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"tappi"Simone, Samuele, Alessia, Micaela, Pasquale. Sono i nomi di alcuni bambini figli dei operai della FAS Spa, azienda pugliese (gli stabilimenti hanno sede a Corato, nell’hinterland barese) produttrice di pannolini per bambini e assorbenti igienici per signora che da lavoro ad oltre 50 famiglie (tra dipendenti e indotto) del territorio e porta in giro i prodotti Made in Puglia per tutta Italia. Ogni giorno aspettano con ansia e trepidazione che i loro papà tornino dalla fabbrica per condividere insieme ogni giorno.

Purtroppo per altri, troppi, bambini italiani non sarà più possibile guardare negli occhi il proprio papà perché vittima di un incidente sul lavoro.

Sebbene gli incidenti e le morti sul lavoro siano in diminuzione (nel 2012 le vittime sul lavoro accertate sono state 790, con una diminuzione che sfiora il 30% rispetto al 2008) il tema della sicurezza sul lavoro è ancora incandescente e riguarda tutte le componenti: operai e aziende, impegnati insieme per mettere in piedi strategie con impegno ma soprattutto con strumenti di sensibilizzazione.

“APRI GLI OCCHI” è il nome dell’originale iniziativa sulla sicurezza nelle fabbriche lanciata dall’azienda pugliese FAS Spa che ha avuto come protagonisti proprio alcuni figli degli operai, pensata per sensibilizzare gli operai stessi ad una maggiore attenzione sui luoghi di lavoro, all’utilizzo corretto dei macchinari e all’attuazione delle pratiche sulla sicurezza durante le manovre quotidiane in fabbrica.

Le gigantografie dei bambini che lanciano un messaggio ai propri genitori, rigorosamente in tenuta da operaio, affisse negli stabilimenti della Fas, evidenziano attraverso gesti e frasi ad hoc gli aspetti e le manovre rischiose sulle quali agli operai è richiesta la massima attenzione, come ad esempio l’utilizzo di scarpe antinfortunistiche, l’attenzione agli ingranaggi delle linee di produzione, la corretta postura per il sollevamento dei carichi pesanti, l’utilizzo della mascherina per evitare di respirare le polveri.

"pesi"“E’ stata un’idea che abbiamo voluto condividere con i nostri dipendenti – ha spiegato l’amministratore delegato della FAS Spa Francesco Squeoper sensibilizzare in fabbrica l’attenzione alla sicurezza. Accanto ai simboli di pericolo convenzionali abbiamo voluto aggiungere un messaggio lanciato in maniera simpatica direttamente dai figli degli operai, che per una volta assumono il ruolo di “controllore” nei confronti dei propri genitori. E’ stata proposta e subito accettata con grande entusiasmo da parte di tutti e così ci siamo attivati per realizzare questa iniziativa, a nostro avviso fondamentale per stimolare la massima attenzione da parte dei lavoratori durante gli orari di lavoro perché con la vita non si scherza”.

Così come i lavoratori anche le aziende devono metterci del proprio per offrire tutti gli strumenti adatti a ridurre al minimo i rischi di incidenti sul lavoro.

Il processo di investimenti dell’azienda barese (oltre 3 milioni di euro per una nuova linea di produzione e un nuovo opificio progettato per ridurre l’impatto ambientale) ha riguardato anche la formazione e la crescita del proprio staff sia dal punto di vista tecnico, della sicurezza sul lavoro, sia di team building non limitandosi a rispettare gli adempimenti di legge ma andando oltre, fornendo un valore aggiunto alla formazione.  Insieme ad un poule di professionisti da 5 anni l’azienda svolge un percorso formativo coni suoi dipendenti che ha toccato varie tematiche previste dalla normativa, come ad esempio la valutazione del rischio connesso all’utilizzo di apparecchiature, all’esposizione a componenti chimici, l’esposizione al rumore e l’utilizzo dei video-terminali.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.