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“A più tardi” di Maria Mazzali è un romanzo scritto da una psichiatra e psicoterapeuta che ha deciso di raccontare della complessità delle relazioni amorose attingendo dalla sua vasta esperienza in materia. L’autrice narra la storia di una donna coraggiosa e indipendente, che si ritrova in un momento delicato della sua esistenza in cui deve prendere una decisione importante. Valentina ha quarant’anni e comprende di dover fare un bilancio della sua vita: realizzata professionalmente come psicanalista, non lo è altrettanto nel suo privato. Reduce da diversi fallimenti in amore, si era convinta che questo sentimento fosse solo un’illusione prima di incontrare Tancredi: da due anni vivono una relazione intensa e passionale, ma Valentina non è sicura di volersi abbandonare a un legame che potrebbe minare la sua amata libertà – «Lei, proprio lei, pensò, che si era convinta di curare l’amore come il sintomo più grave del genere umano, si era pazzamente innamorata di un uomo che le stava di nuovo cambiando tutta la vita!». Decide quindi di partire da sola per un viaggio a Parigi per mettere un po’ di distanza da questa tempesta emotiva, e per riprendere contatto con le sue emozioni; è un regalo che fa a sé stessa per capire quale direzione dovrà prendere la sua vita. Decide di seguire una libera associazione dei pensieri mentre viaggia nelle sue memorie, nelle sue rimozioni e nelle sue contraddizioni; avendo da poco perso suo padre, cerca anche di elaborare il lutto per la sua morte, riflettendo su quanto egli sia stato fonte di ispirazione per le sue scelte e per il suo modo di essere – «Suo padre aveva esagerato nel darle un modello femminile troppo emancipato rispetto ai tempi. Era una disadattata per eccesso di libertà». Valentina è sempre scappata nel momento in cui gli uomini della sua vita cercavano in qualche modo di imbrigliarla, «non permetteva a nessuno di dominarla con modalità maschiliste e minacciose, aperte o mascherate», e deve quindi comprendere se con Tancredi sarà diverso, se potrà essere in coppia continuando a sentirsi indipendente. La città di Parigi accompagna le sue elucubrazioni come una fedele interlocutrice emotiva; ogni suo scorcio, dalla torre Eiffel a Montmartre, da Notre Dame ai caratteristici caffè, le permette di sentirsi al sicuro nel suo viaggio mentale, che la condurrà verso una più piena consapevolezza di sé stessa: «Era pronta per tuffarsi nella nuova esistenza di donna adulta ‘che corre coi lupi’».

 

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.