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È un silenzio assordante quello che avvolge l’antica magione dei Primic, facoltosa famiglia nobile ma ormai decaduta e vittima di conflitti sopiti e mai esternati. Un silenzio spezzato solo dai sospiri di Valerio, il capofamiglia (Massimiliano Gallo), famoso scrittore di successo alle prese con la nemesi per eccellenza di saggisti, poeti e romanzieri: il blocco dello scrittore.
Creativamente disordinato, ma maniacale nell’ordinare i libri a seconda delle emozioni provate leggendoli, Valerio si confronta spesso con la Governante Bettina (l’icona del teatro italiano Marina Confalone) sua antitesi ma allo stesso tempo immagine speculare delle emozioni che entrambi provano fra quelle stanze polverose, decadenti ma ricche di ricordi e per Valerio di cultura.
Da una pièce teatrale del genio creativo di Maurizio De Giovanni, nasce il film “Il Silenzio Grande”, la terza fatica cinematografica da regista di Alessandro Gassmann che ha esordito affermando di voler riportare il cinema a fare “i film di una volta”. Impresa pienamente riuscita grazie all’eccezionale bravura degli interpreti e l’originalità delle vicende narrate.
Una pellicola che intreccia numerosi temi attorno al suo filo conduttore: il silenzio.
Il silenzio che attanaglia Valerio nella sua ricerca spasmodica di un’idea, un guizzo, una riflessione capace di eguagliare i successi del passato. Il silenzio della famiglia di Valerio, composta da Rose, Adele e Massimiliano, distanti caratterialmente dal padre, custodi di segreti e drammi irrisolti, sepolti in un freddo distacco.
Il silenzio di Bettina, che nonostante non eguagli in cultura Valerio è solita dispensare saggi consigli tenendogli testa, prima di ritirarsi nell’ombra del suo alloggio.
Il silenzio di una magione (la splendida Villa Kernot, situata sulla collina di Posillipo) in cui lo spettatore verrà attivamente coinvolto dalle labirintiche vicende della famiglia protagonista in un gioco di dialoghi e confronti che ricostruisce il mosaico degli affetti familiari dei Primic prima di uno spiazzante e spettrale colpo di scena, che negli scritti di Maurizio De Giovanni è diventato una costante malinconica quanto efficace.
Un film che incrocia cinema e teatro con un risultato eccezionale, ironico ma allo stesso tempo oltremodo drammatico e riflessivo.
Nella cornice del Teatro Piccinni di Bari, nella giornata del 26 marzo, Gassmann e De Giovanni incontrano gli spettatori del Bifest di Bari, inaugurando una rassegna che, giunta alla tredicesima edizione, si arricchisce di numerose novità fra cui una sezione interamente dedicata alle serie televisive del “piccolo schermo”.
I due autori e Andrea Ozza ricevono nel capoluogo pugliese Il Premio Furio Scarpelli per la sceneggiatura de “Il Silenzio Grande”, un intreccio di affermazioni, confronti, eventi spiazzanti, dialoghi a tratti nubilosi capaci di catturare l’attenzione degli spettatori che da tempo attendevano film in grado di tornare realmente ai fasti “di una volta”.

Alarico Lazzaro

Alarico Lazzaro

Alarico Lazzaro, classe 2001, studente di scienze politiche presso l’Università degli studi Aldo Moro di Bari. Scrittore ed autore di narrativa e saggistica. Ha all’attivo la pubblicazione del saggio classico “Il Lato oscuro del mondo greco” e della raccolta di storie “Sangue in Cambio di piume nere”. Ha numerose esperienze nel mondo della scrittura, dei blog e del giornalismo online (tra cui la “Fenice del Flacco” di cui è stato caporedattore ai tempi della sua rappresentanza d’istituto al liceo classico quinto Orazio Flacco di Bari, il blog “Il Controverso” ed “Emergo” , progetto che unisce tutte le redazioni più lette e conosciute della stampa liceale sul territorio nazionale). Collabora con LSD Magazine in cui cura rubriche di attualità, cultura, politica internazionale e cinema. Sogna un futuro nel mondo della diplomazia e delle relazioni internazionali