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"Logos"Un accogliente soppalco, raccolto fra mogano e vini, ha incorniciato la presentazione di “Logos”, prima opera solista del giovane compositore molfettese Francesco Lisena. Siamo al Dona Flor, l’elegante caffetteria attigua al Petruzzelli, che ha fatto da sfondo alla presentazione del lavoro discografico prodotto da “Digressione Music”, presente nella persona di Girolamo Samarelli.
A far opera di doviziosa descrizione del lavoro proposto, oltre all’autore, Antonio Magarelli, direttore dell’Ensemble vocale “Hexachordum”, di cui il disco si è avvalsa, ed il Maestro Gianvincenzo Cresta, cui è spettato il compito di introdurre la figura e l’opera di Lisena.
Parola chiave attorno a cui ruota il progetto “Logos” e su cui pare fondare le proprie salde basi l’arte di Lisena è ‘autenticità’, concetto cardine più volte e da più voci ribadito che intende informare di sé l’opera presentata.
Tra sacro e vocale, “Logos” è un progetto che è un po’ fuori dalla sensibilità contemporanea – come spiega Cresta, che ne ha scritto l’introduzione e cui Lisena riconosce una sorta di paternità spirituale – pagando dazio alla retorica della nicchia, che confina il lavoro dei compositori contemporanei in uno spazio angusto. Operazione coraggiosa è stata puntare sulla musica vocale per un primo disco, dal momento che la tradizione ci dice che il rapporto tra ‘900 e vocalità è complesso, così come complesso è il progetto che espone Francesco Lisena ad un confronto con la grande tradizione polifonica rinascimentale, ripescandone molti elementi come punti di riferimento del suo codice espressivo e musicale. Reinventare gli stilemi di quella polifonia è la sfida di Lisena, che la raccoglie dedicandosi ad un modo originale e autentico di declinare la musica con le parole; determinante è l’autenticità (termine appunto che ricorre) del gesto, frutto di uno “scavo” di ciò che è nei precordi, nei recessi intimi di chi compone, e viene estratto, come una sorta di “tredicesimo suono”, quello dell’anima, che completa e quasi supera la dodecafonia.
“Logos” si presenta come un progetto estremamente curato, un disco che si offre come narrazione, racconto di un’esperienza essenzialmente intima e spirituale; e che non vuole connotarsi come musica “liturgica” in senso stretto, bensì come musica che ha in sé una sua intrinseca sacralità: la sua “liturgia” risiede proprio nella dichiarata capacità di sommuovere emozioni, ambendo a sanare la dicotomica frattura tra composizione e pubblico. E’ musica che cerca un interlocutore.
E proprio da un’interlocuzione, quella tra compositore ed esecutore, è scaturito “Logos”: Francesco Lisena e Antonio Magarelli hanno lavorato in sinergia alla realizzazione del disco, sinergia che è la chiave affinché la partitura divenga suono, come ha spiegato con filo d’emozionata voce lo stesso Lisena; il sodalizio tra Lisena e Magarelli s’è snodato attraverso il lungo lavoro dell’Ensemble Hexachordum, dando luogo ad un prodotto finito che si offre come vero e proprio viaggio spirituale, in cui le linee del comporre si distendono nel loro farsi musica.
“Logos” si articola in nove tracce, composizioni che vanno dal 2007 al 2012 e che sono state registrate presso l’auditorium del Museo Diocesano di Molfetta, una ex cappella che perfettamente si è prestata allo scopo, favorendo il riprodursi delle condizioni acustiche ideali.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.