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“Siete uno spettacolo straordinario e Bari è bellissima” urla felice Vasco ripetendo la parola d’ordine di questo tour che è “finalmente”.

Quello di ieri sera a Bari è un avamposto di un “quarto stato” che ha visto avanzare sotto quel palco immenso, sventolando la bandiera del viva la musica, l’amore e la vita. Il messaggio che Vasco lancia appena sceso dal palco del San Nicola con un gruppo di straordinari musicisti: Stef Burns (chitarra), Vince Pastano (chitarra, cori e direttore musicale), Andrea Torresani (basso), Claudio Golinelli (basso e guest star), Alberto Rocchetti (tastiere, piano e cori), Frank Nemola (cori, tastiere e programmazione), Matt Laug (batteria), Beatrice Antolini (percussioni, tastiere e cori) e la new entry nella band, una sezione fiati composta da Andrea Ferrario (sax), Tiziano Bianchi (tromba) e Roberto Solimando (trombone).

Lo show è, come sempre, potente ed emozionante, le canzoni dell’ultimo album ci sono quasi tutte, la prima in scaletta è «XI comandamento», mentre l’ultima è la title track «Siamo qui». Le altre sono distribuite lungo le due ore e mezza di concerto, nelle prime dieci, la hit «La pioggia alla domenica», qui nella versione originale (quella con Marracash è sulle piattaforme digitali per Save the Children) e il rock della fluida «L’amore l’amore».

Inedite a concerto perché non hanno ancora mai potuto essere eseguite dal vivo sono le recenti: «Se ti potessi dire» (2020) e «Una canzone d’amore buttata via» (2021). Ma in questo concerto di Vasco, ci sono anche le canzoni che i suoi fan non si aspettano. Parliamo di brani ripescati dagli Anni ‘80 come «Amore aiuto», un capolavoro d’ironia mai cantato dal vivo prima, presente dall’album del 1982 Vado al massimo che, tra l’altro, quest’anno compie 40anni. E ancora: l’allegra «Ti taglio la gola», brano cult molto amato dai fan e contenuta nell’album Cosa succede in città del 1985, e «Muoviti» dall’album Liberi Liberi. C’è anche la bellissima «Toffee», brano d’annata con tanto di suggestivo assolo di sax. Accanto al rock e al funk, non mancheranno le avvolgenti, intense e malinconiche ballate: «Un senso», «Stupendo», «Siamo soli», «Senza parole».

Continuando con le immortali «Sally» (sui megaschermi c’erano le immagini di cinque donne di cinque nazionalità diverse) che hanno lasciato il posto ai fuochi d’artificio finali: «Siamo solo noi», «Vita spericolata», «Canzone» e «Albachiara» concluderanno i 27 brani in scaletta. Il resto è tutto da ascoltare, da vedere e da vivere.

La serata lascia senza fiato e a sorpresa a metà concerto c’è anche un saluto fugace sul palco del pugliesissimo Checco Zalone  e il coro unanime delle 60.000 anime a “Fuck war”.  L’aria caldissima nella già torrida Puglia e il ritorno a un grande concerto segna un punto di svolta, segna la voglia di tornare a ritrovarsi, a cantare insieme, a condividere un momento spettacolare di cui si sentiva una grandissima mancanza e intanto, la festa rock, con il suo ‘sacerdote’ italiano più rappresentativo, è andata.

Foto di Eleonora Gagliano Candela (riproduzione riservata)

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.