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"jj2"Torna la rassegna Around jazz, fiore all’occhiello della stagione del Teatro Forma di Bari, ed è subito grande musica. Sette appuntamenti in cartellone, più – fuori abbonamento – l’attesissimo concerto di Niccolò Fabi al Petruzzelli, tutti degni di attenzione e rispetto, tra novità e conferme, il ritorno di mostri sacri e l’arrivo di talenti di assoluto valore, come, ad esempio, José James, che ha infiammato la notte barese facendo registrare il primo sold out della rassegna.

James, a dispetto della sua ancor giovane età (è nato il 20 gennaio 1978 a Minneapolis), è già da tempo una delle voci black di riferimento della scena contemporanea, equamente diviso tra le sue passioni per l’hip-hop ed il rhythm & blues, ma anche per il jazz, fin dal suo folgorante debutto discografico del 2008, “The dreamer”, cui faceva seguito nel 2010 “Blackmagic”, entrambi prodotti da quella vecchia volpe di Gilles Peterson, anche se la vera svolta e definitiva consacrazione si deve all’album del 2013, “No beginning no end”, ed al successivo “While you were sleeping” (2014), che hanno dimostrato le sue innate doti, tra cui spicca una assoluta versatilità, in virtù della quale il nostro si permetteva di registrare l’anno scorso “Yesterday I had the blues: the music of Billie Holiday”, personalissimo, convincente e vincente tributo alla celeberrima artista che definisce la sua “madre musicale”, senza dubbio il nostro preferito nella sua discografia.

Ebbene – lo confessiamo – avremmo sperato che la performance del Forma potesse prendere le mosse da questo piccolo gioiello di inestimabile valore, ma José ci spiazzava, tornando alle sonorità con cui è nato e dedicando gran parte del set alla presentazione del suo prossimo lavoro, Love in time of madness, in uscita il 25 febbraio 2017 per le belle menti della Blue Note, che si preannuncia come una amara riflessione sul valore della vita umana e dell’amore, partendo dalla constatazione della “guerra in corso in America e nel mondo, contro i poveri, la gente di colore, le donne, i migranti e i bambini innocenti, con una aperta denuncia ai recenti fatti di cronaca che hanno visto la polizia agire con brutalità contro la comunità nera”."jj"

Nulla di male, perché il concerto, grazie anche e soprattutto al fondamentale apporto dell’ottimo batterista Nate Smith, l’unico a condividere il palco con le diavolerie elettroniche di José, che lo definiva una serie innumerevoli di volte “leggendario”, scorreva via alla grande davanti ad un pubblico giustamente osannante, sino ai bis, richiesti a gran voce, in cui James si spingeva sino ad imbracciare una chitarra. Chiari, durante tutta la serata, i riferimenti artistici del nostro tra cui non è possibile non citare i mitici Marvin Gaye, Al Green, Gil Scott-Heron, ma anche Bobby McFerrin e persino il nostro Gegè Telesforo, girati in acido e con la rabbia e la determinazione che solo un artista che viva questi tempi incerti riesce ad avere.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.