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"z1"Il territorio dell’Alta Murgia situato al confine con la Basilicata, è caratterizzato da terreno calcareo argilloso e ricco di sali ferrosi. Un territorio con una spiccata vocazione viticola. E a Santeramo in Colle, 514 m. sul livello del mare, nel cuore dell’Alta Murgia, la viticoltura, da tempi immemorabili  è stata una delle attività cardine dell’ agricoltura.

Quasi tutti i santermani, anche i meno benestanti, possedevano un pezzo di vigna. Ed ancora oggi sono diversi i produttori privati, proprietari di piccoli appezzamenti, che producono vino nelle loro cantine per il  proprio fabbisogno, frutto di un’esperienza secolare tramandata da generazione in generazione.Una passione che viene davvero da lontano. Ne è testimonianza il grande stabilimento enologico, sulla Santeramo-Matera a circa 7 km dalla cittadina murgiana, fatto edificare alla fine del XIX sec. da Luigi Patroni Griffi De Laurentiis e circondato da diversi ettari di vitigni. Una struttura imponente , un grande stabilimento di trasformazione, ancora oggi integro, che ricalca quelli francesi.

Insomma fino agli anni ’60 la campagna santermana era disseminata da centinaia di ettari di terreno trasformati in ottimi vigneti ad alberello ma con una produzione minima, poiché si produceva poca uva per via del terreno carsico. Ma il prodotto, confrontato con quello dei paesi limitrofi, era certamente di qualità superiore. Infatti si riusciva a sviluppare in vendemmia anche 30 gradi di zucchero che lavorato poi nelle cantine dava un vino di 20 cc riuscendo così ad ottenere un buon vino. Poi negli anni ‘70 e fino al ‘90, la Gea emanò un decreto legge che permetteva a tutti i produttori, proprietari di vigneti, la"z4" facoltà di aderire all’estirpazione dei vigneti. A chi vi aderiva veniva riconosciuta una cifra di denaro molto consistente per ettaro. Pensate che la somma riconosciuta, era pari al valore dello stesso terreno. E così come è facile immaginare tutti i proprietari, trovandosi un vigneto scarsamente produttivo, e non potendo più sopportare spese per mantenerlo, in massa aderirono all’offerta e così, inevitabilmente ci fu la totale estirpazione.

La famiglia Zullo è stata una delle pochissime a credere nella viticoltura e a non estirpare i vigneti. Fin dalle sue origini ha prodotto vini caratteristici adottando tecniche e metodologie produttive tra le più avanzate dell’epoca, unendo fin dall’inizio, alla lavorazione del vino, anche la sua trasformazione e successivamente l’imbottigliamento. La passione per l’arte del buon vino, l’amore per la propria terra e l’ attaccamento nei confronti della famiglia e delle proprie origini, sono i valori cardine perseguiti da Giovanni Zullo 49 anni , alla terza generazione di viticoltori.

Negli ultimi anni Giovanni Zullo ha lavorato instancabilmente ad un processo di ristrutturazione ed ammodernamento di alcuni storici locali della  MasseriaViglione” e che rappresenta la nuova caratteristica sede dell’azienda agricola di famiglia. Il territorio dove si estende la “Tenuta Viglione” è ai confini tra le province di Bari e Taranto, lungo "z3"l’asse viario dell’antica Via Appia, a ridosso di Matera. Si tratta di un terreno collinare, con un’altitudine compresa tra i 300 e i 500 metri circa, argilloso calcareo a medio impasto, dalla natura rocciosa e ricca di minerali. Giovanni Zullo, sicuramente spinto da una grande passione per la terra, trovava la forza per coltivare i 40 ettari : "Negli anni Sessanta, mio padre Raffaele bracciante agricolo e mio nonno trasformavano quintali di uve e vendevano il vino sfuso. Nel 1994 lasciai gli studi di medicina e convinsi mio padre che dovevamo imbottigliare e ristrutturare la vecchia cantina di famiglia. Così iniziò quest’avventura nel mondo del vino e da anni conduco l’azienda secondo i dettami dell’agricoltura biologica. Abbiamo rinnovato ed acquistato atri vigneti, continuando a coltivare con uve autoctone, Trebbiano, Malvasia e il Primitivo di Gioia del Colle, vitigno dal  colore rosso con riflessi violacei dai profumi non molto intensi. E qui su questi terreni collinari situati nel cuore della Doc Gioia del Colle e allevati ad alberello, con grandi sforzi economici e tante ore di lavoro manuale in vigna, siamo pronti per la grande sfida di Matera Capitale 2019 della Cultura".

La recente struttura aziendale è dotata da una moderna e tecnologica cantina con un modernissimo reparto di vinificazione. Serbatoi in acciaio inox di piccole dimensioni, destinati alla fermentazione dei vini bianchi e alla macerazione delle uve per i rosati e i rossi. L’affinamento dei vini rossi avviene in un’area dedicata, contenente diverse"z2" barriques e botti di nobile rovere francese. La cantina è adiacente all’antica masseria, che dopo un attento restauro, si apre oggi all’ospitalità. Oggi come ieri, l’azienda agricola Tenuta Viglione, aspira a traguardi sempre più ambiziosi ed è per questo che opera in collaborazione con l’Istituto di Viticoltura della Facoltà di Agraria dell’Università di Bari nella produzione di un vigneto sperimentale. “Tenuta Viglione” continua sì ad essere un’azienda famigliare, con vini pregiati ed esportati in tutto il mondo conquistando numerosi premi ed attestazioni come quello della guida Vini Buoni d’Italia di Touring Editore che ha selezionato i vini di Tenuta Viglione: Marpione, Primitivo, Falanghina, Nisia e Johe e quello della direzione del Gambero Rosso per il vino  Marpione Primitivo Dop Gioia del Colle Riserva 2011 si è aggiudicato  per la seconda volta i Tre Bicchieri® della guida Vini d’Italia .

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.