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Nel suo nuovo romanzo, Dina Ravaglia racconta la storia di Theo e Giada, del loro incontro, della loro separazione e del difficile percorso di vita che i due sono stati costretti ad affrontare. Il titolo del romanzo è “Ballata triste a due voci”, perché ripercorriamo l’intera vicenda attraverso l’alternarsi delle voci dei due protagonisti. Così vediamo lo svolgersi parallelo della vicenda, attraverso il punto di vista dei due protagonisti. Ad iniziare la narrazione è Giada, una giovane maestra elementare che alle prime esperienze si trova a dover fronteggiare le problematiche di una classe disomogenea e che presenta non pochi elementi critici. In generale, Giada è una giovane donna, normale, molto composta e misurata, ma l’incontro con Theo cambierà totalmente la sua vita e il suo modo di vedere le cose. Theo è un giovane ragazzo di 19 anni, costretto dagli accidenti della vita a doversi occupare del fratello più piccolo, Oscar, alunno proprio di Giada. Theo ha un grosso fardello sulle spalle, ma il peso più opprimente lo porta nel cuore e riguarda la tragica morte della madre: “Ero piccolo. Avevo quindici anni. Sono tornato a casa da scuola e lei era lì, sul divano; era lì, però se ne era andata”, dice Theo in uno dei capitoli a lui dedicati. È complicata la vita di Theo e più va avanti più si riempie di insidie, come quando su di lui ricade un’accusa infamante che lo porta in carcere. Per Theo la vita è tutta in salita, ma anche Giada ha le sue difficoltà e i suoi ostacoli da superare, come una gravidanza. Con questo romanzo Dina Ravaglia ci racconta il dolore e l’abisso che può attraversare l’uomo durante la propria esistenza. Attraverso le voci dei due protagonisti, il lettore entra nel cuore della vicenda, partecipa con trasporto e dolore alle vicissitudini che colpiscono i Giada e Theo, grazie anche ad una narrazione particolarmente veloce, frizzante, che però non sminuisce il valore profondo dei temi che tocca. In alcuni punti, il racconto si fa così intimo, il pudore viene messo da parte, ma la scrittura di Ravaglia è delicata e a tratti poetica, da non scadere mai nel volgare. “Ballata triste a due voci” è un romanzo particolarmente toccante, adatto a tutte le età e a chi cerca una storia forte e che trasmetta emozioni vere.

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.