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Sono entrata nella X edizione della kermesse “Radici del Sud” come una scolaretta curiosa di apprendere e di misurare le proprie percezioni sensoriali di fronte al meglio del meglio in tema di produzione da vitigni autoctoni del Sud Italia.
Anticipo la conclusione, non me ne vogliate: ne sono uscita con in mano un calice rimasto vuoto di vino ma pieno di tante entusiasmanti sensazioni.
Quali?
Cominciamo dal momento dell’arrivo: accoglienza inappuntabile da parte di Nicola Campanile (patròn della manifestazione, alla sua decima edizione ).
Splendido il luogo che ospitava la rassegna : nessuno avrebbe mai pensato di trovare una corte così bella alla immediata periferia di Bari (la Corte di Torre Longa, una villa della metà del XVIII secolo, oggetto di un meticoloso restauro e circondata da un parco con maestosi alberi secolari ).
Il colpo d’occhio all’entrata nel salone che ospita i banchi d’assaggio: impossibile non rimanere colpiti dalla presenza di ben 181 aziende. L’impatto è stato forte, tra me e me mi chiedevo come sarei potuta riuscire ad imprimere nella mente e a memorizzare sulle papille gustative tutti questi vini, per di più in un pomeriggio di caldo afoso… . Niente paura, il livello dei prodotti mi ha aiutata grandemente… assieme al mio insostituibile taccuino!
Incomincio ad assaggiare i vini bianchi delle varie regioni del Sud Italia. Non immaginate quante storie di fatica e sudore, di crisi di fiducia e poi di ripresa di coraggio e di nuova grinta ho ascoltato e quanto è stato bello rendersi conto che ogni storia aveva meritato il bel risultato trovato ed apprezzato nel bicchiere! Nessun dubbio: da appassionata del vino, posso affermare che i prodotti sono stati tutti, dico tutti, di qualità.
Ecco, la qualità di questa edizione di Radici del Sud è stata l’elemento caratterizzante ed incoraggiante della manifestazione: contraddicendo Aristotele, i nostri vini hanno guadagnato in estensione senza mai perdere in profondità, anzi.
Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, e Sicilia hanno offerto il meglio della loro terra. Ogni calice di vino raccontava, con profumi e dialetti diversi, le stesse storie di sacrificio, tradizione, lavoro, terra e sole. Chi non c’è stato, credo che abbia perso qualcosa.
Non si può non evidenziare, per un verso, la perfetta presentazione dei vini, quanto a temperatura di servizio e, per altro verso, l’estrema attenzione dei produttori rispetto ai giudizi ed ai suggerimenti degli esperti presenti.
Lascio a malincuore i banchi d’assaggio per recarmi alla conferenza stampa che conclude la kermesse e premia i prodotti migliori (per i curiosi cliccare www.radicidelsud.com). Brillanti tutti gli interventi e doverose le attestazioni di stima nei confronti di tutta l’organizzazione di Radici del Sud, manifestazione oramai capace di attirare i più autorevoli esperti da ogni parte del mondo per misurare il crescente stato di salute dei vini del meridione d’Italia.
L’economia della terra si muove e la proverbiale capacità degli imprenditori del sud sta facendo il resto: quando si punta sulla qualità, il risultato non può mancare.
Finita la conferenza, incontro tantissimi amici di ogni regione. Concordiamo tutti sul clima distensivo che accompagna la rassegna e sulla bellezza del ritrovarsi puntualmente ogni anno. Così decidiamo di andare in bella compagnia nel parco ove il genio di Nicola ha ideato una cena a buffet per la quale nove grandi chef meridionali hanno rispettivamente ideato un piatto particolare, espressamente pensato in abbinamento ad un vitigno autoctono del sud. Essi sono: Riccardo Sculli (Gambero Rosso – Gioiosa Jonica), Marianna Vitale (ristorante a Sud di Quarto – Campania), Clara Gallotta (La Locandiera di Bernalda – Basilicata), Gioacchino Gaglio (Gagini – Palermo), Leonardo Vescera (Il capriccio-Vieste), Vito Luzzi (Le Giare-Bari), Antonio Scalera (La bul-Bari ), Stefano Di Gennaro (Quintessenza-Trani ) e Riccardino Barbera (Masseria Barbera-Minervino Murge ). Bello il risultato, simpatica la competizione amichevole, come sempre immanente il sole del Sud in ciascun piatto ed in ciascun calice… .
Grazie, Sud!