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Via Caltabellotta, 24. “A terra, a breve distanza l’uno dall’altro, giacevano i corpi martoriati di Giovanna Mancuso e di Vito Vinciguerra, che egli riconobbe per essere una delle persone più note e stimate del paese. Non c’era dubbio che fossero morti”. Con loro vi è anche Salvatore Mancuso, il cui corpo viene trovato nel corridoio dopo essere stato trascinato dall’ingresso. Una vera e propria strage di sangue, alla quale però fortunatamente scampa Assuntina, la figlia diciannovenne dei Mancuso che la sera della mattanza, il 21 gennaio 1977, si trova dalla nonna. La cosa strana però è che la ragazza aveva invitato il suo futuro marito, Vinciguerra, a cenare da loro proprio quella sera. Come mai lei non è lì? Forse si sono capiti male. Una cosa però è certa: Assuntina è stata costretta ad accettare la proposta di matrimonio di Vinciguerra, titolare di un negozio di abbigliamento di lusso a Palermo, che in cambio di venti milioni di lire, concessi al padre della ragazza per risollevare la sua attività, l’ha chiesta in sposa. Idea che i genitori della giovane hanno caldamente appoggiato, convincendola ad accettare la proposta di quell’uomo di ben trent’anni più grande e di cui non è assolutamente innamorata. Il suo sentimento, ricambiato totalmente, è infatti rivolto al giovane Tommaso Ingrassia con cui si vede di nascosto. La ragazza però ha anche un altro desiderio: diventare un’attrice. Aspirazione che la famiglia non appoggia, poiché l’unica cosa che conta è che sposi un uomo benestante e si costruisca una posizione rispettabile. Tanti aspetti che alla luce dell’omicidio acquistano ulteriore valore inducendo gli inquirenti a vagliare diverse piste, anche sulla base di alcuni indizi incoerenti rinvenuti sulla scena del delitto: un coltello a serramanico sporco di sangue, impronte confusionarie lasciate ovunque e la valigetta contenente il denaro scomparsa dal soppalco in cui era stata riposta. Il commissario Gerolamo Sanfilippo è dunque costretto a prendere in considerazione ipotesi che vanno dalla premeditazione, al delitto d’impeto, dal movente sentimentale a quello economico, all’idea che l’omicida abbia agito da solo o meno. Domande alle quali seguono numerose indagini a cui partecipa anche Tony Valente, un detective privato noto per avere facoltà extrasensoriali che gli consentono di comunicare con un’altra dimensione. Dopo essere stato interpellato dall’avvocato difensore di Ingrassia, la cui testimonianza riguardo alla sera del delitto risulta piuttosto lacunosa, decide dunque di affittare per un mese l’appartamento in cui si è consumata la strage, con il fine di reperire informazioni utili alla risoluzione de “La mattanza di Castelnormanno” un accattivante giallo ad opera di Michele Zoppardo, ambientato in un comune di fantasia in provincia di Palermo in cui a un intreccio perfettamente costruito si uniscono personaggi ben delineati, una prosa fluida e un ritmo narrativo che tiene sempre alta l’attenzione. Un giallo classico arricchito da elementi paranormali funzionali a rendere la storia ancora più inquietante e coinvolgente. Un romanzo ideale per gli amanti del genere e non solo.