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L’americano Peter Morton aveva un bar a Londra con souvenir americani. Conobbe Isaac Tigrett, anche lui statunitense, insieme decisero di fondare un nuovo ristorante in cui gli inglesi avrebbero imparato la cultura e la cucina americana. Parte da qui la storia dell’Hard Rock Cafè: 40 anni di attività, 149 ‘cafe» in 53 paesi del mondo, e soprattutto 85mila pezzi di memorabilia appartenute a grandi nomi della musica tra cui Beatles, Elvis Presley, Jimi Hendrix, Jim Morrison, Freddie Mercury. Mentre stelle del calibro di Elton John, Aerosmith, Chuck Berry e Sting hanno suonato nei ristoranti.

L’Hard Rock Cafè apre i battenti il 14 giugno 1971 a Park Lane e nel giro di poche settimane il locale con 99 posti diventa uno dei più frequentati dalle celebrities della città. Paul McCartney privilegia il menu vegetariano e debutta qui con gli Wings; vi suonano gli Eagles; Carole King ci mangia spesso e scrive una canzone sull’Hard Rock Cafe.

Nel 1979 la svolta: Eric Clapton regala a Tigrett la sua chitarra, una Fender Lead II. Lui non suona e chiede a ‘slow hand’il permesso di appenderla nel locale. Diventa così il primo pezzo della più grande collezione esistente di oggetti del rock’n’roll. L’effetto emulazione è a catena: due settimane dopo Pete Townshend manda la sua chitarra mentre Debbie Harry firma una sua maglietta e la regala a Morton e Tigrett. Anche questi oggetti vengono appesi alle pareti. Contemporaneamente viene assoldato Alan Aldridge per disegnare il logo del ristorante. E vengono stampate le magliette.

Negli anni Ottanta inizia l’espansione, Morton apre un Hard Rock Cafè a Los Angeles (finanziato pure da Steven Spielberg), ma anche i litigi tra i due soci sui diritti dei locali, che portano però ad una competizione virtuosa e ad una maniacale concentrazione sulle reliquie rock. Tigrett apre un locale a New York – con un bar a forma di Fender Stratocaster – che ha molto successo; Morton il locale di San Francisco e sbanca anche lui. Nel giro di pochi anni altri Cafè nascono a Dallas, Chicago, Boston, Stoccolma, Tokyo, Cancun. In Italia gli Hard Rock Cafè sono a Roma, Venezia e i primi di luglio apre a Firenze.

All’apice del successo, i due soci iniziano lentamente a mollare, non senza prima aprire un Hard Rock Hotel e un Hard Rock Casino a Las Vegas. Tigritt vende la sua quota nel 1989 alla Rank Organization, Morton la cede alla stessa società sette anni dopo. Successivamente la Rank Organization ha venduto la catena Hard Rock per un miliardo di dollari alla tribù di Seminole residenti in Florida. Gli Indiani hanno stabilito nell’elegante Hard Rock Cafe di Orlando il loro quartier generale e continuano a mantenere vivo lo spirito iniziale. Mentre in pieno spirito dei tempi magliette e gadget dei Cafè hanno fatto il giro del mondo, e c’è un sito Internet e i profili Facebook e Twitter della catena che aggiornano i fan su menù, collezionismo e anche iniziative di filantropia.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.