Tempo di lettura: 5 minuti

"iran"

Di ogni luogo del mondo lontano da noi la società moderna ci dà un’ immagine completamente distorta. Ci basta leggere quello che dicono le pagine governative prima di un viaggio, i bollettini dei media, le ambasciate.
Pare che leggendo ed informandoci prima di recarci in qualche luogo nessun paese sia più sicuro, che viaggiare non sia più possibile. In nessun caso lo sbaglio è così penalizzante come in Iran, dipinto come un luogo di terroristi e pericoloso è invece uno dei paesi più sicuri ed ospitali nei quali mi sia mai recato. Sotto il velo dell’ Iran c’è un paese che non vi aspettereste mai di trovare.

Per centinaia di anni la via della seta è stata uno dei viaggi più affascinanti che esploratori e viaggiatori potessero mai intraprendere.
Prima che venissero scoperte le rotte per le Americhe il tratto che portava verso oriente era un’ esperienza unica nella vita.
Questo tragitto che comprendeva 8 000 km aveva una delle sue parti più suggestive qui, in Iran.
I caravan serragli costruiti esattamente ad un giorno di viaggio l’ uno dall’ altro, avevano una grande corte al centro e le camere tutte intorno, i viaggiatori qui si incontravano per riposare, mangiare e raccontarsi storie prima di riprendere il cammino.
Cosa avrà pensato per la prima volta Marco Polo e come lui tutti i commercianti dell’ epoca in mezzo a decine di etnie diverse, tra musica e fuochi, tra dromedari e datteri?"iran1"
I maestri allora come oggi tessevano i tappeti dalle trame strette, ogni tappeto era una mappa in scala di un luogo, tutto fabbricato con una precisione e perfezione che solo gli artigiani persiani riuscivano a regalare, ogni tappeto ha un solo difetto che solo il suo realizzatore conosce e che lo rende unico ed inimitabile, come dicono i nomadi del deserto: “nulla è perfetto se non ha un difetto”.

Oggi l’ Iran conserva molto di quegli odori e di quelle storie, i caravan serragli sono diventati enormi bazar dove si può trovare qualsiasi cosa, il posto ideale per mangiare, bere the, chiacchierare ed ascoltare storie, qui ho scoperto che l’ Iran è completamente diverso da quello che ci raccontano in occidente.
Le immagini che i media ci propinano continuamente, cioè uomini intenti a bruciare bandiere americane davanti alle ambasciate, non sono che un piccolo gruppo (non arriva nemmeno al 5% della popolazione) chiamato Basij, un gruppo estremista appoggiato però dal governo islamico e tra l’ altro molto mal visto dal resto dei cittadini iraniani che lo considera matto, pericoloso ed ignorante.

Gli Iraniani invece sono un popolo moderno ma che riesce a mantenere la propria cultura antica di millenni. Per strada spesso si incontrano gruppi di uomini che cantano a memoria le poesie di Hafez, uno dei più famosi poeti persiani di sempre. La gente qui è cresciuta con la storia dell’ antica civiltà persiana ed il mito della splendida città di Persepolis e contemporaneamente vanta i migliori chirurghi plastici (una ragazza su 3 tra i 20 ed i 25 anni si rifà il naso) ed oculistici del mondo.

Viaggiare in Iran è perfettamente sicuro anche per le donne da sole, il viaggiatore gode di gran rispetto e l’ ospitalità qui è qualcosa che avvolge il visitatore come pochi paesi al mondo; atti come i furti per strada, la microcriminalità sono quasi del tutto assenti.
Allora cosa spaventa così tanto i viaggiatori? Perché i media continuano a sconsigliare di visitare questo magnifico luogo?"iran2"
In realtà escluse alcune zone (confine con il Pakistan e l’ Afganistan) dove il pericolo è per lo più legato al traffico di droga (da qui passa il 90% dell’ oppio destinato alla produzione di eroina),l’ Iran è un paese dalla gente pacifica ma che vive sotto un regime.Quasi tutto è vietato, bere alcol (è punito con 80 frustate), effusioni in pubblico (40 frustate), la maggior parte dei siti internet, un blogger di recente è stato impiccato per articoli contro il governo.
L’ Iran di oggi ricorda molto quello che doveva essere l’ Italia sotto il fascismo, a differenza dell’ epoca però i ragazzi di oggi hanno internet e questo sta accelerando il processo di voglia di libertà.
Il governo Iraniano non ama che i propri ragazzi raccontino lo stato di regime sotto il quale devono vivere, i nostri governi non amano che scoprendo culture lontane possiamo accorgerci di quanto tutti al mondo siamo soltanto persone diventando così meno controllabili.

Hamid un ragazzo di 30 anni mi racconta la sua storia:
il mio sogno ed unico vero scopo nella vita è viaggiare, per noi però è molto complicato, il governo ci richiede moltissimi documenti, compresa un quantità di soldi che nessuno di noi si può permettere, con questo cambio poi, i biglietti aerei sono più che proibitivi.
Non possiamo esprimere liberamente la nostra opinione, abbiamo anche una polizia telematica che qualche giorno fa mi ha fatto chiudere il mio profilo facebook, per usare siti internet per voi comuni (youtube, google, facebook) dobbiamo connetterci da un software illegale pagandolo ogni mese, riusciamo sempre a trovare delle soluzioni ma non è affatto semplice.
Molti di noi purtroppo invece di combattere per una società migliore preferiscono trovare il modo di andar via, anche la musica rock o che non sia tradizionale è vietata in pubblico e dobbiamo ricorrere a feste clandestine per poter bere un drink ed ascoltarla, se ho una ragazza non posso andare con lei nella stessa camera d’ albergo senza essermi prima sposato.
Ma l’ Iran non è sempre stato così, fino al 1979 prima della rivoluzione, questo era un pese libero, le donne potevano vestirsi nel modo che desideravano ed i locali servivano vino.
Io credo in Allah e Maometto ma non credo più nei leader religiosi di oggi che si ingozzano a nostre spese facendo tutto quello che a noi è proibito, non so se scoppierà mai una guerra civile qui, ma se dovesse accadere, i primi ad essere uccisi sarebbero proprio i leader religiosi
. ”"iran3"

Quando lascio Hamid mi fa promettere di non dire a nessuno quello che mi aveva raccontato : “ è più facile per noi parlare con gli stranieri che non con gli amici, ovunque possono nascondersi spie. Hanno escogitato un metodo di terrore che funziona davvero bene, aver paura dei propri cari”, mi dice.

Durante il mio periodo in Iran sono stato ospitato in molte case, ho lavorato, viaggiato, ho respirato la polvere del deserto, conosciuto i corrieri della droga al confine con il Pakistan e l’ Afganistan, mi sono intrufolato nelle feste clandestine e parlato con i Basij visitando la parte più estremista del paese, quasi ovunque ho camminato di notte e di giorno senza avvertire il più piccolo pericolo attorno a me, avvertivo invece una gran voglia da parte della gente di capire chi io fossi ed una calda e meravigliosa accoglienza.
Tornando in Europa una notte mi ritrovai in una delle sue capitali, lontani erano i profumi e le bellezze Iraniane, da poco era finita una partita di calcio ed i tifosi completamente ubriachi si erano riversati per le strade distruggendo bottiglie e sfasciando quello che capitava loro a tiro, allora, di quale luogo dobbiamo davvero aver paura? Qual è la società da temere?
Vi stupirebbe sapere che in molti paesi all’ estero, soprattutto in Medioriente ed in Asia, l’ immagine che si ha dell’ Italia è di un gruppo di mafiosi che spara per strada, nessun paese è mai come ve lo raccontano.

Ogni volta che salutavo un amico o un’ amica in Iran tutti, nessun escluso mi pregava:
quando tornerai in Europa, racconta che noi non siamo 75 milioni di Ahmadinejad, racconta cos’è l’ Iran davvero, com’è la sua gente, racconta che non siamo terroristi, racconta che siamo soltanto persone”."iran4"

Ogni giorno che mi recavo fuori dal posto in cui vivevo, camminando per le strade ed i bazar c’ era sempre qualcuno che si avvicinava a me semplicemente per chiacchierare e per la voglia di sapere chi ero e raccontarmi chi lui fosse, lo scambio tra vite sconosciute senza secondi fini se non il piacere della conoscenza.
Sotto il velo dell’ Iran ci sono persone che amano, ridono, vivono, sognano, sotto il velo dell’ Iran ci sono persone che hanno voglia di farsi vedere per quello che sono, sotto il velo dell’ Iran ci sono semplicemente altre persone, come sotto qualsiasi altra maschera vi metteranno mai in viso.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.