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Per quanto il jazz sia nato nei sobborghi americani con delle radici di valenza sociale, nel suo percorso evolutivo si è sempre avvalso di un’estetica talmente forte che ad esso sono più volte stati associati termini come eleganza e raffinatezza. E quando si ha la fortuna di ascoltare del buon jazz in contesti suggestivi, si può avere l’impressione di essere avvolti e totalmente rapiti dalla musica. Quale location migliore quindi di quella che può offrire una città ricca di charme come Monte Carlo?

Inizia oggi, 21 novembre, nella cittadina monegasca, la settima edizione del Monte-Carlo Jazz Festival, organizzata dall’IjfoInternational Jazz Festivals Organization e da Monte-Carlo SBM, sotto l’Alto Patrocinio di S.A.S il Principe Alberto II, e supportata dalla collaborazione di Rolex e Audi.

Questo prestigioso Festival si svolge fra le mura di un vero gioiello di architettura progettato nel 1872 da Charles Garnier (già architetto dell’Operà di Parigi), ossia la Salle Garnier dell’Opéra di Monte-Carlo, celebre sia per la finezza delle decorazioni esterne (con la verde cupola di rame sulla quale spiccano le statue dorate “La Danse” e “Le Chant”), che per il lusso sfarzoso degli ornamenti barocchi all’interno, ma soprattutto per l’acustica perfetta.

Jean-René Palacio (direttore artistico anche di un’altro prestigiosissimo festival, Jazz a Juan, che si svolge a Juan les Pin Cap d’Antibes) per questo cartellone ha fatto una scelta alquanto variegata, per soddisfare l’esigenze di un pubblico colto e ricercato, offrendo artisti di altissimo livello e differenti forme di jazz, per coprire un repertorio che spazia dal passato, al presente e al futuro.

L’inaugurazione del festival,  vedrà protagonisti China Moses & Raphaël Lemonnier con “This One’s for Dinah”, omaggio dedicato alla leggenda del blues Dinah Washington. L’incontro tra la magnetica voce della cantante americana e il tocco sublime del pianista francese ha dato vita ad uno straordinario spettacolo dove il repertorio anni ’50 e ’60 della celebre cantante è affiancato a composizioni originali del duo. Una vera "émotion à fleur de peau". Il duo sarà affiancato da Jean-Pierre Drouard alla batteria e Daniel Huck al sassofono.

La serata avrà poi un cambio di stile e vedrà sul palco una stella italiana, Pino Daniele, con prestigiosa chitarra di Michael Baker, Rino Zurzolo alla batteria, Gianluca Podio al basso ed Elisabetta Serio al pianoforte e tastiere. Nel suo ultimo lavoro "La grande Madre", Pino Daniele ha ristabilito i contatti con le radici della sua fase napoletana mischiata al blues americano, pur rimanendo ancorato alle inflessioni melodiche degli ultimi anni, alternando quindi spessore a raffinatezza.

Il giorno seguente, giovedì 22, sarà Manu Katché a inaugurare la seconda serata del festival. Manu nel corso della sua carriera ha affiancato artisti rock del calibro di Dire Straits, Simple Monds, Tears for Fears, The Bee Gees, Joe Satriani e Youssoun Ndour, ma nel suo percorso ha affermato anche un personale e inconfondibile esprit jazz colorato di calde tinte africane. Per l’occasione presenterà sul palco monegasco il suo ultimo progetto, En écoute exclusive, con l’etichetta ECM. (Nella Foto Katchè è fotografato da Adriano Scognamillo nella Sala Garnier)

La serata si concluderà con un ensemble che non ha bisogno di presentazioni: Chick Corea affiancato da Christian McBride al contrabbasso, Brian Blade alla batteria e Kris Campbell alle tastiere. Come di consueto la leggenda vivente del jazz offrirà un fantastico mix di bebop, jazz fusion, canzoni per bambini e musica da camera, in questo periodo di esplosione creativo che vede all’attivo nel 2012 ben due album.

Il venerdì è interamente dedicato ad una delle voci femminili più affascinanti, ma anche più vendute e premiate del jazz, Diana Krall. Grande attesa per l’ascolto dei brani di Glad Rag Doll, ultimo lavoro discografico che la vede accompagnata da una nuova band. Diana ha raccontato di aver esplorato minuziosamente la collezione di polverosi 78 giri di suo padre prima di scegliere una quindicina di brani, composti negli anni ’20 e ’30, classici, malinconici e nostalgici, dal sapore rag, vaudeville e swing per poi dare loro una nuova veste, grazie anche al supporto dell’abilissimo produttore-musicista T-Bone Burnett.

Sabato 24, la serata ha inizio con un vero esteta della musica, il trombettista libanese Ibrahim Maalouf. Nel suo percorso Ibrahim ha sempre ricercato l’armonia in qualsiasi forma musicale e nelle più disparate radici etniche. Ha saputo fondere nella sua arte la musica sufi, la ottomana, la classica, l’araba, il jazz, l’electro, la balcanica, la sudamericana, il rap e l’heavy metal, sintetizzandole in un personalissimo linguaggio, diretto e penetrante.

In occasione di questo concerto, anche lui presenterà al pubblico di Monte-Carlo il suo ultimo album, Diagnostic.

Grande finale per il Monte-Carlo Jazz festival. Dopo aver composto il live del 2009 "Live in Montecarlo", ritorna nella sala Garnier il grandissimo Marcus Miller, detto anche M2, o the superman of soul. Geniale polistrumentista e compositore insaziabile. Con il suo inimitabile slap sa ipnotizzare qualsiasi ascoltatore. In 35 anni di carriera, ha saputo rinnovare costantemente il suo stile, collaborando inoltre con leggende come George Benson, Miles Davis, Al Jarreau ed Herbie Hancock. Marcus sarà accompagnato da una band giovane ma di formidabile talento. (Nella foto di A.Scognamillo è ritratto nell’Hotel Hermitage di Monte Carlo).

Foto di Adriano Scognamillo e Mariagrazia Giove, riproduzione non consentita.

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Mariagrazia Giove