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"9"A meno di due giorni dalla conclusione del Bari International Film Festival di quest’anno altre “magnifiche presenze”, per citare Ozpetek, hanno prestato il loro prezioso contributo personale e professionale a questa edizione incontrando il pubblico per parlare dei film a cui hanno lavorato e in programma alla kermesse cinematografica. Ospiti della sesta giornata Jasmine Trinca, Francois Margolin, Valentina Lodovini, Massimo Bonetti e Alessandro Haber.

Jasmine Trinca per “The Gunman” – proiettato in anteprima al Teatro Petruzzelli la sera prima, la Trinca ha raccontato della sua prima esperienza su un set americano a contatto con interpreti di fama mondiale quali Sean Penn e Javier Bardem. “Galeotto” sarebbe stato il film della Golino “Miele” che l’avrebbe fatta notare all’attenzione di Mr.Penn. “Sono stata dentro al film come attrice ma anche come spettatrice – spiega l’attrice – Ho avuto nella vita la fortuna di lavorare in film molto diversi nei panni di personaggi femminili altrettanto differenti ma lavorare con Sean Penn ha aggiunto"5" qualcosa”. Nell’action movie la Trinca ha messo alla prova le sue abilità fisiche, senza ricorrere a controfigure né tantomeno ad una particolare preparazione atletica. “Ho fatto tutto io, capriole e capitomboli inclusi, mi sono fatta anche male ma ero felice come una bambina”. Parlando, invece, in generale della sua evoluzione recitativa ha affermato: “C’è stata una trasformazione: mentre prima c’era molto di me nei ruoli che interpretavo, adesso i film entrano piano piano in me e molto dei personaggi, nei panni dei quali recito, resta in me”.

Francois Margolin per “L’antiquaire” – il film è ispirato ad una storia vera cioè l’indebita sottrazione di opere d’arte da parte dei francesi agli ebrei durante il secondo conflitto mondiale, circa 2000 esemplari di cui solo 150 furono poi restituiti ai loro legittimi proprietari. Il regista, Francois Margolin, prende spunto da questa vicenda per raccontare la “memoria” di varie generazioni, come da lui affermato davanti al pubblico del Teatro Margherita: “Ho voluto fare un film sui diversi livelli della memoria, mettendo a confronto generazioni figlie del proprio tempo. Ma mi ha interessato anche analizzare la dicotomia tra vero ed immaginario”. A chi tra i presenti gli chieda se come cineasta preferisca attingere per i suoi film più alle verità storiche che a quelle poetiche Margolin risponde: “è possibile fare un film con entrambi gli elementi. Ma nel mio cinema c’è anche un’importante componente immaginativa. L’Antiquaire è un film su ciò che è vero e possibile ma anche su ciò che è possibile ma non è vero”.

Valentina Lodovini per “Buoni a nulla” – frizzante e solare la Lodovini racconta del piacere per lei provato nel lavorare in un film diretto da Gianni Di Gregorio, alla sua terza prova registica. “Stavo accompagnando mia nipote a vedere una puntata di X-Factor, perché impazzisce per Mika, quando ho ricevuto la notizia che Gianni volesse incontrarmi. "8"Ho urlato di gioia nella reception. Ho trascorso tutta la serata a pensare a come non sembrargli un’attrice perché a lui è sempre piaciuto lavorare con interpreti non professionisti. Avevo molta voglia di far parte del suo universo cinematografico. Quando ho saputo che mi aveva preso ho fatto le capriole”. Con ironia l’attrice spiega come abbia fatto di tutto per non deludere il regista ed entrare in pieno nel suo personaggio, Cinzia, curandone ogni dettaglio come in preda alla follia, dalla gomma da masticare alla fragola, alla cover per il telefono tutta brillantinata: “Ho ossessionato anche Marco Travaglio, con cui in quel periodo stavo lavorando. Mi ha regalato un mouse tutto rosa con i brillantini”. Grandi apprezzamenti spesi dalla Lodovini anche nei confronti degli altri attori con cui ha condiviso il set, in particolar modo Marco Mazzocca e Anna Buonaiuto la cui presenza nel film l’ha definita “un valore aggiunto”. Ringrazia anche Di Gregorio per via del rispetto dimostrato nei confronti dei suoi collaboratori, qualità più unica che rara da trovare in un regista. Conclude il suo incontro parlando del cinema italiano: “credo che a volte i suoi meccanismi si inceppino, se un film ha successo si tende a ripeterlo e in questo ripetersi si tende a richiamare anche lo stesso cast, questo per me è sbagliato. Inoltre la sceneggiatura è l’anima di un film, eppure c’è poca attenzione nei film attuali alla storia”.

Massimo Bonetti e Alessandro Haber per “La settima onda” – opera prima di Bonetti in qualità di regista che afferma: “Dopo aver trascorso tanti anni da attore ho avvertito questa esigenza di raccontare una storia dal mio punto di vista. Un’idea che è nata dall’incontro con il vero Tanino, un pescatore di Gaeta” poi ironizza “Qui la definiscono opera prima ma io preferisco parlarne come opera unica, perché non si può "7"mai sapere”. Ad esser presente all’incontro anche Alessandro Haber che spiega la complessità del film in virtù del suo essere al di fuori da ogni canone, rispetto al restante panorama. “La scrittura cinematografica è ormai rara. Non si trova più personalità, le commedie si somigliano un po’ tutte. Non accade più come ai tempi di Antonioni o De Sica i cui film erano riconoscibilissimi”. Girato in Puglia, il film è in concorso fra le opere prime/seconde di questo Bif&st. Non poche le difficoltà incontrate nella sua produzione e distribuzione. Conclude scherzando Bonetti: “Qualcuno mi ha chiesto a chi fosse indirizzato il film. Gli ho risposto semplicemente: a chi vole annà a vederlo!”.

Foto di: Oronzo Lavermicocca.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.