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Complesso Monumentale della Pilotta | Teatro Farnese | Courtesy Complesso Monumentale della Pilotta, Parma | © Giovanni Hanninen

Le parole di giornalisti, curatori, direttori, artisti e critici per raccontare quello che per un po’ non potremo vedere di persona. Mostre, collezioni, singole opere protagoniste di un racconto a più voci, per non fermare la cultura, alimentare il confronto culturale, esplorare nuovi modi di comunicare. Iniziamo con Federico Castelli Gattinara, che ci ha raccontato: "Memoir farnesiano: da Pompei alla Pilotta di Parma"

Subito prima del delirio Coronavirus che ci ha privati tutti di libertà fondamentali tra cui quella di girare indisturbati per il Paese, sono tornato dopo secoli agli scavi di Pompei, un’oasi di bellezza, ordine e cura che non mi aspettavo, merito di un’ottima gestione e della valanga di soldi europei riversati nel progetto Grande Pompei. Uno splendore che risulta tanto più commovente in mezzo all’orripilante mare edilizio ai piedi del Vesuvio, dove i comuni di Pompei, Castellammare di Stabia e Torre Annunziata si fondono in un unico agglomerato.
Fu Carlo III di Borbone ad avviare nella primavera del 1748 i primi scavi, meritevoli senz’altro anche se funesti per altri versi, visto che la cultura antiquaria dell’epoca tendeva a ridurre l’antichità a mero oggetto di curiosità ed erudizione, quindi a strappare le opere dai contesti per farne pezzi da collezione, come testimoniano i tanti affreschi ritagliati e inquadrati oggi al MANN di Napoli: la moderna archeologia sarebbe nata di lì a poco, con la pubblicazione della Storia delle arti e del disegno presso gli Antichi (1764) di Winckelmann.
Carlo era figlio di Filippo V re di Spagna e di Elisabetta Farnese, ultima erede della celebre dinastia, che lo nominò duca di Parma e Piacenza e a cui donò l’intera collezione iniziata da Alessandro Farnese nel Cinquecento e sparsa nelle tante proprietà di Parma, Piacenza, Roma e dintorni.
Farnese per parte di madre, fondatore a Napoli del Real Museo Farnesiano che nel 1758 occupò dodici stanze della reggia di Capodimonte ancora in costruzione, con lui siamo già in quell’ambito araldico che quasi mi perseguita. Sì, perché il mio personale buen retiro è a Ischia di Castro, nel cui territorio sono visibili le rovine di Castro – piccola Angkor della Tuscia mangiata da un bosco sul costone tufaceo su cui sorgeva – che era una sorta di città ideale fondata nel 1537 dai Farnese e rasa al suolo nel 1649 dal loro nemico giurato Innocenzo X Pamphilj. Era l’elegante capitale di quel Ducato di Castro voluto dal potente Paolo III, che si estendeva dal lago di Bolsena fino alla costa tirrenica, con città, paesi, rocche e chiese, perlopiù disegnate da Antonio da Sangallo il Giovane, architetto ufficiale della famiglia. E ancora, Stefano Aluffi Pentini – l’attuale proprietario della rocca di Ischia, che a poco a poco sta restaurando – è un vecchio amico di famiglia.
E salendo a Nord, sempre i Farnese mi inseguono a Parma, città che amo moltissimo e dove vado spesso a trovare due tra i miei più cari amici. E, caso vuole, un altro amico, Simone Verde, guida da tre anni esatti quel Complesso Monumentale della Pilotta che, da uno stato di avanzato degrado, sembra risorto a nuova vita.
Come con Massimo Osanna a Pompei, così con Simone Verde alla Pilotta, passione e dedizione, unite a competenza e intelligenza, hanno trasformato un museo polveroso in un progetto vitale: c’è Nannucci con i suoi 190 metri di neon nel cortile di San Pietro; c’è Fornasetti in dialogo con le collezioni per Parma 2020; ma soprattutto c’è il grande riordinamento che finalmente «ci ha permesso di mettere assieme pezzi della collezione che prima erano sezionati secondo una logica tassonomica ottocentesca», rilanciando il Complesso che comprende Galleria Nazionale, Biblioteca Palatina, Teatro Farnese, Museo Archeologico e Museo Bodoniano.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.