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Il secondo titolo della Stagione d’Opera 2013 della Fondazione Petruzzelli, rappresenta una nuova scommessa: da venerdì 8 marzo alle 20.30, andrà, infatti, in scena La muette de Portici, grand-opéra in cinque atti di Danile François-Esprit Auber, su libretto di Eugène Scribe e Germaine Delavigne. Tale opera fu rappresentata per la prima volta all’Opéra di Parigi il 29 febbraio 1828 e, a quella data, seguirono cinquecentocinque repliche messe in scene fino al 1882 nella sola Parigi. Il grande successo era in parte dovuto alle novità dell’impianto musicale e teatrale, ma soprattutto all’aderenza all’aspirazione romantica sostenitrice di valori civili come la libertà dei popoli dall’oppressione della politica in nome del riconoscimento della dignità di ogni individuo. I librettisti, basando l’intreccio sulla rivolta capeggiata da Masaniello a Napoli nel 1647, misero in scena un eroe popolano, figura letteraria cara agli intellettuali borghesi e vicina al pubblico del momento.
La partitura dell’opera, conosciuta anche con il titolo Masaniello, è quella dell’opéra-historique che caratterizza il teatro francese di quegli anni: cinque atti, soggetto storico, grandi scene di massa, ampi cori, balletti, processioni, imponenti finali e allestimenti sontuosi.
Rispetto a questa impostazione, Emma Dante, nome di fama nazionale chiamata a firmare la regia dello spettacolo – produzione dell’Opéra Comique di Parigi, in coproduzione con il Théâtre Royal del la Monnaie di Bruxelles – ha operato una scelta differente, semplificando la rappresentazione le cui scene sono volutamente scarne ed essenziali al fine di dare massimo rilievo alle voci e ai corpi.
Un’altra novità assoluta de La muette de Portici era infatti l’inserimento nell’opera del mimo, del gesto privo di parola come parte integrante della trama. La regista napoletana ha pertanto enfatizzato tale aspetto constatando che nell’insieme dell’opera il popolo ha come principale mezzo d’espressione la danza e, pur non comportando lo spettacolo né danzatori né coreografo, ha scelto di sviluppare l’espressività attraverso il movimento e le posture, basandola sull’improvvisazione. In tal modo, l’interprete, Elena Bognoni, si esprime con forza ma non danza, è tenera e selvaggia insieme, così come la protagonista Fenella che è un animale ferito e sofferente dall’inizio alla fine.
Lo spettacolo La muette de Portici è stato inoltre adattato al Teatro Petruzzelli che presenta un’apertura tre volte più grande del teatro parigino e la regista ha anche inserito una nuova scena, di cui però non ha voluto dare alcuna anticipazione, che sarà un omaggio alla città di Bari,.
Infine il maestro dell’Orchestra, Alain Guingal, riprendendo l’importanza dell’originalità di tale opera, ha ribadito come essa segnasse, all’epoca del debutto, la fase di transizione da Rossini alla produzione romantica francese e fosse un esempio a cui hanno guardato e attinto a lungo autori successivi come, ad esempio, G.Verdi per Un ballo in maschera.
Si tratta quindi di un’opera difficile in quanto sconosciuta al grande pubblico ma che, proprio per questo motivo, si spera possa dare un avvio ad una tournée in Italia ed in Europa.
Infine, lo spettacolo rappresenta anche l’occasione per rafforzare il partenariato tra la Fondazione Petruzzelli e il circuito del Teatro Pubblico Pugliese e, pertanto, chi acquista un biglietto (intero) per uno degli spettacoli delle stagioni di prosa aderenti al consorzio, ha diritto ad un cadeau per “La muta di Portici” in una delle date previste.

Foto di Carlo Cofano

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.