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"papillon_giusta"Sta ottenendo un buon successo nelle nostre sale addormentate dal torpore di luglio il rifacimento del celebre Papillon del regista Franlin J. Shaffner che nel 1973 stregò il mondo per l’interpretazione dei divi Steve McQueen  e Dustin Hoffman. La nuova versione che reca lo stesso titolo è stata finanziata col denaro della Film Commission di Malta  ed è una coproduzione Serbia Montenegro, con lo zampino degli Stati Uniti. Le location della Guyana francese o Parigi sono state riprodotte sempre tra Malta, Serbia e Montenegro.

Gli interpreti sono stati scelti per la somiglianza agli attori originali: Papillon è Charlie Hunnam, un attore britannico considerato da riviste straniere come uno degli uomini più sexy del mondo mentre l’alter ego di Dustin Hoffman è Rami Malik, statunitense di origine egiziana.
A dirigere lo svedese Michael Noer.
Con  questo melting pot produttivo si è raggiunta un’alta qualità per una storia che, riaggiornata con nuove tecniche, anche se accorciata (l’originale durava due ore e mezzo ) mantiene lo stampo classico ma nello stesso tempo ottiene nuovi spunti nell’osservazione della vita dei galeotti francesi  trasferiti nella Guyana francese negli anni Trenta.
Il romanzo di Henri Charrière alias Papillon che descrive la sua odissea di prigioniero suo malgrado (si è sempre proclamato innocente, ma è stato riconosciuto  tale solo  nel 1971) ha venduto secondo le stime 13 milioni di copie. Charrière (di professione scassinatore)  fu accusato dell’omicidio di un informatore della polizia interno alla malavita, secondo la sceneggiatura, ma in realtà trattavasi di un magnaccia.
Sta di fatto che la storia appassiona e non cala di tono grazie al trasporto della produzione ma nello stesso tempo l’interpretazione dei due attori principali è ottima, soprattutto quella di Charlie Hunnam, che possiede il fisico del ruolo nonostante sia inglese mentre Papillon era francese. Del resto Steve McQueen  era americano.
La storia si attesta come una critica alle autorità francesi: nella Guyana vigeva ancora la pena di morte con ghigliottina, mentre le condizioni di vita dei detenuti causavano morte e malattie a profusione.
L’odissea di Papillon si attua con diverse tentate fughe, che vengono represse con anni e anni di isolamento, anche al buio.
"Papi", così è chiamato dagli altri galeotti, non tradisce l’amico falsario e miliardario Dega , il quale cerca di aiutarlo inviandogli delle noci di cocco durante l’isolamento, affinché lo scarso rancio non lo debilitasse. Inoltre l’uomo, debole fisicamente, si rivela una palla al piede durante le "fughe", ma l’amicizia e il senso di protezione verso il più debole hanno la meglio.
Papillon dunque è una pellicola che celebra l’amicizia, ma che apre il sipario sull’inciviltà del sistema di giustizia dei nostri cugini francesi nel secolo  scorso , con qualche sottolineatura contro il clero: la suora cattolica che accoglie i fuggitivi in Colombia in realtà più che amorevole è una strega.
Ad ogni modo la sceneggiatura non è tratta soltanto dal libro originale e omonimo che è considerato attendibile al 75 per cento, ma anche dal successivo volume Banco, che rappresenta il seguito delle "disavventure"  e    da biografie scritte da altri su Charrière.
Egli negli ultimi anni di vita divenne attore e sceneggiatore: scrisse e interpretò la pellicola Pospy Pop al fianco della nostra Claudia Cardinale. Era il 1971. Charrière si è spento a Madrid nel 1973.
Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.