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"wise"Sapienza artigianale italiana, coraggio americano, charme francese.  Danny Wise, top model di fama mondiale passato dal 1992 alla creazione, racchiude mondi diversi in uno stile ricercato e unico che gli è valso ben quattro Oscar per la moda. Siciliano di origine, vissuto fra Beverly Hills, Milano, Parigi, Danny Wise ha iniziato in un piccolo atelier sui Navigli per arrivare oggi a esportare la sua moda nei cinque continenti.  Uno stile che si caratterizza per l’estrema cura nella ricerca dei materiali più preziosi, per uno studio quasi scientifico delle forme e dei tagli, per un’esclusività e uno sfarzo che iscrive questo brand indiscutibilmente nel settore del lusso. Per le star di tutto il mondo o per chi sogna di esserlo, magari nel giorno più importante, indossando un abito da favola della Collezione Sposa 2015.

Danny Wise è nella top ten dei brand di lusso nel mondo. Cosa è per lei il lusso oggi?

La parola lusso è per me molto importante e piena di senso, più ancora della parola moda. Il lusso non coincide con il costo di un oggetto ma con la cultura necessaria a capire il bello. È questo che rende felici: riuscire a capire cosa c’è dietro un prodotto, la qualità, l’impegno, lo stile che ne fanno parte. Per me lusso è creare qualcosa che dà orgoglio a chi lo regala e felicità a chi lo riceve, perché unico. Io creo la donna che amo e l’uomo che mi sento. Per realizzare i miei abiti ho studiato il corpo umano, dietro la creazione di un prodotto c’è un immensa ricerca. Penso i miei modelli su 5 tipi di donna diverse. Questo fa la differenza. Questo è lusso.

Da dove nasce questa sua arte?

Tutti i ragazzi che lavorano con me mi ringraziano per quello che gli trasmetto e che non si insegna nelle scuole di moda. Da anni, infatti, cerco di riscoprire e reinventare me stesso, perché solo così posso dare agli altri. Quando ho iniziato ero un blocco di lava, sono diventato nel tempo cristallo, ma perché avevo già in me qualcosa. Sono nato diverso: a 4 anni imbrattavo i muri di casa, mia madre non capiva che avevo già qualcosa da dire, da esprimere. Mi sono staccato dalla massa per capire me stesso.

Parliamo della sposa Danny Wise.  Cosa l’ha ispirata per la nuova collezione?

La collezione sposa è fatta di 85 pezzi. Io disegno la felicità, voglio che la mia sposa sia indimenticabile, che sia uno shock per chi guarda. La mia ispirazione è l’immensa bellezza, non dell’apparire ma dell’essere. Ho disegnato sia abiti lineari, sia abiti caratterizzati da grandi volumi. Cercando sempre l’equilibrio degli elementi. Quando scelgo l’ampiezza tolgo in finiture, per non sfondare nel kitsch, nel barocco. Al contrario quando i miei abiti hanno forme più minimali scelgo di dare tridimensionalità grazie a tessuti, pizzi, doppi rasi. Per la mia sposa non voglio mai l’obsoleto, mai il costume teatrale. Solo pura raffinatezza.

"Montecarlo"Lei ha già vestito due generazioni di donne per il giorno più importante. Come è cambiata la sposa in questi 20 anni?

La mia prima cliente nel 1992 è tornata lo scorso agosto portandomi sua figlia. È stata una gioia immensa. Le mie spose, per qual che io ne sappia, non si sono mai separate, quindi Danny Wise porta anche fortuna. La donna di ieri si sposava per amore, quella di oggi forse un po’ meno ma in comune c’è la voglia di essere stupende. Ieri si guardava solo all’abito, oggi si studia il total look. Non creiamo solo il vestito ma pensiamo a tutto quello che accadrà nel giorno del matrimonio. Studiamo l’outfit della sposa in base alla location, scegliamo il tacco giusto, se la festa è danzante trasformiamo l’abito togliendo la coda per rendere i movimenti più fluidi. La sposa di ieri come quella di oggi sceglie Danny Wise perché vuole qualcosa di eccezionale. Io so cosa vuole una donna.

Il suo stile è molto amato dalle celebrity di tutto il mondo. Con chi ha lavorato meglio?

Fra gli uomini  scelgo il presidente Regan, una persona estremamente educata, che si fidava ciecamente dei miei consigli. Lo ricevevo nel mio atelier di Beverly Hills ed ero sempre io personalmente a sistemargli la giacca. Quando abbottonavo l’ultimo bottone lui aspettava qualche secondo, si guardava nello specchio e diceva “ Ora capisco, Danny Wise è Danny Wise”…Un uomo di così immenso potere, con la possibilità di scegliere qualsiasi cosa, amava il mio stile! Fra le donne ho lavorato molto bene con Liza Minelli. Ho seguito il suo tour mondiale partito da Taormina. Ricordo che stavo per andare in vacanza quando mi chiamò e mi disse “Sono nella tua Sicilia,  devi venire qui, io ho bisogno che sia tu a disegnare i miei abiti”. Io ho preso il primo volo e sono andato da lei. Anche creare abiti per Salma Hayke è stata una grande soddisfazione. È venuta da me perché voleva un abito corto e marrone, la guardai negli occhi e le feci indossare un abito lungo e color mandarino. Si è affidata completamente a me e il risultato fu immediato: ottenne la prima copertina su Vogue.

Il suo brand si estende in molti ambiti del lusso, dalla moda allo sport. Ci sono territori ancora inesplorati in cui vorrebbe portare il suo stile?

Mi piacerebbe creare un profumo da donna e uno da uomo. Ci stiamo lavorando.

Lei lavora in tutto il mondo. Dove c’è più fermento per la moda e lo stile?

La mia azienda lavora in 5 continenti, ma devo ammettere che per lo stile la capitale indiscussa rimane Parigi. A Parigi si possono trovare consumatori educati alla qualità e addetti ai lavori che sanno riconoscere il talento: riescono a comprendere che io ho creato una donna che prima non c’era, una donna che conserva la femminilità e la bellezza e incontra la semplicità e l’affidabilità.

 

 

 

 

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.