Tempo di lettura: 3 minuti

Qualcuno dovrebbe chiedere scusa a Gianluca Grignani, per averlo etichettato solo in relazione ad alcuni aneddoti riguardanti alcuni suoi live. Quello a cui abbiamo assistito ieri sera è stato un grandissimo concerto di altissimo livello musicale ed emotivo. Un artista a tutto tondo che si è concesso al proprio pubblico come raramente si ha la fortuna di vedere, si è donato senza riserve e senza nascondere la sua emozione. Quando arriva sul palco, il Demodè è ancora un luogo affollato dove regna la musica di sottofondo, sembra il solito pre-concerto già visto mille volte, ma tutto sta per cambiare in un attimo. Le luci si accendono e sale Grignani in un inizio quasi intimo ricercato con il suo pubblico, che lo accompagna, intona senza base musicale la melodia di “Romantico Rock Show” da quel momento in poi, dopo qualche battuta parte anche la sua band, ed è tutto un ciclone di suoni e di musica vera, suonata, dirompente. Si arriva subito a “Rock star”, Gianluca ha deciso in questo live di essere un membro del gruppo con la chitarra a tutti gli effetti, si lancia in improvvisazioni e assoli che davvero toccano ed emozionano il pubblico. Tira fuori un’armonica a bocca e ci dimostra come il suo mondo sia molto più grande di quanto si possa pensare, e davvero a perdifiato crea un’atmosfera sganciata da quella di qualche secondo prima, sorprendendoci, ancora una volta, con una presenza sonora che arricchisce ancora una volta la sua performance. Lui c’è con tutto sè stesso ed il suo amore per l’improvvisazione blues è presente anche quando suona in “Baby Revolution”, ma raggiunge il suo acume quando, in “Falco a metà” decide di finire il brano con un solo davvero grintoso e strappa applausi. “Ribellione” è un tipico pezzo rock sia nelle scelte armoniche che strutturali e “A volte esagero” è più cadenzato, sincopato con degli stacchi bellissimi armonicamente, intrecci fra chitarra e tastiere e la voce di Gianluca che improvvisa anche a livello melodico. Si ritorna poi a momenti più’ introspettivi, e la sua voce risuona da sola con la chitarra in “La canzone”, e subito dopo ottiene il contributo di tutta la band in ”Little man”. Si arriva alla parte del concerto dal più alto impatto emotivo. “L’allucinazione” bellissimo brano con un finale acidissimo, come proposto in questo live da Grignani che non si risparmia nel trasmettere il significato del brano, soprattutto nel finale con delle scelte sonore che ricordano la perdita di riferimenti, (così come descrive il testo del pezzo) qui ripresi in chiave sonora, uno “smarrimento” musicale. Bella trovata. ”Cammina nel sole” è un bellissimo respiro di cui si ha bisogno prima del gran finale. Poi arriva “La Fabbrica di Plastica” un pezzo incredibilmente importante per l’artista, ma anche profetico, un brano che ha anticipato quello che sarebbe divenuto il clichè della musica di oggi. E qui non ce né per nessuno, Grignani ha avuto il merito di descrivere al meglio questo modo superficiale di concepire il modo di fare musica, un prodotto che chiede risultati, un personaggio che deve avere visibilità, e solo dopo tutto il resto. E questo rimarrà per sempre nell’ambito italiano un caso raro, in cui si attaccano le contradizioni del mondo musicale nostrano. “Destinazione paradiso” è un coro assoluto, tutti cantano insieme a Gianluca che porge più volte il microfono al pubblico, “The Joker” è una confessione vera e propria e il cantante si presta e si lascia andare urlando il ritornello. ”La mia storia fra le dita” è di nuovo un momento di coesione del pubblico bellissimo, viene anche allungata al momento da Grignani che sembra divertito e felice del coinvolgimento . Ma non c’è spazio per le pause, e così quasi come se fosse un medley, la band intona immediatamente “L’aiuola” e qui c’è il gran finale con l’artista e il suo pubblico che vivono il momento finale di divertimento e gioia a suon di chitarre distorte, cori braccia alzate, balli, sorrisi, insomma tutto il meglio che un live può offrire ad un pubblico. Ritorna ad esibirsi quindi Gianluca Grignani, e riparte con un TOUR intitolato “Residui di Rock’nRoll” che è una promessa in termini di scelte stilistiche e suoni. E’ vero, il suo mondo musicale nel live di ieri sera è stato rappresentato com’è giusto che fosse a dovere dalle varie hits presenti in scaletta, ma non crediamo di sbagliare se affermiamo che per Gianluca, il rock ’n’roll è il suo linguaggio, un percorso in un certo qual modo identificativo del suo essere artista. E a pensare al live di ieri, a noi va benissimo così.

Slide