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"YannMa dove sono piano, fisarmonica e violini, protagonisti delle delicate e morbide note che musicavano la favola de "Il Favoloso mondo di Amelie"?
Molti fra il pubblico si saranno posti questa domanda ieri sera al Palatour di Bitritto, palcoscenico su cui è salito Yann Tiersen e la sua band, per una delle tappe italiane del nuovo tour.

Sono intanto passati dieci anni dal grande successo del cantautore e polistrumentista che si è anche occupato di soundtracks di film non soltanto francesi, come ad esempio "Good Bye, Lenin!" del 2003, ed è ora giunto al suo settimo album, "Skyline" prodotto da Ken Thomas, che in passato ha lavorato con artisti del calibro di David Bowie e Sigur Ros.
La scenografia del concerto nei suoi quattro elementi verticali scandisce lo spazio dei cinque musicisti, Robin Allender, Ólavur Jàkupsson, Yann Tiersen, Neil Turpin e Stèphane Bouvier, tra chitarre elettriche, distorsioni, batteria e bassi evocando l’artwork scarno ed essenziale della copertina dell’album che con una linea retta separa la terra dal cielo.
Il Palatour è pieno e il pubblico è di ogni età; una volta esauriti i posti i più giovani si siedono per terra pur di essere vicini al palco, in ultimo arriva anche il sindaco di Bari, Michele Emiliano.
Lo spettacolo ha inizio: c’è fin da subito tanta chitarra elettrica e basso, ogni brano è improntato alla più autentica e audace sperimentazione.
Quando entra il suono dello xilofono e del violino la musica sembra addolcirsi, il pubblico trattiene il fiato in attesa di qualche nota ballata della famosa colonna sonora che però non arriva e anzi si converte in synth sfrenati; il concerto infatti, così come quest’ultimo album acustico, è tutto giocato tra momenti più elettronici e sonorità più minimali.
Il rock di "Another Shore", ma anche l’eleganza di "I’m Gonna Live Anyhow" confermano la natura del musicista francese, il cui obiettivo in questi anni, è stato sempre lo stesso: sperimentare, inventare, tentare e poi stravolgere le sue stesse sperimentazioni.

Di tanto in tanto Yann Tiersen si rivolge al pubblico: "Grazie mille", un ringraziamento pronunciato con un accento straniero che suona più americano che non francese e che comunque non gli consente di instaurare un feeling significativo, da concerto, con il pubblico tranne tentare di esortarlo, verso la fine, ad alzarsi e partecipare agli ultimi brani.
Un’ esperienza musicale quella di ieri sera, all’ insegna della sorpresa per chi è stato spiazzato nell’ascoltare sonorità tra l’indie rock e l’elettronica e chi, abituale follower, ha apprezzato un sound nuovamente rielaborato, stravolto e rinnovato.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.