vivo. Per apprendere come acquisire una sana autostima genitoriale e accompagnare coscientemente i propri figli a sviluppare la propria è necessario partire da otto competenze genitoriali imprescindibili importanti contenute proprio nel Sai Osare. S di supporto, A di Autonomia, O di organizzazione, S di studio, A di attenzione, R di responsabilità ed E di emozione. Inizia così un viaggio in otto capitoli per scoprire questo acronimo pragmatico.

Un saggio chiaro e scorrevole con cui confrontarsi quotidianamente, per genitori alla ricerca dell’educazione “giusta” e per aspiranti genitori che hanno paura di divertarlo.

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.