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"20170503_192820"E’ la storia di una ragazza di 13 anni, Federica, in vacanza come ogni anno con i nonni, in un residence che ha vissuto anni migliori quando il paese scoppiava di turisti.
La giovane protagonista vive spensierata l’estate in montagna, gioca col suo smartphone, registra il suo diario vocale e non ha voglia di pensare al liceo che sceglierà a settembre e, soprattutto, si gode l’amicizia con Noemi, più grande di lei, che la porta in discoteca e la fa sentire speciale quando le racconta i suoi segreti.
Ma dopo una nottata passata a ballare, Noemi non le risponde al cellulare. Dovevano incontrarsi, ma l’amica non è dove dovrebbe essere, lì c’è solo il suo smartphone e Federica non ce la fa davvero a non preoccuparsi per lei.

Tutto questo è Misdirection, il nuovo graphic novel dell’artista Lucia Biagi, edito da Eris edizioni e presentato, nel pomeriggio del 3 maggio, dall’autrice stessa introdotta dalla scrittrice Francesca Palumbo, presso Spine Temporary Small Press Bookstore di Bari.

Lucia Biagi, pisana classe 1980, vive e lavora a Torino, dove gestisce la fumetteria Belleville Comics insieme ad Alessio, il suo compagno e a Pinoko e Rollins, i suoi due ,gatti (così come racconta!) e ha iniziato la sua carriera da fumettista giovanissima, con molti lavori autoprodotti. Negli anni ha collaborato con diverse realtà indipendenti e ha pubblicato Pets (Kappa edizioni, 2009), Japanize Me, la guida a fumetti del Giappone in formato ebook (Zandegù, 2014), Punto di fuga (Diabolo Edizioni, 2014).

A Bari giunge per raccontarci del suo nuovo lavoro Misdirection (pubblicato anche in Francia per Éditions çà et là con il titolo Sestrières) che già dal titolo, che si ispira ai trucchi di magia e alla capacità degli illusionisti di distogliere l’attenzione dei propri spettatori, riesce a incuriosire e ad accattivare il lettore. Dal lavoro della Biagi ci si aspetta, leggendo la trama, un thriller, ma Misdirection cela molto di più, il lettore si ritroverà in un romanzo dove emergeranno elementi incredibili come il rapporto tra libertà di scelta e condizionamenti sociali."20170503_203607"

– Partiamo dal titolo, Misdirection, la scelta che hai fatto si riferisce all’espediente di scrivere un thriller quando in realtà c’è molto altro?
Esatto. Leggendo la trama ci si aspetta un giallo ma il libro racconta di più. E’ un percorso di formazione della protagonista, anche se condensato in una giornata, nel quale Federica riesce a comprende diversi aspetti della sua vita, scopre cose sconosciute, come il valore dell’amicizia. Questa è, per me, la prima vera ‘misdirection’.
Dopo di che, era importante far capire che Noemi, la ragazza che Federica, sta cercando, viene sempre descritta attraverso i flashback ed è sempre filtrata dagli occhi di Federica che comunque è una ragazzina e che ha, quindi, un modo innocente e anche un po’ naïf di vedere le cose. Inoltre l’immagine di Noemi viene anche condizionata attraverso gli occhi degli abitanti del paese che sono duri e criticano la ragazza in maniera abbastanza categorica.

– Hai quindi voluto dare un peso alla figura e alla condizione femminile?
Si, perché per me è importante far emergere il giudizio che fa sì che venga fuori l’immagine parziale di Noemi. Questa la ‘misdirection’ principale per me. Noemi non viene mai fuori per quello che è, viene continuamente raccontata da qualcun’altro. Questo la rende anche antipatica ai lettori…vorrei, però, che la sensazione finale, leggendo il libro, possa essere diversa. Vorrei che il lettore alla fine si chiedesse ‘ma perché mi sta antipatica questa ragazza?’, vorrei che, quindi, chi legge non fosse coinvolto nella serie di giudizi e condizionamenti che fanno di Noemi ciò che in realtà non è.

– L’immagine di Noemi è quindi filtrata dai pregiudizi ma anche dalla tecnologia, cioè dai social, da quel mondo virtuale che ci fornisce un altro aspetto della realtà?
Questo è un alto punto molto importante. Federica utilizza il cellulare continuamente, il suo modo di rapportarsi al mondo virtuale è certamente una trasposizione di ciò che nella vita reale ho potuto osservare. Per quanto riguarda Noemi, invece, vanno in giro delle sue foto e, ancora una volta, il suo ruolo non è ben chiaro, non si coglie se sia vittima o meno e Federica si sente in dovere di proteggerla. Noemi, però, non sembra volere l’aiuto dell’amica ma semplicemente perché, essendo più grande, ha una visione del mondo diversa e, certamente, non è più condizionata dai giudizi e dalle voci del paese.

– Per quanto riguarda la location, la storia è ambientata a Sestrières, un luogo a te familiare. Come mai questa scelta?
Io sono molto affezionata a quel posto e l’ho visto cambiare negl’anni. Rivedendolo, ora, ho pensato che fosse il luogo adatto, sono stata nuovamente lì per ripercorrere quelle vie e scandire i vari momenti della storia.

– Per quanto riguarda l’utilizzo dei colori. Hai scelto una palette di freddi. Perché?
Penso che siano freddi ma anche molto pop. Il verde, tenue, mi è servito per caratterizzare la parte più tranquilla e più naturale (come i boschi) delle illustrazioni; il viola, invece, mi ha aiutata nella realizzazione delle scene notturne, nelle parti di più spessore e nei flashback. Nella fine del libro ho, poi, iniziato ad usare la somma dei due colori per creare il tramonto, il crepuscolo, il connubio dei due racconti che si fondono insieme.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.