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«Arrivai a casa e mi misi al computer per scrivere il mio libro, è l’unica cosa che mi è permesso fare in questo momento in Italia. Per il lavoro metto tutto nelle mani di Dio, come il nome di mio figlio in cielo, Basnewende!» Così si chiude il libro di Talatou Clementine Pacmogda, che si intitola, appunto, Basnewende, in ricordo del primo figlio perso prematuramente. In questo lungo scritto autobiografico, la scrittrice, che è al suo esordio letterario, ci racconta le tappe principali della sua vita a partire dall’infanzia fino al momento attuale. Il libro, narrato in prima persona, prende le mosse quando Clementine è già adulta e sta per laurearsi, ma questo traguardo è stato sicuramente sofferto per le numerose difficoltà, soprattutto economiche, che la scrittrice ha dovuto affrontare nella sua vita. Per permettersi di terminare il corso di laurea ha dovuto iniziare a lavorare e a continuare a fare una vita di sacrifici, ma, come sappiamo, i sacrifici sono sempre ripagati e Clementine vince una borsa di studio alla Normale di Pisa. Il trasferimento in Italia non è, però, l’idillio che ci si aspetta, perché Clementine deve fare i conti con il pregiudizio dilagante verso i tanti che vedono nello straniero un pericolo. Non solo questo, la scrittrice ci mostra anche le difficoltà di inserimento in un contesto lavorativo, in cui la burocrazia non fa che peggiorare le cose. La vita di Clementine è costellata di continui alti e bassi, di conquiste, ma anche di grandi sconfitte, come quella del mancato riconoscimento del titolo di studio. Gioie e dolori, come l’amore per un italiano, il matrimonio felice, ma anche grandi dolori, come la perdita di un figlio prematuramente, seguita poi da una nuova nascita. All’ennesima sconfitta, dovuta ad un cavillo burocratico, Clementine si mette al pc e inizia a scrivere la sua storia e questo libro è il frutto di ore passate a scrivere per raccontare un percorso di vita, che ci insegna quanto la vita spesso si accanisca contro una sola persona, ma ci insegna anche che la speranza non deve mai abbandonarci. Clementine è una donna forte, che dopo ogni sconfitta ha saputo sempre rialzarsi e rappresenta per il lettore un esempio di caparbietà e di sana ostinazione. Chi si trova tra le mani questo romanzo e inizia a leggerlo, non riuscirà a fare a meno di passare di pagina in pagina, perché la vita di Clementine è veramente emozionante. Lo stile è semplice, a volte incerto, ma questa è stata una scelta redazionale. Si legge, infatti, in prefazione “Il lettore troverà il testo redatto in un italiano, a volte, un po’ approssimativo. Abbiamo deciso di lasciarlo come lo ha scritto Clementine per far sì che chi legge, abbia l’impressione di ascoltare il racconto dalla sua voce. Trasportarlo in un italiano perfetto avrebbe fatto perdere al testo quella freschezza ed emozionalità che invece mantiene in questa forma”. Ed è vero, il libro di Clementine emoziona e commuove.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.