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"priscilla-musical"Il grande teatro Ciak, adeguatamente trasformato per l’occasione in Priscilla Palace, si riempie man mano che i minuti scorrono e quasi non ci credi che al “Chi è di scena?” il grande tendone ospiterà alla fine tanto pubblico. Mancano ormai pochi secondi, la sala è piena, e già nell’aria si sente che lo show sta per iniziare. Uno sguardo alle luci, quelle pronte per illuminare la scena dalla platea, e uno alla fonica rendono presto l’idea che quello a cui stai per assistere è un “grande” spettacolo. Una luce alla sinistra del palco si accende e, attraverso una vetrata, illumina i musicisti che di li a pochissimo suoneranno dal vivo le coinvolgenti musiche di “ Priscilla la Regina del Deserto-il Musical”. Ci siamo!L’adrenalina sale e con essa le luci sul palco.

Da questo momento in poi saliamo tutti sul vecchio bus dipinto di rosa per viaggiare da Sidney, attraverso il deserto australiano, con i tre protagonisti della storia Tick, l’ex etero, Adam, il gay e Bernadette, il transessuale, fino a raggiungere Alice Springs dove il primo incontrerà finalmente “il più bell’errore della  mia vita”, un figlio avuto dall’ex moglie  proprietaria del locale dove le tre transgender si esibiranno. Ma è un viaggio anche, e soprattutto, attraverso il nostro senso di libertà, il nostro spirito di tolleranza, una fuga dai pregiudizi alla ricerca dell’amicizia e dell’amore. Un percorso nelle emozioni e nei sentimenti ma esplorandoli con gli artifici della commedia, all’insegna del divertimento e del coinvolgimento più sfrenato. L’effetto di tutto ciò ci solleva, con mano magica ed invisibile, dalla poltrona per farci ballare e cantare sul posto una delle migliori selezioni dance dagli anni 70 in poi (con qualche sconfinamento) che potesse capitarci di ascoltare: Don’t Leave Me This Way, Go West, Hot Stuff e tanta Madonna con Material Girl, Like A Virgin, Holiday e soprattutto l’irresistibile, trascinante, sconvolgente I Will Survive. Venticinque brani di una forza  incredibile che rapiscono sia noi, nostalgici degli anni 70/80, che chiunque altro sia in sala ad ascoltarli, a dispetto delle generazioni. E’ un vero musical, di quelli grossi di stampo anglosassone, quello che stiamo “vivendo” stasera e il suono del nostro battito cardiaco accelerato è coperto solo da quello delle potenti casse che riempiono il Ciack di questa incredibile musica. Uno spettacolo che ostenta, a dispetto di ogni logica commerciale attuale, un impiego produttivo impressionante:un cast di circa 30 artisti, 495 Costumi, 60 parrucche, 150 paia di scarpe fatte su misura per un totale di 261 cambi-costume, un mostruoso impianto luci, musicisti dal vivo, un numero imprecisato di tecnici e macchinisti, e soprattutto lei, la protagonista assoluta, Priscilla, soprannome dato ad un vecchio bus: 7 metri e mezzo, 6 ton circa di peso,  3 ascensori al suo interno, ricoperta da centinaia di led, la cui realizzazione ha richiesto un budget di $. 700.000. E i dollari ci ricordano l’animo anglosassone del musical che è stato “clonato”  dal modello australiano e prodotto  dal  M.A.S di Milano (Winx,Il Mondo di Patty), con un eccellente staff guidato dall’abilissima direzione del regista Simon Phillips, che ha visto Brian Thomson curare le Scenografie, Tim Chappel & Lizzy Gardiner gli splendidi, caleidoscopici costumi, Stephen ‘Spud’ Murphy la Direzione musicale e Ross Coleman and Andrew Hallsworth le Coreografie, tutti pluripremiati.

Il viaggio “on the road” dei tre transgender parte nel 1994  quando Stephan Elliott scrive soggetto e sceneggiatura di ““The Adventures of Priscilla Queen of the Desert”, film commedia, vincitore, tra gli altri, di un Premio Oscar e del Grand Prix Du Publique al Festival di Cannes, firmandone anche la regia. Ma è solo  più tardi che l’autore ne fa un adattamento teatrale, firmato con Allan Scott, presentando al pubblico il Musical che debutta per la prima volta in assoluto nell’ottobre 2006 a Sidney e dalla capitale, in breve, conquista le platee di tutta l’Australia diventando il musical di più grande successo di tutti i tempi con oltre un milione di spettatori. Poi Londra,Toronto,Brodway ( attualmente è uno dei musical di maggior successo), dove, in pochi anni, Priscilla conquista moltissimi premi e riconoscimenti internazionali. E finalmente, nel  dicembre 2011, debutto al Ciak di  Milano  dov’è ancora in scena  fino a tutto aprile.

 Ma una tale macchina dello spettacolo non avrebbe potuto produrre risultati adeguati se non avesse avuto un cast artistico degno dell’impianto generale. Innanzitutto i tre protagonisti, i transgender, perfetti nei rispettivi ruoli: Tick, un Antonello Angiolillo (Poveri ma belli,La Bella e la Bestia), di ottime doti canore, meno quelle recitative, ma che riesce tuttavia a disegnare un personaggio di non facile interpretazione; Adam è Mirko Ranù, un giovane performer, di ottimo talento, che offre una prova di grande energia esplosiva e di grande simpatia; Bernadette è Simone Leonardi (La Bella e la Bestia), e qui parliamo di un performer di tutt’altro spessore. Leonardi si cala nel ruolo con perfezione e passione, curando ogni più piccola sfumatura, dalla postura alla gestualità, alla voce, trasformandosi per due ore nel personaggio affidatogli e, a dispetto dell’anagrafe, ci rende in maniera naturale le malinconie e nostalgie della non più giovane Bernadette e, al tempo stesso, grazie ad un gran possesso dei tempi comici, ci diverte con le sue fulminanti battute. Spettacolari e dotate di ottima vocalità le tre Divas: Elena Nieri, Loredana Fadda e Valentina Ferrari. Così come simpatiche ci sono apparse le caratterizzazioni di Giada D’Auria –Cynthia e Elisa Musso –Shirley. Ma tutto il cast risponde con affiatamento e professionalità. Alla fine usciamo “gasati” dal teatro e soddisfatti, cantando I will survive ( Io Sopravviverò), una canzone che di questi tempi suona come un inno alla resistenza, a continuare ed a non mollare, nonostante tutto.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.