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Continua a tenere banco l’esposizione mediatica delle attività poste in essere dal politico Alexei Navalny, noto oppositore di Putin.

Questi si era reso già noto alle cronache internazionali avendo pubblicamente denunciato di essere stato avvelenato dai servizi di sicurezza russi durante la sua permanenza in Germania. Diverse e fantasiose sono state le ricostruzioni sull’argomento.

Già circa tali eventi abbiamo manifestato come tali attività sembrassero avere come unica finalità quella non solo di infangare il buon nome della Russia ma anche quella di spingere i Paesi dell’Unione Europea ad attuare pesanti sanzioni nei confronti della medesima nazione.

Un atteggiamento che non solo si è dimostrato quale anti- patriottico ma, evidentemente, ispirato alle altissime aspirazioni di Navalny, fortemente incoraggiate da forze esterne alla Russia, notoriamente ostili a questa.

Il Navalny, così come gli era stato abbondantemente preannunciato, è stato tratto in arresto appena rientrato in suolo russo, poiché accusato di aver violato le condizioni di esecuzione di una vecchia condanna. Pertanto, è da ritenere ingiustificato il grande polverone alzato sull’argomento. La Federazione Russa è uno Stato che ha il diritto e il dovere di esercitare quella che è la funzione giudiziaria, senza che questa possa vedersi compromessa da ingerenze esterne. A questo, si aggiunga che il Navalny doveva essere giudicato anche in un processo nel quale veniva accusato di aver insultato un reduce della II guerra mondiale. Il Tribunale competente lo ha ritenuto colpevole e, pertanto, lo ha condannato ad una pena di 2 anni e 5 mesi, alla quale va aggiunto un anno da precedente condanna, per un totale di 3 anni e 5 mesi, al netto della pena presofferta.

Vito Grittani con iĺ collega kan Tanyia
a San Pietroburgo

Immediatamente, i sostenitori di questo dissidente hanno urlato alla sentenza orientata politicamente.

Non possiamo pensare che uno stato possa cedere pezzi di giustizia o che possa concedere una sorta di immunità a determinate persone, soltanto perché politicamente attive. A questo si aggiunga che al processo hanno partecipato, in qualità di osservatori, anche dei diplomatici UE, i quali hanno giustificato la loro presenza poiché ritenevano il processo come strumento di repressione dei diritti umani.

Nessuno si è opposto a tale presenza, ciò a dimostrare la completa e trasparente collaborazione con la Comunità Internazionale.

Tuttavia, non possiamo non chiederci cosa sarebbe successo che ciò fosse stato subito da altri Stati. SI sarebbe gridato al golpe? Si sta delineando sempre più una politica fortemente anti-Russa, la cui ispirazione è notoriamente appannaggio di determinate potenze straniere.

Si è per caso ingerita la Russia nei fatti che hanno visto il Parlamento statunitense occupato da manifestanti a favore dell’uscente Presidente Trump?

Non è più comprensibile o giustificabile la condotta di Navalny, il quale evidentemente strumentalizza, in ogni occasione, quanto gli derivi dalla sua attività politica, a danno della nazione russa, invocando in ogni occasione sanzioni.

Inoltre, è stato doloroso aver dovuto constatare la partecipazione di diplomatici tedeschi, polacchi e svedesi alle manifestazioni organizzate dai sostenitori di Navalny. È stato doloroso perché abbiamo assistito alla scelta di canali che nulla hanno a che fare con la Diplomazia, che deve seguire sempre canoni di rispetto ben precisi, nell’ottica di una proficua collaborazione fra popoli. Pertanto, in ottemperanza di quanto stabilito dalla Convenzione di Vienna, non si poteva non espellere tali diplomatici.

Non possiamo che rifarci, per riassumere la portata sconcertante delle azioni poste in essere da Navalny, alle parole che il presidente Putin ha pronunciato alla tv pubblica russa. I notevoli successi raggiunti dalla Russia, anche nella lotta contro il Coronavirus, con la predisposizione del vaccino “Sputnik V”, attraggono necessariamente le ire di avversari o potenziali tali, i quali adoperano personaggi quali Navalny, assetati di potere personale, per raggiungere finalità che, invece, intendono fiaccare e indebolire il prestigio internazionale e mondiale della Russia. E ciò è particolarmente grave se effettuato in un periodo storico dove i popoli sono già abbondantemente minati nella loro psiche e nei bisogni materiali a causa della pandemia.

Vito Grittani
Ambasciatore a.d. della Repubblica di Abcasia

Redazione

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