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Pugliese. Classe 1987. Carmine Tundo nasce 27 anni fa a Galatina ed ha già all’attivo un percorso musicale lunghissimo. A dispetto della giovane età nella sua carriera ha già sperimentato generi musicali diversi, dato vita a progetti poliedrici, dividendosi fra le collaborazioni con l’industria musicale e il circuito indipendente. Un’identità musicale eclettica che va dallo ska punk dell’esordio con la band dei Cruska, al progetto solista Romeus con il quale viene scoperto da Corrado Rustici e Caterina Caselli entrando a far parte dell’etichetta Sugar e arrivando a Sanremo giovani nel 2010. Parallelamente Carmine Tundo continua una intensa attività di arrangiatore e autore, scrivendo canzoni per artisti del calibro di Malika Ayane. Ma non solo. Nel 2013 dà vita insieme al bassista Giuseppe Calabrese a Nu-Shu, duo noise rock, e nel 2014 nasce Uriel, band post rock, in cui è autore voce e batterista. Nel 2013 nasce anche La municipàlprogetto di pop d’autore, dove raccoglie le canzoni più ironiche e romantiche scritte negli ultimi anni.

 

 

Hai iniziato prestissimo la tua carriera musicale e oggi hai già all’attivo numerosi progetti. Ogni progetto è una tappa del tuo percorso o sono diverse identità che convivono?

 

Da quando ho iniziato a fare musica ho incontrato diversi generi e ho avuto diverse influenze artistiche. Ogni genere a cui mi sono avvicinato ha dato vita a un progetto musicale ben definito alimentando le mie diverse identità artistiche. Crescendo e arricchendo il mio percorso personale ho cercato di sviluppare lavori che mi permettessero di esprimere le diverse sfumature del mio carattere. Non sono tappe che si esauriscono, tutte le mie anime musicali convivono. Romeus ad esempio è un progetto più commerciale dal quale in questo momento sono un po’ distante, ma questo non vuol dire che quella parte di me muore, ci ritorno quando sento di aver trovato la canzone giusta per quel genere.

 

Tu nasci nel circuito indipendente e proprio con Romeus ti sei avvicinato alla Sugar di Caterina Caselli. Come è stato questo passaggio?

 

All’inizio ho creduto che le due identità potessero contaminarsi. Quando ho iniziato a lavorare con la Sugar il mercato discografico si trovava in una condizione diversa da quella attuale, molti gruppi provenivano dal circuito indipendente e riuscivano comunque a collaborare con il mercato senza perdere la propria natura. Per quanto mi riguarda invece l’incontro con Caterina Caselli e Corrado Rustici mi ha permesso esprimere la mia vena più “pop”. Pur venendo dal circuito indipendente, infatti, ho sempre scritto canzoni pop, così la Sugar mi ha dato la possibilità di mettere in un disco questo tipo di produzione.

Poi nel 2013 nasce La Municipal. Quale parte di te confluisce in questo nuovo progetto?

La Municipal rappresenta la mia maniera più romantica e ironica di vedere la vita. È un lato del mio carattere più spensierato che prende voce attraverso questo progetto. Anche la scelta di collaborare con mia sorella in questo lavoro ha per me un significato molto particolare.

Come nasce la collaborazione con tua sorella?

Mia sorella studia medicina ma suona il pianoforte ed è autrice e compositrice. C’è sempre stato fra noi un grande affiatamento musicale. Io avevo già realizzato un repertorio di canzoni che costituiscono il nucleo del lavoro con La Municipal e ho deciso di condividerlo con mia sorella perché è un mondo musicale che rispecchia anche una parte del suo carattere, che ci accomuna.

Con La Municipal hai deciso di rinunciare alla tua immagine e di affidare la tua identità a un avatar. Perché questa scelta?

Avendo collaborato con etichette più commerciali ho capito la differenza fra le logiche dell’industria musicale e il mio modo di vivere la musica. Il mercato punta tutto sul personaggio, basta pensare a reality come X Factor o Amici in cui emerge chi più si fa notare. Io sto cercando di prendere le distanze da quel modo di intendere la musica, per questo ho deciso di far parlare le mie canzoni, la mia voce. Grazie alla collaborazione con altri artisti è venuta l’idea di affidare la mia immagine a un avatar, la musica prende un altro tipo di potere grazie a questa scelta e si rafforza nella collaborazione con nuovi mondi artistici.

La collaborazione con altre forme artistiche è una cosa ricorrente per te. Oltre alla musica hai in piedi un progetto cinematografico. Di cosa si tratta?

Ho iniziato da un po’ di tempo a lavorare a un progetto con un regista conosciuto sul set di un video di Malika Ayane. Con Antonio Passavanti ci è venuta in mente questa folle idea di andare in giro per l’Europa per raccogliere storie, respirare le città e quello che hanno da offrirci. Viaggiamo, ci immergiamo nei luoghi, raccontiamo le persone che incontriamo. A questo racconto si aggiunge una mia colonna sonora. Abbiamo già toccato Lituania, Portogallo, Ungheria… ma il viaggio continua. Vogliamo mettere assieme questi corti per realizzare un lungometraggio.

Continua anche la tua attività di autore. Per chi ti piacerebbe scrivere una canzone?

Si, la mia attività di autore continua grazie alla collaborazione con la Sugar, ma sto percorrendo anche in questo settore nuove strade. Cerco di scrivere con il cuore e non pensando al pubblico. Scrivere per gli altri mi piace perché mi permette di conoscere aspetti di me stesso nuovi, di scoprire altri modi di vedere e altre sfumature del mio carattere. Mi piacerebbe molto scrivere per Mina, una delle più grandi voci italiane. È un’artista che ammiro e che sento vicina anche per la sua decisione di ritirarsi dalle scene e far parlare solo la sua voce e la sua musica.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.