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E’ stato presentato in occasione del Bif&st di Bari al Teatro Petruzzelli per la sezione Panorama Internazionale il film in lingua russa Van Goghs di Sergey Livnev, una coproduzione Russia Lettonia-Uk. In sala l’attore Daniel Olbrychski. Lo straordinario interprete polacco ha dichiarato di essere davvero entusiasta per la sua partecipazione al Festival, in quanto Bari è la città dove è vissuta ed è stata sepolta Bona Sforza, regina di Polonia. Nel film Olbrychski ha il ruolo di un direttore d’orchestra che ha un rapporto conflittuale col figlio Mark, un artista incompreso. Il "giovane" (ma ha 52 anni) cerca di ricorrere a un suicidio assistito in Svizzera, ma ciò gli viene negato, perché la sua cartella clinica è insufficiente a documentare una vera malattia. Dopo avere pensato all’impiccagione, allora rinuncia e quindi scopre che il padre ha una disabilità, forse originata dal Parkinson . L’uomo, Victor Ginzburg, ha anche una grave demenza senile e uno stato di disagio che lo induce gradatamente all’immobilità. L’opera ha echi bergmaniani e richiami Sinfonia D’Autunno di Bergman dove la situazione era consimile, ma al femminile. Contestazioni di allontanamenti psicologici, scarso affetto, menefreghismo, egoismo fatte dal figlio al padre dominano la scena, mentre è presente nell’intreccio l’unica figura femminile, una matura ex allieva del Maestro poi diventata la compagna e infine infermiera e badante. Però con rincrescimento.Sciagurata la scelta del titolo italiano, che si confonde col recente Van Gogh di Julian Schnabel.Il celebre pittore non c’entra nulla nell’intreccio, con l’esclusione di alcuni quadri che assomigliano alle sue opere raffigurati nei titoli di coda.Inoltre non basta una scena-madre finale, una violenta disputa verbale tra padre e figlio alla fine della quale essi si abbracciano commossi ( davvero bellissima!) per rendere la pellicola un capolavoro. Essa risulta algida, ondivaga, non originale e in più anche respingente per l’ossessività di alcune situazioni, che non sono nemmeno inedite. La scarsa attrattiva sul pubblico pagante ha fatto in modo che il Teatro registrasse un ulteriore calo di presenze rispetto al lunedì. Aleksey Serebryakov affianca benissimo Olbrychski nel ruolo principale. Completa il cast Elena Koreneva. Roberto Herlitzka è stato premiato nella stessa serata del 30-4 col Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Ecellence. Lo straordinario attore, nella sua maestosità di artista, ha ricevuto calorosi applausi, ma si è schermito nella sua modestia da autentico anti-divo, dichiarando ironicamente che adesso aspetta l’assegnazione del premio Oscar. L’attrice Giuliana De Sio, incaricata di consegnare il premio all’illustre collega, con la sua tipica vis polemica unita a sincerità, apprezzabile perché mutuata della sua lunga carriera, ha dichiarato che spesso gli attori teatrali non vengono impiegati al cinema per forme di pregiudizio. Ma Herlitzka per fortuna è un’ecvezione."Gli attori teatrali sanno fare tutto", ha chiosato.Premio Giuseppe Rotunno per la migliore autore di fotografia a Daniele Ciprì’.Ciprì ha raccontato una serie di aneddoti "tecnici" riguardanti le lenti per le riprese.Il premio gli è stato conferito per i due recentissimi La Paranza dei Bambini e Il Primo Re. Per la migliore costumista, premiata col Piero Tosi la signora Viorica Petrovici.
La Petrovici esprimendosi in francese, ha dichiarato semplicemente che l costumi sono importanti all’interno di una produzione e di essere contenta di essere a Bari e in Italia.La sua dichiarazione, al di là dei luoghi comuni, è risultata apprezzabile per la capacità di sintesi e la concretezza. Il premio è stato assegnato per avere vestito gli attori del film Menocchio di Alberto Fasulo.