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"m"Cosa c’entra Taiwan con il jazz? E cosa c’entra il jazz taiwanese con il jazz pugliese? E cosa c’entra con loro il jazzista italiano da tempo più conosciuto ed apprezzato a livello mondiale? Tante domande, una sola fantastica risposta: Mission Formosa featuring Enrico Rava, il magnifico concerto che ha infiammato il palco del Teatro Forma di Bari e dell’ottima annuale rassegna “Around jazz” cui deve oggi aggiungersi il pregio di aver fatto finalmente suonare nel capoluogo il quintetto che ha già mietuto molteplici successi, attestandosi come una delle migliori formazioni in circolazione.

Nata da un’idea della prolifica mente del contrabbassista Giuseppe Bassi, che ha pensato bene di unire le forze del jazz nostrano, ingaggiando il sempre perfetto sax di Gaetano Partipilo, a quelle della Repubblica di Cina, sul palco di Bari ben rappresentate dalla energica batterista Kuan Liang Lin, dal preciso sassofonista Shen Yu Su e dal sublime pianista Mike Tseng, la band, con un ottimo album di recente pubblicazione, si propone non solo di gettare un ponte tra le due etnie musicali ma anche di farsi"m2" promotrice di una rinascita culturale che, pur non dimentica della tradizione, superi le staccionate innalzate nel nome delle differenze geografiche e sociali per ritornare ad un futuro di assoluta fratellanza. La musica, dunque, quale veicolo di pace, come dovrebbe essere sempre ed ovunque. Sarà per merito di questa meravigliosa dichiarazione di intenti, sarà per la maestria delle forze in campo, fatto sta che il sound dei Mission Formosa suona vivo come non mai, che non incontriamo più da tempo in gruppi ben più idolatrati, ed il concerto cui abbiamo avuto la fortuna di assistere lo ha dimostrato, con una scaletta ben assortita tra standard, peraltro non i soliti ammuffiti titoli, e composizioni originali della band, tutte convincenti, tra cui ci piace ricordare il “Zhong Kui blues” di Bassi, preceduto da un gustoso racconto dello stesso autore.

E Rava? Il Maestro che tutto il mondo ci invidia pareva godersela alla grande alla prese "m3"con la multietnica formazione, influenzato dalle positive vibrazioni degli altri componenti al punto da apparire in preda all’antica passione che tutti gli riconosciamo, quella stessa che – probabilmente – spinse il tredicenne Enrico, dedicatosi fino a quel momento allo studio del pianoforte e del trombone, ad assistere nel 1956 al Teatro Nuovo di Torino (Rava è triestino di nascita ma piemontese d’adozione) ad un concerto del divino Miles Davis, che gli fece abbandonare la musica classica per il jazz e, da allora, dedicarsi alla ricerca di un suono personalissimo, caldo e suggestivo, vero marchio di fabbrica di tutta la sua vastissima produzione, sempre interessante e di qualità superiore. La sua tromba è stato il perfetto suggello di una serata memorabile; al suo carisma di ispiratore ispirato e appassionato si deve certamente – superfluo dirlo – la riuscita dell’evento, ma ci ha messo"m4" del suo – eccome! – anche tutta la band, una implacabile schiacciasassi, con Partipilo, Tseng e – spesso anche – la Lin sugli scudi, a strappare la scena a cotanto ospite. È innegabile che sul palco vi fossero sei menti pensanti che sapevano perfettamente quando richiamare le luci dei riflettori e quando, al contrario, lasciarne ad altri l’onere e l’onore (una particolare menzione va proprio al band leader Bassi che ha accettato, con modestia ed intelligenza, che a primeggiare negli interventi fossero soprattutto gli altri musicisti), e che hanno saputo perfettamente guidarci alla scoperta di certi angoli segreti della Terra e della Musica.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.