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"Milo-Infante"Sono trascorse circa due settimane da quando, il 18 gennaio, iniziò a rimbalzare su molte testate la conferma di quanto parecchi telespettatori del varietà pomeridiano di Rai 2, l’“Italia sul 2”, avessero ben compreso da mesi: il coconduttore, Milo Infante, era vittima di mobbing. Ma si venne anche a conoscenza di diversi sconcertanti retroscena e del fatto che fosse stato costretto ad intentare due cause alla Rai. Proprio lui, legatissimo all’azienda, in cui lavora dal 2003.
Tramite il legale Mario Fezzi (lavorista milanese di fama nazionale, presidente dell’associazione “Avvocati Giuslavoristi Italiani”) ha presentato una denuncia per demansionamento ed altre vessazioni, un’altra relativa alla scelta degli ospiti della trasmissione.
Su circa due ore e dieci minuti di programma (in teoria da dividere, in parti almeno uguali, con la sua partner, Lorena Bianchetti – che non possiede il suo curriculum giornalistico, né il suo grado), si trova a condurre anche solamente per tre quarti d’ora. Senza neanche poter affrontare i temi più caldi (sociali, di politica, economia e cronaca). La cronaca, al massimo in seconda battuta, altrimenti si vede costretto a trattare di cucina, diete, maquillage femminile e simili; insomma, degli argomenti più leggeri.

Rivendica, inoltre, un ruolo autoriale, come in passato e come da contratto. Come se non bastasse, è escluso dalle riunioni redazionali e non può conoscere, anticipatamente, la scaletta. Ma c’è dell’altro, ha lasciato intendere l’angustiato show-man. Invece, per quanto attiene la spinosa questione degli ospiti, accusa il vicedirettore di Rai 2, Roberto Milone, di fare il bello ed il cattivo tempo (avrebbe posto il veto, tra gli altri, su alcuni giornalisti de “il Fatto Quotidiano”, “Libero” ed “il Giornale”, come sull’avvocato Carlo Rienzi, presidente del Codacons, Don Antonio Mazzi e, addirittura, sui conduttori Rai Massimo Giletti e Bruno Vespa).

Ma non finiscono certo qui le accuse che rivolge a Milone, mente del programma che, in questa stagione, non ha ottenuto affatto il buon seguito della precedente (anche se la media di Infante si attesta, comunque, su un buon 9% circa). Eppure le colpe pare che vogliano scaricarle su Milo, il quale in mancanza di risposte, ipotizza anche discriminazioni di matrice politica. In Rai, dunque, il Codice Etico non sempre viene applicato. L’intricata vicenda è francamente umiliante, specie per un giornalista di lungo corso (iniziò nel 1988), vincitore di diversi premi prestigiosi, tra i quali l’Oscar per l’Informazione di “Millecanali”, l’Ambrogino d’oro (massima onorificenza del Comune di Milano) ed il Premio 80 anni – Radiocorriere TV.
Nel frattempo in trasmissione pare non essere cambiato nulla e, nonostante molti articoli sullo squallido caso, il silenzio dei dirigenti incriminati (il direttore di Rai 2 Pasquale D’Alessandro ed il suo vice Milone) è rimasto tombale. Leggermente diverso il discorso per il direttore generale della Rai, Lorenza Lei che, pur essendo rimasta muta, almeno in autunno ricevette il conduttore e, dopo averne ascoltate le ragioni, si dimostrò affettuosa ed espose, invano, la vicenda a D’Alessandro. In diverse interviste, il giornalista ha dichiarato che la sua partner, Lorena Bianchetti, non abbia colpe, ma moltissimi telespettatori e suoi fan, non sono affatto d’accordo. Che voglia evitare di appesantire il clima? Che però è già irrespirabile.

Ha ricevuto la solidarietà di molti colleghi, oltreché di moltissimi fan (circa 300 dei quali sono iscritti alla bellicosa pagina Facebook di sostegno, intitolata “Stop mobbing all’Italia sul 2”). La massima solidarietà gli è stata espressa anche da Francesco Lucirino, segretario generale della Confederazione Sindacati Nazionali Italiani Lavoratori, da sempre in prima linea nella lotta all’annoso e vile crimine del mobbing. Crimine che, per troppi sindacalisti e giornalisti ma, soprattutto, per i parlamentari, sembra non esistere (non esiste, infatti, una legge ad hoc per combatterlo adeguatamente). Ovviamente Milo è provatissimo (il suo calvario dura da settembre), dunque potrebbe lasciare la conduzione da un giorno all’altro. Tantopiù che l’azienda, dal 21 gennaio, gli vieta di rilasciare interviste.

Link di riferimento:

http://www.facebook.com/pages/Stop-mobbing-allItalia-sul-2/255901354478879

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.