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"AntonioLa mostra inaugurata nella Pinacoteca Provinciale di Bari alla fine di novembre in occasione del ventennale dalla morte dello scultore Antonio Di Pillo, durerà fino al 31 marzo 2012. Intitolata Antonio Di Pillo 1909-1991.Uno scultore abruzzese in Puglia, è curata da Clara Gelao, direttrice della Pinacoteca.
Nato a Pratola Peligna, in provincia dell’Aquila, Di Pillo è pugliese di adozione, avendo trascorso gran parte della sua vita a Trinitapoli. Figlio di un piccolo proprietario terriero, non annoverava precedenti in campo artistico nella sua famiglia, tuttavia fu un talento precocissimo e pressoché autodidatta, avendo ben presto abbandonato la Regia Scuola d’Arte di Sulmona, preferendo frequentare le botteghe di figulinai e fornaciai locali e seguire i lapicidi che cavavano dalla Maiella la pietra gentile d’Abruzzo. Appena venticinquenne eseguì il Ritratto del fratello Raffaele e il Ritratto della madre, terrecotte entrambe in mostra. Fra il 1934 e il ’39 si reca brevemente a Napoli. Nel 1941 si trasferisce con la moglie a Trinitapoli, in provincia di Foggia, dove, dopo una parentesi romana (1951-1960) durante la quale conosce il successo e l’inserimento nell’ambiente artistico della Capitale, si trasferisce definitivamente nel ’60, per condurvi una vita ritirata e un lavoro solitario, dedicandosi spesso all’arte sacra. Muore a Trinitapoli nel 1991.
Pur abruzzese, Di Pillo era innamorato del Tavoliere delle Puglie, dove scelse di svolgere gran parte della sua attività artistica.
Clara Gelao, curatrice della mostra, si chiede nella premessa al catalogo, se nella formazione di un outsider come lo scultore abruzzese, privo di precedenti familiari e di risorse economiche, c’entri in qualche modo un’opera etrusca come il Guerriero di Capestrano, venuto alla luce nel ’34, o il Compianto di Cristo rinascimentale in terracotta, visibile nella chiesetta di S. Maria delle Grazie a Pratola Peligna. Sta di fatto che nell’intera sua produzione egli predilige il bronzo patinato e la terracotta, prodotta con la particolare argilla abruzzese della sorgente del Sagittario. Per quanto il suo nome sia caduto nell’oblio durante gli ultimi decenni, tra l’inizio degli anni Cinquanta e la fine dei Sessanta Di Pillo partecipò alle più importanti esposizioni nazionali, tanto da contare fra gli estimatori Michele Biancale, importante critico e storico dell’arte. Aliena al superficiale e al decorativo, l’arte di Di Pillo è sintetica, elegante, spesso primitiveggiante, rifacendosi alla scultura medievale, all’arte africana e a Modigliani, dal quale le sue sculture mutuano l’eleganza delle forme allungate ed essenziali. Il suo medium preferito è la terracotta, l’argilla rossastra abruzzese che si anima di un bagliore che proviene dall’interno della statua. Il recupero di questa figura d’artista, collocato dalla critica del suo tempo fra i più importanti scultori del Novecento e la cui notorietà era in declino negli ultimi decenni, si rende ora necessario per completare il panorama artistico del secolo scorso.

ANTONIO DI PILLO 1909-1991
UNO SCULTORE ABRUZZESE IN PUGLIA
Pinacoteca Provinciale
Via Spalato 19, BARI
Dal martedì al sabato 9,30-19.
Domenica 9-13.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.