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Semplicità e ricercatezza. Un ossimoro? Potrebbe sembrarlo eppure sono i due termini che meglio si addicono all’esperienza gastronomica che è in grado di far vivere un piccolo tempio del gusto sito a pochi chilometri da Brindisi. È Canne Bianche, il ristorante dell’omonimo resort a quattro stelle di Torre Canne, che rielabora la cucina di stampo mediterraneo locale secondo i canoni della gastronomia moderna. Si parla tanto del binomio “tradizione-innovazione”. Spesso, però, ci si confronta con realtà che nulla hanno a che vedere né con l’una né con l’altra filosofia. Nella maggior parte dei casi si tratta solo di un’espressione accattivante priva di riscontri effettivi. Poi ci sono le eccezioni. Osterie, ristoranti e locande che di quel binomio hanno fatto la chiave vincente della loro offerta culinaria e il ristorante di Cannes Bianche può ritenersi a buon diritto quell’eccezione. Parlavamo di “semplicità e ricercatezza”. Quanto alla semplicità, appunto, a dare il benvenuto ai clienti è un ambiente sobrio e accogliente, con bottiglie di vino a vista che farebbero la gioia dei più incalliti enoappassionati. Un biglietto da visita invitante e che subito trasmette la cura dei dettagli che ispira l’intera struttura. E se l’atmosfera che si respira in un locale è un po’ come l’immagine speculare del suo titolare, non potrebbe essere altrimenti anche per Cannes Bianche, calorosa e ospitale come il suo patron Antonio Mangano coadiuvato da Mariangela Fusco, addetta alle pubbliche relazioni ed al direttore Andrea Careddu. 
Quanto invece alla ricercatezza, basterebbe sfogliare il menù ma soprattutto vedere e assaporare i piatti dello chef Quirico Turrone, per comprendere a cosa ci si stia riferendo. Il capo brigata è  Luigi Ciccimarra, affiancato dalle bravissime hostess Antonella Zizzi e Rossella Vinci, impiegando prodotti-simbolo dell’Italia “più buona” come le cozze nere di Castro, il capocollo di Martina Franca, gli sponsali della Murgia, i latticini e i formaggi di Andria, da vita a portate che restituiscono al palato il sapore di una tradizione che ha saputo mettersi al servizio della cucina moderna. I piatti de La Locanda di Beatrice si presentano bene, mostrando grande attenzione alla mise en place, senza peccare di una cura estetica priva di contenuto: belli da vedere, ineccepibili nel gusto.
Punto di riferimento in zona per i cultori del nettare degli dei e del pescato fresco ma anche per gli amanti della pizza cotta in forno a legna, La Locanda di Beatrice privilegia un’offerta gastronomica in cui a farla da padrona siano soprattutto primizie stagionali, tant’è che spesso e volentieri organizza degustazioni ad hoc in base alla stagione e ai relativi prodotti che offre. Il maestro Fellini diceva: “È più facile essere fedeli ad un ristorante che a una donna”. Stando alle impressioni finali raccolte dopo una cena nella Locanda di Beatrice non si potrebbe che convenire con lui: il tempio del gusto di Maurizio Balducci riesce sicuramente a fidelizzare i suoi clienti.
Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.