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Sarà una sorta di "sinodo" mediterraneo, in cui i vescovi cattolici dei 19 Paesi che si affacciano sul Mare nostrum siederanno intorno allo stesso tavolo per una visione e una voce comuni sulle emergenze di oggi, dai conflitti alle migrazioni, dal ‘gap’ tra Paesi ricchi e Paesi poveri alla situazione delle minoranze cristiane. Per iniziativa della Cei, tutte le Chiese rivierasche – dal Nord Africa a Italia, Francia e Spagna, dal Medio Oriente ai Balcani, passando per Malta e Cipro – si sono date appuntamento da domani a Bari per il summit «Mediterraneo frontiera di pace», che sarà concluso domenica dall’intervento e la messa di papa Francesco.
Un evento partito dall’intuizione di due anni fa del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, sul modello dei «Colloqui del Mediterraneo» voluti negli anni ‘60 dal sindaco di Firenze Giorgio La Pira, e che proietta il capoluogo pugliese, la città di San Nicola, dove papa Bergoglio ritorna per la seconda volta dopo la visita del 7 luglio 2018, come “ponte» ideale tra Oriente e Occidente e tra Europa e Africa.
«Gli obiettivi sono quelli che suggeriva La Pira: il Mediterraneo deve tornare ad essere quello che fu, l’incontro delle civiltà, lo sviluppo del Cristianesimo, quindi frontiera di pace – spiega Bassetti -. Ci sono tante ingiustizie che si perpetrano sulle sponde del Mediterraneo, ci sono situazioni di guerra, ci sono poveri, ci sono profughi. Quanti problemi! E’ un coacervo di problemi oggi il Mediterraneo. E quindi vuole essere una proposta pacata ma pastorale della nostra Chiesa a tutti questi problemi». Lo stile sarà quello «sinodale», di uomini di Chiesa che «camminano insieme», ognuno portando il proprio contributo, per formulare alla fine una proposta condivisa, in un documento finale che domenica sarà consegnato al Papa.
«L’incontro è basato sull’ascolto e sui discernimento, valorizzando il metodo sinodale. Intendiamo compiere un piccolo passo verso la promozione di una cultura dei dialogo e verso la costruzione della pace in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo», sottolinea a sua volta mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, secondo cui «i pastori che s’incontrano, hanno a cuore un Mediterraneo concreto con i popoli che lo abitano. Le loro voci sono portatrici di realtà diverse, ma non contrapposte». E ci sono proprio tutti i nomi più rappresentativi delle Chiese mediterranee tra i circa 60 presuli che, da domani alle 16.00, con apertura affidata al card. Bassetti sulle «ragioni dell’incontro», parteciperanno ai lavori al Castello Svevo. Giovedì il tema in discussione sarà “Consegnare la fede alle generazioni future», venerdì «Rapporto tra Chiesa e società: mobilità, cittadinanza, libertà religiosa, inequità», in entrambi i casi con i tavoli di conversazione la mattina e la discussione assembleare e le conclusioni nel pomeriggio. Sabato l’assemblea per le conclusioni generali che confluiranno nel documento finale e, nel pomeriggio alle 15.30, l’evento pubblico «Sulla stessa barca» al Teatro Petruzzelli.
Domenica, infine, l’incontro col Papa nella Basilica di San Nicola, la consegna del testo finale, gli interventi conclusivi – oltre che di Francesco – di Bassetti, del cardinale di Sarajevo Vinko Puljic, dell’amministratore del Patriarcato latino di Gerusalemme mons. Pierbattista Pizzaballa, dell’arcivescovo di Algeri mons. Paul Desfarges. Tra le personalità istituzionali, alla messa del Pontefice alle 10.45 in Corso Vittorio Emanuele II e al successivo Angelus, attesi anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.