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"pentateuco"da Piero Fabris riceviamo una bellissima recensione dell’ultima fatica letteraria di Antonio V. Gelormini.

Cesellare voce del verbo passione per la bellezza scolpita nella storia” potrebbe essere la sintesi indicativa di questo “vademecum” sui generis di Antonio V. Gelormini dal titolo: “PENTATEUCO TROIANO(editato da Radici Future. Pagine 118. €14,00). E’ un testo che ogni pellegrino dovrebbe mettere nello zaino accanto al breviario di preghiere. E’ un libro che ogni amante dell’arte e la storia dovrebbe mettere nei suoi bagagli. Sono pagine intense che trasformano il turista in viaggiatore. Un libro che ha elegantemente accostato al dato storico, il frutto di molte ricerche con onestà intellettuale; le sue sono pagine avvincenti e la prova che l’incanto non è il frutto di elucubrazioni mentali, quanto il risultato di una curiosità che non si ferma alla mera estetica, ma la risultante di interrogazioni, studio e meditazioni davanti alla pietra della quale l’autore ha saputo cogliere il bandolo luminoso, chiave di volta di monumenti, espressione di forza, potere e fede. Lo scrittore che nel 2012 ci aveva regalato “EPISCOPIUS TROIANO” (edizioni gelsorosso), con questo lavoro conferma il suo impegno di valorizzazione e promozione delle meraviglie della Puglia invitando a contemplare Troia prima dall’alto, sottolineandone la sua pianta a forma di nave e che, posata sulla cima di un cucuzzolo, sembra un altare sotto le stelle. Ed è immediato il richiamo all’Arca che sa accogliere il viaggiatore alla ricerca di ristoro al crocevia della via francigena! Con il “PENTATEUCO TROIANO” lo scrittore svela ma non spoglia, offre invece una visione profonda, attenta, di una chiesa madre che abbraccia e illumina. La sua composizione scansiona la cattedrale con devozione e, proponendola in cinque libri di pietra, rilegati con eleganza, accende i riflettori su gioielli del sapere, intagliati dalla fede che in cifre, e moduli è abito di sapienza e sostanza per un percorso prima di tutto spirituale. Un lavoro suggestivo che fa del portale, l’ambone, la navata, il rosone e la dormitio verginis una biblioteca ricchissima di informazioni e suggestioni, un crogiolo introspettivo, anzi un ricamo, traccia di parola temprata e di costellazioni dello scibile, forza per ciò che è debolezza e scarto davanti alle pupille dell’uomo. E così, cominciando dal portale (genesi) con le sue 28 formelle (Primo libro dell’opera del Gerolmini) si ricorda allo straniero e al gentile che, chi compie il passo oltre quella soglia ha cominciato un cammino verso la redenzione, ovvero immersione nella chiesa spirituale, per la quale la purificazione è necessaria; si rammenta che soffermandosi accanto all’ambone (esodo) predisposto al canto della Parola, terrazzo di luce, il Verbo si fa cibo ardente; e la navata (levitico) è ponte di una barca per la salvezza e grembo del popolo; il rosone (numeri), caleidoscopio di creatività e intreccio di culture, filtro e carezza della luce fino alla dormitio virginis (deuteronomio) come invito a non cercare nel vuoto di un sepolcro ciò che innalza al cielo. E questi messaggi, omaggio del Gelormini alla propria terra costituiscono nel loro insieme uno xilofono i cui rintocchi cristallini sono eco avvincente della memoria che ci rende felicemente orgogliosi di radici schiuse al futuro.

 

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.