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"bif11"Si conclude anche l’edizione “7 ½“ del Bari International Film Festival ed è tempo di bilanci per gli organizzatori della kermesse che ieri mattina, sabato 9 aprile, hanno incontrato la stampa per discutere di “tutti i numeri” e traguardi raggiunti quest’anno e di cosa aspettarsi, invece, in vista del prossimo festival, già confermato per altre quattro edizioni.

La conferenza stampa finale si è svolta, come da rito, al termine degli incontri sui film in programma che anche ieri hanno trasformato il Teatro Margherita nell’agorà della settima arte. A precedere l’intervento del direttore artistico Felice Laudadio in compagnia del presidente della regione Puglia Michele Emiliano e del presidente dell’Apulia Film Commission Maurizio Sciarra, ci sono state infatti le conversazioni con Veronica Pivetti, Carolina Pavone ed Andrea Amato per “Né Giulietta né Romeo”, con Luca Lucini e Paolo Calabresi per “Nemiche per la pelle” e Gianclaudio Cappai ed Elena Radonicich per “Senza lasciare traccia”.

Particolarmente incisiva si è dimostrata fra tutti la Pivetti, giunta a Bari per presentare la"bif12" sua opera prima incentrata sulla storia di un ragazzo come tanti alle prese con la sua identità sessuale. Non ha negato le difficoltà incontrate per la realizzazione del film che le ha portato via cinque anni di lavoro. “In questo Paese è difficile realizzare un’opera prima, è una fortuna esserci riusciti – ha ammesso la neo regista -. Il film racconta un problema, perché di ‘problema’ si tratta, non nascondiamoci dietro ad un dito. Mi piaceva l’idea di parlarne in una commedia perché in genere questa tematica la si lega al genere del dramma. Non ho voluto lanciare un messaggio, ci tenevo però a trattare questo tema”. Nessun fine particolare, dunque, dietro la realizzazione di “Né Romeo né Giulietta” ma il solo desiderio di affrontare, con una normalità che ancora stenta ad associarsi alla tematica dell’omosessualità, un argomento di cui si dovrebbe iniziare a parlare con naturalezza. “Se poi il mio film fa pensare – ha continuato la Pivetti – io ne sono felicissima, ma non voglio salire in cattedra. La scelta di questo titolo perché Giulietta e Romeo sono per eccellenza il simbolo dell’innamoramento, sono ruoli, mentre il protagonista del mio film non ha un ruolo: è semplicemente un ragazzo che non rientra in un canone e che non sta né lì né là”. A chi tra il pubblico le chiede dello ‘shock’ per un genitore che scopra l’omosessualità del proprio figlio la Pivetti risponde senza peli sulla lingua: “Perché è uno ‘shock’? È un’inclinazione naturale, è questo Paese ad essere culturalmente arretrato. L’omosessualità è un argomento scivoloso e non dovrebbe esserlo ma lo è perché questo Paese è così”. Ha rivelato, infine, di essere al lavoro per un secondo film. “Sono una bulimica del lavoro – ha dichiarato la Pivetti – ma non dimentico il ‘figlio’ appena nato. Per cui sì, ho un altro progetto ma per ora lavoro ancora a questo”.

"bif9"Torniamo, però, alla conferenza stampa finale sul festival per comprendere cosa sia accaduto negli scorsi giorni e soprattutto cosa dovremo aspettarci dalla prossima edizione. I dati relativi alla kermesse appena conclusasi: stimati 75 mila spettatori – duemila in più rispetto allo scorso anno -, 290 eventi tra proiezioni, incontri e lezioni di cinema e 397 ospiti al fronte di 1 milione e 100 mila euro di budget complessivo cui si aggiungono i 70 mila euro stanziati dal consiglio di gestione SIAE per il tributo ad Ettore Scola, altrimenti irrealizzabile. “Vi farà molto piacere ascoltare questa informazione – ha sostenuto Felice Laudadio – sono state avviate le procedure per l’attivazione di un gemellaggio tra il Bif&st e il Festival del Cinema d’Annecy”. L’edizione 8 ½ della kermesse barese privilegerà il cinema francese, dunque, come ci sarà cinema italiano in Francia in virtù del fecondo gemellaggio tra i due festival. Nonostante i tempi per l’organizzazione del Bif&st di quest’anno, così come il budget complessivo, siano stati ridotti il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha ammesso che “tutto sia andato sufficientemente bene” aggiungendo: “Una manifestazione come questa non è un’opera di mecenatismo che alimenta un circuito autoreferenziale per la Regione Puglia, è un’attività che ha un forte ritorno concreto e di immagine per il territorio e che in più ci affascina. E soprattutto è un evento che ci cambia, che determina dentro la comunità un cambiamento positivo attraverso il cinema che è uno strumento potentissimo perché è in grado di farci riflettere su mille questioni superando i limiti delle parole”."bif13"

Altrettanto entusiasta si è detto Maurizio Sciarra: “Ci tengo a sottolineare una cosa di cui andiamo tutti molto fieri: il tempo ristretto non ci ha impedito di rispettare al millesimo le procedure imposte dai fondi europei e questo è un vanto”. Laudadio ha parlato del festival associandolo ad un film per cui, allo stesso modo, è necessario che ci sia un team che collabori insieme al fine della sua realizzazione con tanto di regista, sceneggiatore, direttore della fotografia e produttore. “Abbiamo lavorato in condizioni complesse ma ho sentito la solidarietà del nostro presidente della Regione che è un po’ come se fosse stato il produttore di questo festival”. Per quanto concerne, invece, la maggiore perplessità che ha riguardato l’edizione appena trascorsa, ossia l’assenza di un vero e proprio panorama internazionale, il direttore artistico si è giustificato spiegando l’impossibilità di lavorarci dati i tempi ristretti e l’esiguo budget. Ha annunciato, però, che nella prossima edizione non solo ci sarà spazio per le opere internazionali ma che farà di tutto perché ci sia come ospite un attore o un’attrice americana, che sia magari anche un regista, a cui dedicare una retrospettiva. Si è detto comunque soddisfatto per essere riuscito a portare a Bari quest’anno “Les innocentes” di Anne Fontaine una pellicola che ha fatto gola anche ad altri festival.

Cos’altro attendersi dalla prossima edizione? Il tema annunciato sarà “Cinema e Scienza”, un buon pretesto per discutere nel solco della settima arte, della distruzione della bellezza. Mentre l’attore cui verrà dedicato uno speciale tributo sarà Vittorio Gassman, una retrospettiva che nelle intenzioni degli organizzatori dovrebbe svolgersi prima del festival per permettere che le repliche dei film in programmazione al Teatro Petruzzelli possano "bif6"essere proiettate nelle sale del Cinema Galleria.

Gli impegni politici hanno impedito ad Emiliano di seguire quest’anno il festival come si era ripromesso, ciononostante il presidente della Regione è riuscito a seguire la prima anteprima al Teatro Petruzzelli, “Concussion” di Peter Landesman in merito al quale ha dichiarato: “Potrebbe ritenersi una metafora del lavoro svolto dalla Regione Puglia. È una storia di coraggio e mi sono accorto, grazie a questo film, che praticare il coraggio non è un atto di coscienza o di presunzione ma è un atto di responsabilità verso la generazione successiva. Il cinema è un mezzo d’espressione che sfonda i limiti dell’indifferenza sociale e Felice con questo festival ce lo sta ricordando”.

www.bifest.it

 

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.