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E’ magnificamente andato in scena il secondo appuntamento di “Sinfonie d’Inverno”, ciclo di concerti della Fondazione Petruzzelli. L’Orchestra del Teatro diretta dal maestro Nir Kabaretti ha splendidamente eseguito un programma complesso e variegato che si è spinto verso l’esplorazione delle più differenti frontiere del Romanticismo musicale europeo. In programma Syrinx e Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy, da Romeo e Giulietta di Pëtr Il’ič Čajkovskij Ouverture fantasy (1880) e Sinfonia in re minore di César Franck.Si è iniziato con due classici del repertorio di Claude Debussy,  Syrinx (per flauto solo) e Prélude à l’apres midi d’un faune). Ambedue i brani erano mossi da un’atmosfera mitologica. Nel primo si è distinta la flautista solista Anna Lisa Pisanu che ha saputo evocare ottimamente gli echi lontani del flauto caro al dio Pan con accenti di sicurezza esecutiva e interpretativa come i più grandi flautisti sanno fare. Il brano, dedicato al flautista francese Louis Flery, che lo eseguì per primo, è

annoverato tra le composizioni più significative per questo strumento. Originariamente era privo della divisione in battute e di indicazioni sulla respirazione, una sorta di stream of consciousness nella partitura musicale tra i più difficili mai scritti a cui il grande flautista francese Marcell Moise pose una revisione oggi filologicamente tollerata anche se non universalmente condivisa.

Il Prélude è composizione altrettanto nota e rientra tra i classici del primo Novecento. Anche’esso guidato da atmosfere bucolicheggianti, si ispira alla poetica di Stéphane Mallarmé, all’arte occulta della interpretazione dei simboli e delle solitudine stellate care ad un orfismo tardo significativo e sostanziale. Nelle atmosfere fiabesche e sensuali, il flauto strumento di evocazione per eccellenza gioca un ruolo preminente, sorretto da un’impianto orchestrale corposo e maturo. In una ideale conclusione della vicenda narrata nel brano precedente il fauno "suonator di siringhe" stanco delle sue lotte e inseguimenti d’amore verso le naiadi e ninfe, trova alla fine ristoro e si addormenta.

"NirSempre sul tema amoroso anche se di circa un trentennio prima di Debussy è l’Ouverture-fantasia al “Romeo e Giulietta”di Piotr Ilic Ciaikosky (1840 – 1893) Composta nel 1869, e poi revisionata nel ’71 ed infine in forma definitiva nel 1880. Si tratta di una delle più note pagine di Ciaikosky, e forse del suo primo capolavoro.

In essa il descrittivismo romantico spazia in diversi ambiti fino a sublimare l’intera vicenda narrata e superando la tipologia della composizione Ouverture, raggiunge senza dubbio l’ampio respiro del genere sinfonico. Il netto superamento dell’elemento descrittivo si evidenzia nell’abbandono e nelle numerose variazioni intorno ai due temi principali: l’odio fra le famiglie dei Capuleti e dei Montecchi e il secondo l’amore tragico e senza speranza dei due giovani protagonisti.

Vera e propria scoperta risulta invece la Sinfonia in re min. (Lento, Allegro non troppo – Allegretto – Finale: Allegro non troppo) di Cesar Franck (1822-1890).

L’autore assai prolifico è poco conosciuto al grande pubblico per la difficoltà esecutiva e per talune asperità compositive proprie dell’età di mezzo. Franck, belga di nascita e di formazione, è infatti da considerarsi per molti versi uno  sperimentatore nel panorama romantico di metà Ottocento. La quantità di temi romantici presenti nelle sue opere e il superamento delle stesse negli ultimi anni della sua carriera evidenzia una aperta sensibilità al nuovo e alla ricerca di una esperienza compositiva che seguisse la temperie culturale delle varie epoche piuttosto che il gusto del pubblico. La sua Sinfonia in re minore è un trionfo di tremuli, delle ombre, di accenti chiaroscurali, che rendono tridimensionale e quasi concreta la sua evoluzione compositiva fino ad una sovraesposizione di luce totalizzante che non lascia possibilità di riparo né mezze misure. Unica sinfonia da lui composta quella in re min evidenzia una piena adesione ad un genere da cui al contempo si tenta fuga attraverso lo straordinario uso delle percussioni dei suoni rapidi, delle esplosioni, che preannunciano il delirio creativo del Novecento.

L’Orchestra del Teatro Petruzzelli con questo magistrale concerto dimostra di saper rispondere adeguatamente alle numerose polemiche scoppiate in seguito alla spaccatura del Consiglio di Amministrazione della Fondazione stessa. Si tratta di una chiara risposta alla Politica di qualunque parte e fazione, che non deve e non può permettersi per alcuna ragione di influire sui processi di fruizione e produzione d’arte, sulla qualità dei prodotti artistici e sulle scelte che intorno ad esse si sviluppano. L’appello che sembra venire dai professori dell’Orchestra e da tutte maestranze del Teatro Petruzzelli si rivolge alle persone sensibili alla cultura quali sono i componenti del CdA della Fondazione Petruzzelli. Costoro per adempiere al prezioso ruolo di Congiglieri di una Amministrazione Culturale sono insomma invitati da quanti lavorano nel Teatro a salvaguardare il sereno svolgimento dell’attività artistica di un ente tra i più prestigiosi nel nostro paese, che rischia ad uopo di trasformarsi in una buriana indegna.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.