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"coroner"Altro momento importante per la RockCult, organizzazione di grandi eventi musicali, che ha portato a Bari Glenn Hughes e porterà presto nomi del calibro di Obituary e Napalm Death! Appena il tempo per una birra e si aprono le danze. Si incomincia con i Tales of Deliria, band locale, musicisti pieni di talento, con un suono aggressivo e con accelerazioni ben eseguite, che alterna momenti molto brutali a momenti un pò più melodici. Bella l’esecuzione della cover di “Over the Wall” dei Testament (ottime le chitarre n.d.r.). I Tales of Deliria (ricordiamo che al basso c’è Francesco Patruno, veterano della scena, anzi di varie scene n.d.r.) hanno appena realizzato un album “Beyond the Line”, che merita davvero di essere ascoltato.

Seguono i Cruentus, storica band thrash barese fondata da Antonello Maggi, che sono davvero in forma. Potenti e convincenti, ci coinvolgono nel loro sound Death/Thrash con molti cambi di tempo e alcuni momenti introspettivi (la voce di Nico Bavaro ha enormi possibilità espressive n.d.r.). Ma chi c’è alla batteria? Una nostra vecchia conoscenza: Nicola De Liso (già batterista dei Folkabbestia, ma che nei Cruentus suonava nel ‘96/’97 n.d.r.) . Grande esperienza in questi musicisti in circolazione dagli anni ’80 e stasera…tanti applausi.  Appena il tempo per far riposare un pò le orecchie che salgono sul palco gli Schizo di Catania, accattivanti con il loro thrash-core, diretti e senza compromessi "coroner1"ottengono grande risposta dal pubblico locale. I ragazzi nel pubblico pogano alla grande. Bello l’effetto scenico del cantante che si presenta con il passamontagna (un pò alla Bile n.d.r.).  Finalmente i Coroner! Ricordo ancora il loro primo album “R.I.P.” con i suoi riff thrash e scale veloci sul giradischi a casa di mia nonna. Sono loro, son passati un bel pò di anni, ma mostrano una discreta forma. Non si può dire che siano molto comunicativi, ma sono svizzeri, la musica parla per loro. Il riff potentissimo di Masked Jackal ci porta indietro nel tempo al loro secondo album “Punishment for Decadence”: un pezzo sulla degenerazione causata dai mass media. Il suono è meno graffiante di quello antico, però è sempre molto potente.  Chi si aspettava molti brani dei primi album, come il sottoscritto, che erano propriamente quelli più thrash anni ’80, sia pure con innovativi riff e scale veloci (una specie di Destruction con molta più tecnica), resterà deluso. Si va sulla loro produzione più cadenzata e ricercata degli album “Mental Vortex” e “Grin”.  Il cantante bassista presenta Semtex Revolution e dice anche qualche timida parola in italiano. No Need to be Human ci riporta al terzo album “No more color”, con il suo riff iniziale quasi blues, poi Divine Step da “Mental Vortex”.  Poi è il momento di Grin dall’album omonimo. A infrangere l’atmosfera molto seria c’è un momento quasi ludico quando un amico italiano canta la cover dei D.A.F.  Der Mussolini. Il concerto si conclude con la cover di Purple Haze di Hendrix finalmente con un pezzo del primo album, che è quello che amiamo di più: Reborn Through Hate!  In un momento storico come questo serate così dovrebbero essercene di più: la mente si svuota e ci si ricarica per una nuova settimana di stress psicofisico.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.