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"urlo"E’ uno dei dipinti più emblematici al mondo, secondo forse soltanto alla Gioconda. Emblema dell’angoscia e del terrore dell’uomo moderno, "L’urlo" di Edvard Munch è un’opera che è entrata a far parte della cultura popolare, citata da artisti come Andy Warhol, come anche dai cartoni animati dei Simpson. Ed ora l’unica versione in mani private andrà all’asta da Sotheby’s a New York il 2 maggio, dopo essere stata messa in mostra prima a Londra il 13 aprile e poi nella Grande Mela il 27. Si stima che potrebbe essere venduta per circa 80 milioni di dollari.

Il quadro, in pastello su tavola, appartiene all’imprenditore norvegese Petter Olsen il cui padre Thomas era un amico, un vicino di casa e un patrono di Munch. Dopo aver vissuto con quest’opera «per tutta la vita», Olsen ha deciso di venderla per devolvere i proventi alla costruzione di un nuovo museo, centro artistico e hotel dedicato all’artista, nella fattoria norvegese dove Munch viveva.

Olsen ha dichiarato: «Aprirà i battenti il prossimo anno, in occasione del 150esimo anniversario della nascita di Munch e darà dedicato al lavoro dell’artista e al tempo che aveva trascorso qui. Stiamo restaurando la sua casa ed il suo studio e gli ospiti potranno stare in quella che era la sua casa».

Definito da Simon Shaw, direttore del dipartimento di arte impressionista e moderna di Sotheby’s a New York come un quadro «immediatamente riconoscibile, una delle poche immagini che trascendono la storia dell’arte e toccano una coscienza globale», "L’urlo" fu dipinto da Munch in diversi mezzi e formati tra il 1893 ed il 1910.

Una prima versione del 1893 in tempera e pastello su tavola è custodita alla Nasjonalgalleriet di Oslo, un’altra versione a pastello, realizzata nello stesso anno e che si presume fosse uno schizzo preliminare, è di proprietà del Museo Munch di Oslo, così come una tela finale, in tempera e olio, realizzata nel 1910. Il dipinto di Olsen risale al 1895, lo stesso anno in cui Munch realizzò una litografia del quadro, che contribuì al suo enorme impatto sulla cultura popolare.

L’immagine è stata anche vittima del suo stesso successo, con due chiacchieratissimi furti. Nel 1994, la sera della cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Lillehammer, in Norvegia, alcuni ladri si introdussero nella Nasjonalgalleriet e fuggirono con la versione del 1893 del quadro, che fu recuperato dalla polizia un anno dopo. Del 2004 è invece il furto della versione del 1910, trafugata insieme a una "Madonna", sempre opera dell’artista, dal Museo Munch. Entrambe le tele furono ritrovate due anni più tardi leggermente danneggiate e sono tornate in esposizione nel 2008.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.