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La festa di matrimonio è il nuovo poliziesco di Adriano Di Gregorio ambientato ad Acireale, i cui protagonisti sono ancora gli ispettori Damiano Battaglia e Concetto Spanò, due personaggi tanto interessanti da avere piacere a rincontrarli in una nuova opera, dopo le loro precedenti avventure. Questa volta l’autore ci catapulta in una storia che segue due linee spazio temporali diverse – che mostreranno il loro legame solo alla fine – per parlare di intolleranza e crudeltà, di amore senza limiti e di verità scomode. La risoluzione dell’omicidio di cui deve occuparsi Battaglia si rivela essere sempre più complessa giorno dopo giorno; la vittima sembra essere infatti invischiata in traffici illeciti con la malavita oltre che in giri di droga. Ma tutto non è sempre come sembra, e Battaglia è abituato a fare i conti con le mistificazioni e le false piste. Un oscuro quanto antico segreto sembra sviare le indagini, e delle lettere d’amore ritrovate accidentalmente, e riferite al fratello di uno dei sospettati, complicano ulteriormente il lavoro degli inquirenti. Mentre si assiste al lavoro immane dell’ispettore, la narrazione si interrompe per raccontare la vicenda di Albert e Libera, due giovani innamorati ai tempi del Muro di Berlino. L’autore naviga nel tempo, gestendo situazioni che a volte lo travalicano per poi ritornare sempre nel presente, a esigere compensazione. Con un ritmo serrato e una scrittura agile e immersiva, Di Gregorio porta il lettore in un mondo di omertà e ingiustizie, dove nessuno è al sicuro. Una storia nera che gioca con il tempo e nel tempo trova la sua risoluzione; La festa di matrimonio è infatti un romanzo che riflette sul concetto di colpa, che non si esaurisce mai, che si eredita di generazione in generazione, che aspetta paziente nell’ombra ma trova sempre il momento giusto per riemergere. La società in cui si muove Battaglia è malata e violenta, e nel corso della vicenda questa violenza si riflette anche nelle storie del passato, che sembrano non addolcirsi nel ricordo, perché troppo tossiche, troppo ingiuste. E nell’ingiustizia è sempre vissuto Battaglia, e in nome della giustizia egli continua a lottare; di storia in storia il tormentato e ironico ispettore si evolve e si distacca dalla pagina per camminare in mezzo a noi, per indicarci le zone d’ombra in cui tutti prima o poi si rintanano, per chiederci di non accettare l’intolleranza e il pregiudizio, di accogliere il cambiamento e di smettere di provare paura.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.