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Dopo i taxi è il momento degli hotel. Arriva dalla Malesia un nuovo concept, che mira a “uberizzare” il comparto dell’ospitalità: definito operatore alberghiero virtuale dal suo stesso fondatore, Kaneswaran Avili, Nida Rooms è nuovo brand basato su uno schema semplice, che prevede il minimo impiego di capitali.
La compagnia, racconta il magazine online Web in Travel, punta a collaborare con piccole strutture budget indipendenti, della dimensione di 60-80 stanze e con tariffe inferiori ai 30 dollari a notte. A ciascuna di loro propone di commercializzare, e di griffare con il proprio marchio, non l’intero albergo, bensì un portafoglio di dimensioni comprese tra le cinque e le dieci camere. A tutti gli hotel partner è quindi richiesto il rispetto di sei caratteristiche standard base: la pulizia, letti confortevoli, aria climatizzata, wifi e buone amenities.
Lanciato nell’ottobre 2015, il brand è oggi attivo nel Sud-est asiatico, dove collabora già con oltre 3.500 strutture. Ma i suoi obiettivi sono davvero ambiziosi: 4.500 alberghi affiliati entro la fine di ottobre, che si spera possano diventare 7.500 prima dell’inizio del 2017. Nida Rooms avrebbe peraltro già attirato ingenti investimenti, per un totale di 5,4 milioni di dollari, provenienti soprattutto da compagnie di venture capital asiatiche, ma aspirerebbe a raccoglierne altri 10 milioni entro la fine di questo mese. "È l’uberizzazione degli hotel", ha così dichiarato profeticamente al magazine Wit lo stesso Kaneswaran Avili.