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E’ stato dato alle stampe da qualche giorno l’ultima fatica letteraria dell’avvocato e docente universitario barese Roberto Varricchio. Il titolo che va dritto al nocciolo della questione è “Demopazzia” ed è pubblicato per i tipi di Aracne Editrice di Roma (pag. 172 al costo di 12 euro) e tratta il tema della riorganizzazione della sfera pubblica, particolarmente importante per il caso italiano, viste le contraddizioni che esso manifesta se si pensa in particolare al rapporto tra istituzioni statali e società civile.

Nel linguaggio corrente il termine burocrazia è spesso utilizzato nella sua accezione negativa. In ragione delle evidenti disfunzioni del modello burocratico tradizionale, i Paesi maggiormente industrializzati hanno avviato riforme che hanno applicato alle amministrazioni pubbliche modelli aziendalistici, finalizzati a contenere le spese e a fornire servizi efficienti. Il tema della riorganizzazione della sfera pubblica è stato ed è particolarmente importante per il caso italiano, viste le contraddizioni che esso manifesta se si pensa in particolare al rapporto tra istituzioni statali e società civile.

Senonché, nonostante i tentativi di riforma degli ultimi decenni, l’elite politico-amministrativa italiana ha continuato a drenare risorse materiali in cambio di sostegno elettorale. Prova ne sono i frequenti scandali, le inchieste sul malaffare, il dilagare della corruzione nel settore pubblico. Il nocciolo della questione diventa allora la selezione della classe dei cosiddetti burocrati e dei pubblici impiegati.

A tal proposito, è ormai da tempo invalsa in Italia, la pratica conosciuta come spoils system, per la quale gli alti dirigenti della pubblica amministrazione cambiano con il cambiare del governo. Nell’accezione più negativa, le forze al governo distribuiscono a propri affiliati e simpatizzanti la titolarità di uffici pubblici e di posizioni di potere, come incentivo a lavorare per il partito o l’organizzazione politica, in modo da garantire gli interessi di chi li ha investiti dell’incarico.

Allo spoils system si contrappone il merit system, in base al quale la titolarità degli uffici pubblici viene assegnata a seguito di un adeguato percorso formativo . Eppure, come insegna negli ultimi tempi il caso dell’École nationale d’administration (Scuola nazionale di amministrazione) francese, anche quest’ultima pratica non è indenne da critiche, avversata come è da coloro che l’accusano di essere diventata lo specchio soltanto dell’aristocrazia d’oltralpe.

Certo è che ciò che alla fine conta è il raggiungimento degli obiettivi, correlato alla qualità delle prestazioni. Sulla falsariga di quanto in voga nel settore privato, in Italia sono state emanate nell’ultimo decennio leggi finalizzate proprio ad abbracciare un nuovo paradigma nella analisi delle performance. Il testo si prefigge proprio di esaminare le conseguenze di questo nuovo approccio nel mondo del lavoro, di analizzare l’operato dei pubblici funzionari e i legami con la classe politica, ponendo in discussione anche alcuni presupposti dell’intero sistema democratico, basato in occidente sul principio del suffragio universale. E’ proprio il totem costituito dalla estensione del voto a tutti ad essere oggetto di critiche. Dalle ‘democrazia diretta’ alla ‘epistocrazia’, dalla ‘demarchia’ alla ‘nomocrazia’ si annoverano svariate proposte di superamento dei meccanismi elettorali tradizionali.

Il prof. Roberto Varricchio

Del resto, la stessa titolarità del diritto di voto dovrebbe implicare competenza nell’esercitarlo. Se chi sceglie non ha le necessarie capacità, l’eletto è spesso inadeguato a gestire i problemi collettivi. Per rafforzare la democrazia andrebbe allora riconosciuta la differenza di valore dovuta alla fatica individuale. Per poter scegliere i governanti, dovrebbe esser necessaria una preparazione politica almeno elementare, un livello minimo di istruzione. Allo stesso modo l’elezione dovrebbe essere una designazione di capacità. La farraginosità del sistema, a maggior ragione in tempi di pandemia, genera contraddizioni e minaccia proprio quei principi democratici che dovrebbe assicurare.

Soltanto sotto una dittatura riesco a credere nella democrazia”: l’aforisma di Leo Longanesi sintetizza a dovere ogni difetto ma anche ogni pregio del sistema democratico. Sarà allora il pericolo di perderla a rendere meno pazza la democrazia?

Roberto Varricchio è docente incaricato in Sociologia dei processi economici e del lavoro presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, ed è stato docente incaricato dello stesso insegnamento anche presso il Dipartimento di Lingue e letterature straniere dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Già dottore di ricerca (Ph.d) in Dinamiche della Formazione – Educazione alla politica, è stato, a partire dall’anno 1999, cultore della materia in Sociologia del lavoro e organizzazione aziendale e docente incaricato in Sociologia del Fenomeno Burocratico e in Modelli organizzativi e competenze. I suoi principali ambiti di ricerca sono inerenti il mondo del lavoro nei suoi molteplici risvolti sia sociologici che giuridici, la pedagogia e la politica economica. Avvocato cassazionista, è stato componente del Comitato scientifico de Il Commentario Del Merito per l’organizzazione di convegni giuridici formativi accreditati presso l’Ordine degli Avvocati di Bari. Da anni promotore di iniziative di natura culturale a livello associazionistico, è autore di numerose pubblicazioni a carattere scientifico, tra cui si segnalano, tra le altre, Politica e decisione, 2011, Governance del territorio e tutela dell’ambiente: sociologia del fenomeno burocratico, 2015, Politica e diritto, 2016, La politica senza diritto, 2018, “Il Whistleblowing nel mercato del lavoro”, 2021. Autore, inoltre, del contributo intitolato ‘Il fenomeno burocratico italiano tra tentativi di riforma e aspirazione alla semplificazione’, nel testo Etica, legalità ed efficienza nella pubblica amministrazione, pubblicato da Aracne Editrice nel 2018.

 

 

 

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.