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Il Teatro Forma di Bari si è riempito registrando il massimo delle presenze per il concerto di Greta Panettieri (23-3–2019) accompagnata dal Forma Jazz Quintet. Il titolo dello show: Non Gioco Più.
Esso prende la denominazione da un album di successo del 2014 della stessa artista, mutuato da un celebre hit di Mina del 1974 e conclude la rassegna 2018-19 di Around Jazz.
Il ricavato della serata sponsorizzata anche dal Rotary Club è stato devoluto in beneficenza .
La cantante si è presentata in nero, con un abito dalla gonna a pieghe che risultava più corta sul davanti andando man mano allungandosi posteriormente e stivaletti neri.
Il brano di apertura C’est Irreparable di Nino Ferrer è conosciuto in Italia nella versione di Mina dal titolo Un Anno D’amore su testo di Mogol e Alberto Testa (1965).
La versione di Panettieri risulta più intimista e meno immediata apportando il fascino della lingua francese che se da un lato modifica in parte o in tutto il testo italiano, altrettanto valido dell’originale (se non di più) dall’ altro contribuisce a diluire il motivo in un’esecuzione che lascia abbondante spazio al sax di Gaetano Partipilo.
La sovrapposizione voluta con la figura di Mina più che creare confronti imposta un modo alternativo di intendere la musica leggera che, se di qualità eccellente, può essere reinterpretata ed eseguita in nuovi modi e stili, avvalorando la preziosità della scrittura originale. Essa, proposta ad un pubblico teatrale, sarà da esso apprezzata ancora una volta con la rielaborazione e proiezione su di essa di nuove suggestioni.
Greta Panettieri presenta dunque i suoi musicisti che oltre al già citato Partipilo comprendono Antonello Losacco al contrabbasso, Francesco Lento alla tromba, Andrea Sammartino al piano e Mimmo Campanale alla batteria.
Dopo avere invitato il pubblico a partecipare col canto, l’artista intona Parole, parole di Gianni Ferrio che fu interpretata da Mina con Alberto Lupo (per la parte recitante). In questa versione è però assente la parte parlata. La cantante lascia spazio agli assoli dei musicisti e in particolare della batteria. Panettieri ha ricordato Dalida come una sorta di alter ego di Mina in Francia (per grandezza e successo corrispondenti). Non a caso proprio Dalida proposte Parole Parole in una sua versione accompagnata da Alain Delon,
Quello che potrebbe essere oggetto di disputa consiste nelle digressioni vocali sul finale da parte dell’interprete, che sovraccaricano ad esempio Parole Parole con strilli alla Bjork.
Si cambia registro: è introdotta una canzone scritta da Lionel Richie, molto stimato dall’artista, ma che fu eseguita dai Commodores celebre complesso del quale Richie fece parte prima di avviare la carriera come solista.
Easy, il brano in questione , conosciutissimo, è di stampo classico sullo stile di September Morn di Neil Diamond, per intenderci.
Esso si presta ottimamente a una derivazione jazz ed è tratto dall’ultimo album di Greta Panettieri, With Love del 2018.
Sempre dallo stesso disco è estrapolato ed eseguito Anonimo Veneziano su musica di Stelvio Cipriani.
La canzone però risulta più adatta al commento del film omonimo del quale fu la colonna sonora originale che a una trasposizione canora con testo. Infatti si amplia e diviene suggestiva particolarmente negli assoli di sax e per la ritmica, ovvero attraverso la suite strumentale che si alterna al canto.
Ecco allora la mitica Non Gioco Più di Gianni Ferrio con la quale Mina concludeva il mitico spettacolo Milleluci del 1974
Qualche defezione da parte del pubblico che abbandona la sala. Sono circa una decina di persone, utenti non abituali del Forma e che avevano partecipato (plausibilmente) unicamente per dare il proprio contributo benefico al Rotary .
La primadonna esegue Non Ci Giurerei e poi Don’t Know, un pezzo soul di contrasto ai precedenti e molto ben riuscito.
Quindi Brava, scritta da Bruno Canfora per celebrare la bravura di Mina nella sua estensione vocale. Il brano si presta a riscritture anche fantasiose e divertissement: in esso nella versione del Forma Jazz Quintet si è accennato anche a Due Note e al tema dei Flinstones.
Spazio allora soltanto al pianoforte: unicamente con l’ausilio di tale strumento infatti Greta Panettieri si rapporta a E Se Domani malinconica e appena un po’ struggente canzone che portò Mina ai vertici della sua carriera, seppure ancora giovanissima,con la preziosa stesura di Carlo Alberto Rossi.
Il successo della serata era assicurato, ma è stato determinato oltre che grazie alla provata bravura dell’artista e degli strumentisti pugliesi, anche per l’abile dialettica di Greta Panettieri che ha accompagnato la presentazione dei brani proposti.