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"bam_lsd"Dal 16 al 18 aprile la città di Bari si vestirà per tre giorni dei colori che le regalerà il BAM Festival, l’iniziativa musicale nata dall’idea dello scrittore e critico Nicola Gaeta, che mira a diffondere le variegate sfumature del sound afro-americano facendo del capoluogo pugliese il suo polo di irradiazione. In sede di conferenza stampa, presso il Bohèmien Jazz Cafè che sarà uno dei luoghi deputati alla manifestazione, si sono discussi quelli che sono gli intenti che hanno alimentato l’iniziativa e gli obiettivi che il festival si augura di raggiungere in queste tre ricche giornate. L’evento nasce da un’esperienza personale: il soggiorno nella grande mela compiuto da Nicola Gaeta (direttore artistico della kermesse) verso la riscoperta dell’universo musicale jazz e che gli ha fornito gli spunti anche per redigere il libro “BAM, il jazz oggi a New York”. Quasi “doverose” le spiegazioni relative all’acronimo BAM, scelto quale vessillo della manifestazione da parte dei suoi organizzatori. La sigla, che sta per Black American Music, è stata mutuata dal trombettista Nicholas Payton, il primo ad aver sfruttato l’acronimo sulla base di rivendicazioni più etiche che estetiche, e che vorrebbero prendere le distanze da un incasellamento della musica afro solo all’interno dei confini del jazz. “La nostra idea è quella di rappresentare il composito universo della musica black in tutte le sue sfaccettature – commenta Gaeta – . Il jazz non è l’unico linguaggio musicale raccolto nell’acronimo BAM che accoglie in sé anche il soul, l’hip-hop, l’r&b e tutto quello che ruota attorno a queste sonorità”. Impossibile, dunque, realizzare un BAM Festival senza la presenza d’onore di Nicholas Payton, l’ideatore di questa definizione etico-estetica che ha aperto non poche querelle in merito, riportando la discussione sul piano di uno scontro tra vecchie e nuove generazioni della musica afro. Chiunque volesse approfondire la questione è invitato a partecipare alla tavola rotonda che si terrà venerdì 17 alle ore 11:00 presso l’Officina degli Esordi e a cui saranno presenti, oltre a Payton, anche Gary Bartz e Orrin Evans. Impressionante la qualità degli interpreti che saranno richiamati a Bari dalla manifestazione, fra i quali anche musicisti che per la prima volta porteranno la loro musica in Italia come Johnny O’Neal, “fiore all’occhiello” dell’evento che a New York è definito “il musicista dei musicisti”, Orrin Evans, tra i più innovativi della moderna scena statunitense e Saul Rubin, che regalerà al pubblico un concerto di jazz nella sua accezione più classica. "Vorremmo fare del BAM Festival un evento che abbia un appeal sul territorio ma che col tempo diventi di respiro internazionale", sostiene Gaeta. Ad ospitare il BAM saranno in principal modo tre importanti cornici: l’Auditorium Showville, sede madre del festival, il Bohèmien Jazz Cafè e la scuola di musica il Pentagramma che ospiteranno, rispettivamente, le jam session notturne e le masterclasses tenute dagli artisti partecipanti alla manifestazione. Fra i musicisti headliner attesi, anche il nome di Fabio Morgera, il versatile trombettista responsabile della direzione artistica dell’evento assieme a Gaeta. Gli artisti richiamati singolarmente si esibiranno interagendo con gli altri gruppi, in modo da raggiungere sfumature musicali assai diverse fra loro. Tutto pronto, dunque: che la buona musica abbia inizio.

Il programma completo del BAM Festival è consultabile sul sito ufficiale: www.bamfestival.it

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.