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"p1"Non è la prima volta che il regista Nanni Garella si cimenta su un testo di Harold Pinter. Dopo l’incontro con drammaturgie come Il bicchiere della staffa, Il linguaggio della Montagna e Party Time, energie indissolubili si sprigionano di nuovo tra i personaggi di Pinter, le situazioni surreali e gli attori di Arte e Salute Onlus.

Le condizioni psichiatriche degli attori diventano i punti forza per una messa in scena che attualizza più che mai i testi di Pinter rendendoli realistici, in direzione di un naturalismo registico che entra in un perturbante terreno  surreale quando si misura con spazio, tempo e dialoghi dell’assurdo.

Pinter. Atti Unici con la regia di Nanni Garella all’Arena del Sole di Bologna dall’11 al 29 novembre 2015 ha visto sul palco tre testi di Pinter Una specie d’Alaska (1982), La stanza (1957) e Una serata fuori (1959). Dai temi del potere, dell’oppressione e della violenza il regista sposta l’attenzione sulle altre tematiche pinteriane quali i problemi psichiatrici, la memoria, le sospensioni spazio-temporali. Interni domestici accolgono personaggi le cui domande ruotano intorno a luoghi mai visti, persone mai incontrate e"p2" dialoghi-monologhi ossessivi da cui si liberano psicologie e disagi psico-sociali insiti nei rapporti umani o in insanità mentali.

Intrigante in tutti i testi e in particolare ne La Stanza e in In una Specie d’Alaska, il tema dell’ignoto che prende consistenza nella concretezza materica delle parole suscitando magnetici interrogativi. Il desiderio di scendere “laggiù” nel plurinominato e buio seminterrato da cui Pinter tirerà fuori un’omonima drammaturgia  nel 1966 come se fosse un non- luogo della sua mente, la curiosità di sapere perché la protagonista di Una Specie d’Alaska è accusata di aver dormito per tanto tempo in un posto che non riconosce, ma soprattutto chiedersi cosa c’è dietro la perdita della sua memoria che sfocia in una teatrale schizofrenia di cui le voci interiori prendono forma?

Gli attori di Arte e Salute Onlus smascherano un Pinter psicologico e divertente, come nel caso di Una serata fuori la cui messa in scena evoca quella del Garella di Party Time. Il personaggio di Albert terribilmente affetto da sindrome da “mammone”, viene preso in giro dai suoi amici che gli giocano uno scherzo di cattivo gusto durante una notte fuori a una festa. Protagonista è di nuovo un luogo: la casa dove Albert deve sempre irresistibilmente tornare. Un luogo dove è al sicuro, accanto a sua madre dentro quella "p3"stanza dove le luci non si accendono, ma dove si commuovono gli animi.

In tutti e tre i testi scelti da Garella c’è il tema della condanna: in Una specie di Alaska la condanna di vivere nella malattia, una vita di cui non si sa il punto di partenza e non si conosce il presente, in La Stanza la condanna del matrimonio e della cecità, in Una serata fuori quella di non voler crescere.

La regia di Nanni Garella fa sorridere, riflettere e immedesimare. Il teatro si conferma come terapia viva, come tramite tra un mondo invisibile e quello reale, il giusto compromesso tra disturbo mentale e lucidità umana insita nella sensibilità di chi la possiede.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.