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"SognoCos’è, a nostro modestissimo parere, il “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare? Un magnifico, magico, divertentissimo gioco. Il Bardo di Avon, celandosi dietro l’effigie dell’elfo Puck, si diverte e, come fosse un bimbo dispettoso – quello che, in fondo, Puck è -, si trastulla con la sua scatola di soldatini e miniature che contiene un mondo fantastico in cui, al posto dei pezzi di legno, vi sono esseri umani di ogni lignaggio, persino re e regine. Ci sono Oberon, re degli Elfi, Tytania, regina delle Fate e sua sposa, Lisandro e la sua amata Hermia, Helena ed il suo amato Demetrio, Theseo, duca di Atene, e la sua amata Hippolyta, regina delle Amazzoni, ed, infine, un bel gruppo di artigiani / attori capitanati dal tessitore Bottom. Il bimbo William, al solo scopo di allietare ed allietarsi, fa scientemente confusione e mischia i pezzi in un vortice caleidoscopico che ci spingerà sull’orlo del capogiro, prima di arrestarsi nel finale, ricomponendosi in un più usuale mosaico che vedrà ognuno riprendere il suo originario posto nello scacchiere del Creato. Ebbene, crediamo che il gioco abbia avuto una parte predominante anche nella strabiliante edizione del “Sogno” tradotta da Massimiliano Palmese, diretta da Michele Schiano di Cola e realizzata in coproduzione da C.A.S.A. / Cantiere Teatrale Flegreo / EnArt / Teatri di Bari, inserita nell’annuale cartellone di questi ultimi ed andata in scena al Teatro Kismet di Bari per due affollatissime repliche.

Per una indovinatissima scelta, in questa versione il gioco appare immediatamente comprensibile, reso visibilmente manifesto a tutto il pubblico, al pari della macchina teatrale, con ogni suo orpello ed artificio completamente svelati sin dall’inizio, e degli splendidi attori, i quali, probabilmente in omaggio alla Commedia dell’Arte, non abbandonano mai il palcoscenico, accomodandosi tutti, quando non partecipano alla scena, su improvvisati ed incerti giacigli, ad eccezione del solo Puck che – cieco come la fortuna, il caso, il destino – domina sempre la scena, unico arbitro e perfetto deus ex machina, sino ad esserne inamovibilmente parte, quasi fosse estraneo ed avulso al gioco attoriale, ma, come detto, semmai identificabile nello stesso geniale autore. Complice la più che convincente regia, che sposta l’azione nel presente, se non addirittura nel futuro, in una Atene che assomiglia ai sobborghi e suburbi partenopei, così da rendere ancor più attuali i temi estrinsecati da Shakespeare, l’ottimo cast, ben supportato dalla musica originale composta da Flo, eccelle nel riuscire a rendere ogni sfumatura dei mutevoli stati d’animo dei personaggi, pur privilegiandone la vis comica, che si fa irresistibile nelle parti dedicate all’improbabile Compagnia teatrale di Bottom e dei suoi compagni, ingaggiati per allietare le nozze di Teseo ed Ippolita, al punto che l’intera messa in scena si lascia apprezzare soprattutto come straordinaria prova d’attore, assolutamente da vedere, davvero difficilmente replicabile per impeto, passione, emozione, partecipazione; i validissimi Cecilia Lupoli, Irene Grasso, Nuvoletta Lucarelli, Clio Cipolletta, Luigi Bignone, Giuseppe Brunetti, Adriano Falivene, Rocco Giordano, Pako Ioffredo e Davide Mazzella hanno carica da vendere e tengono il palco per tutta la lunga pièce, ricoprendo ognuno più di un ruolo, senza un solo attimo di cedimento, al punto che non possiamo non dichiarare che possano tutti legittimamente vantare un posto di rilievo nel nostro teatro.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.