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E’ Barcellona, capoluogo della Catalogna e seconda città più grande della Spagna. Una città che privilegia a denti stretti la propria identità (a volte anche irruentemente!) piuttosto che il suo fascino. Una città che si svela un po’ per volta e alla fine il suo spirito intrigante conquista. Così appare Barcellona a una turista in visita alla figlia studentessa universitaria in Erasmus.

Anche in autunno inoltrato con le temperature intorno ai 15 gradi è perfetta per godersi una passeggiata fra i vicoli della Rambla sino a Piazza de Catalunia, sostando un attimo, e non solo, al Mercato della Boqueria, a meta de las Ramblas. Il Mercat de la Boqueri, come dicono i catalani.

Varcando il cancello in ferro di questo luogo magico ti rendi conto dello spirito di questa città, una metropoli innovativa che rimane fortemente legata alle sue tradizioni.

Lo spettacolo che si offre è pittoresco e i banchetti dei prodotti ortofrutticoli sono senza dubbio i più colorati e affascinanti di tutto il mercato: frutti esotici, diversi tipi di peperoncino, fiori commestibili da decorazione, verdura e frullati!

E’ qualcosa di eccezionale, gli occhi brillano ed è d’obbligo assaggiare un po’ di tutto, ma, Re indiscusso del mercato è il Jamon Iberico che è possibile degustare in piccoli cartocci continuando a girare nel mercato.

Vivace, variopinto ma straordinariamente Curato! E nello stesso tempo affollato di commercianti, ristoratori, massaie, studenti, giovani e turisti.

Barcellona è anche relax da godersi piacevolmente durante le giornate soleggiate nei numerosi parchi e giardini pubblici che la rendono molto vivibile.

Il giardino de l’Laberint d’Horta, un oasi di tranquillità nella frenetica città. A mio avviso è uno dei più belli, non è sicuramente tra le mete principali della città e si trova in una posizione un po’ defilata rispetto al centro di Barcellona, però, merita una visita assolutamente. Molto romantico è il luogo perfetto per passare una giornata con figlia, ma anche in coppia, al suon dello scroscio dei ruscelli che lo attraversano.

Barcellona però è anche e soprattutto città di scienza di studio: un pullulare di studenti che passano dallo studio matto e disperato a una movida gozzovigliosa! Se avete voglia di studiare a Barcellona fatelo!

Frequentare un’ Università in questa città significa viverla al meglio. Ho potuto constatare direttamente ( A mie spese!!!! ) che l’ERASMUS a Barcellona è un ‘esperienza indimenticabile, una delle più belle della giovinezza.

L’unica cosa a cui i nostri studenti italiani devono stare attenti è quella di non considerare il Catalano un semplice dialetto: ricordatelo, studenti italiani, che partite con tanto entusiasmo ,dimenticatevi l’inglese e lo spagnolo e imparate il catalano ..SI US PLAU !

Dico che vale la pena l’esperienza studio perché ho avuto modo di visitare l’UPC ( UNIVERSITA’ POLITECNICA DI CATALUNIA) chiamata anche Barcellona Tech. E’ una delle Università di Ingegneria più grande della Spagna e ospita un gran numero di studenti internazionali che orgogliosamente la considerano una delle migliori Università europee nel campo dell’Ingegneria. A parte questi riconoscimenti, è davvero altamente organizzata nei piccoli dettagli.

Moderna molto “cutting edge., Se ne comprende la sua avanguardia sin da quando si arriva su Carrer de Jordi Girona L’Edificio in vetro si erge con imponenza affiancato dalla Biblioteca situata anch’essa in un edificio di vetro.

Appena si entra si ha la percezione che qui si studia seriamente: laboratori multimediali all’avanguardia, dotate di strumentazioni sofisticate, ma anche aule adibite al ristoro con forni microonde e snack, sale relax all’interno e all’esterno con vista mare.

Guardando tutto ciò ho capito il motivo per cui gli studenti che vanno a studiare a Barcellona piangono quando arrivano (non comprendendo una sola parola di catalano!) e piangono quando vanno via ( dovendo lasciare un ambiente accademico, e sottolineo splendidamente, organizzato).

E per finire il mio weekend di mamma chioccia in visita a figlia studente, non posso trascurare di descrivere un’altra bellezza poco pubblicizzata nelle riviste ma di sicuro un’esperienza da fare sia per chi ama la musica e sia per chi no.

Sto parlando del Palau de la Musica Catalana, altro simbolo dell’orgoglio catalano!

Iscritto nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, è un edificio modernista, tipico dell’architettonica catalana.

Sicuramente stravagante, pieno di chincaglierie!

Ci sono capitata per caso, per giunta Portes Obertes, cioè gratis, anzi con il contributo di solo 1 euro destinato a realizzare interventi di restauro, protezione e manutenzione del Palazzo stesso.

E cosi dopo una fila lunga, anzi lunghissima, ma velocemente scorrevole, ci siam trovate di fronte a uno sfavillio di colori. Le vetrate dai ricchissimi dettagli colorati, le sculture, le ceramiche e il metallo del Palazzo della Musica catalana sono veramente colorati, (forse troppo!)

Singolare l’ organo da chiesa sul palco, dal quale sporgono sculture cavalli alati e decorazioni floreali e al centro l’ immancabile stemma della Catalogna.

La sala dei concerti è il momento clou della visita e dato che i barcellonesi non fanno niente per niente, in cambio del semplice obolo di 1 euro, ci ha accolto un coro che con canti e battiti di mano hanno accompagnato la visita!

Camminando camminando, il tempo passa, arrivano i saluti e perché non concludere questo week end brindando con un cocktail ,media die a suon di dj…. su un rooftop ( tetto) di un hotel? Perché Barcellona è anche, anzi, soprattutto:  Barcellona da bere!

E per finire saluti e baci davanti al FOTOmurales del BACIO.

Adèu Barcellona!

Testo e foto di Marcella Squeo (riproduzione riservata)

 

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.