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"copertina"

Sabato 2 ottobre, piazza della Repubblica, Roma.
Migliaia di persone si radunano per il No-B day 2, manifestazione di protesta organizzata dal cosiddetto Popolo Viola. Ogni buon giornalista lì presente ascolta la folla. Io, che un buon giornalista non sono, ho ascoltato i giornalisti. E ascoltando loro mi sono accorto che la loro domanda più frequente rivolta ai partecipanti è stata: "perché sei qui?"
Di conseguenza ho riflettuto su cosa avrei potuto rispondere. Dopo quasi 15 anni di guida berlusconiana, si registrano una serie di dati incontrovertibili: il potere d’acquisto degli italiani si è dimezzato, la pressione fiscale non è mai arretrata, i posti di lavoro drammaticamente diminuiti, la disoccupazione aumentata, si sono ridotti al lumicino gli investimenti sulla cultura (quella vera), l’istruzione è quasi del tutto compromessa, la qualità della vita è sensibilmente peggiorata, l’idea stessa che ciascuno sia uguale davanti alla legge non ha più senso, ed in generale il cittadino italiano considera lo Stato, non più un’istituzione giuridica messa a tutela dei suoi diritti, ma soltanto uno dei tanti problemi con cui convivere. L’interesse personale prevale quasi in ogni campo su quello pubblico.
Così quella domanda mi è apparsa incredibilmente inutile, mentre sarebbe stato più giusto chiedere a chi non è sceso in piazza oggi come in altre occasioni, a chi non ha ancora sentito la necessità di dire un basta convinto: "tu, perché non sei qui?"

Un primo incontro con qualcuno che non è sceso in piazza e probabilmente non lo farà mai, il Popolo Viola Bari (il gruppo locale che ha avuto la ventura di ospitarci) lo ha avuto durante l’arduo tragitto dal capoluogo pugliese alla capitale. Non riferirò l’identità, né il ruolo del personaggio in questione, basta soltanto riferire le sue parole, che stridono palesemente con la verità accertata dei fatti e con il buon senso. Il soggetto ha espresso la sua opinione su Falcone e Borsellino, affermando che gli attentati di cui sono stati vittime non erano altro che montature! L’episodio non merita commenti, ne meriterebbe d’essere menzionato se non fosse per il fatto che questo denuncia due cose fondamentali: la prima è che chi non pronuncia il suo basta è paurosamente disinformato, la seconda, non immediatamente percepibile, è che esiste comunque la volontà in ogni cittadino di farsi una propria idea sulle questioni che interessano la vita della propria nazione, volontà lasciata purtroppo in balia della cultura dominante televisiva, che, oltre a non informare e distrarre, si fa portavoce della sistematica denigrazione della magistratura in particolare, e dei più meritevoli servitori della comunità in generale. Ed è proprio la battaglia contro questa cultura televisiva che ha fatto nascere il Popolo Viola (colore scelto proprio perché in televisione non porta bene) e che oggi lo ha riportato in piazza dopo la straordinaria esperienza del 5 dicembre 2009. [continua dopo la galleria…].

– LA GALLERIA SEGUENTE RACCOGLIE LE PIU’ SIGNIFICATIVE IMMAGINI DELLA MANIFESTAZIONE TRATTE DALLA NOSTRA FOTOREPORTER LUCIA RUGGIERO

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In piazza della Repubblica, luogo di raccolta del corteo che si dipanerà fino a piazza San Giovanni, il colpo d’occhio è però impressionante. Sullo sfondo viola, innumerevoli altri colori accendono la piazza e l’entusiasmo dei presenti. Ci sono le bandiere dei pochi partiti intervenuti ufficialmente, gli striscioni delle Associazioni dei Partigiani, del Popolo delle carriole, dei gruppi anti-tav, delle "agende rosse" per citarne alcuni. Pupazzoni in carta pesta ricordano l’allegria del carnevale, cartelloni di squisita ironia e folgorante attualità danno sapore alla spontanea protesta di questa folla stanca di accettare e vogliosa di comunicare il proprio dissenso.
Ma la cosa che colpisce maggiormente è la cospicua presenza di giovani. Non ci sono attualmente manifestazioni in grado di radunare tanti giovani come accade con le manifestazioni del Popolo Viola. E’ un fenomeno che va analizzato perché sono proprio i giovani che pagano o pagheranno in un immediato futuro l’immobilismo del resto del paese. E’ un fenomeno che esprime due rifiuti: contro la classica opposizione dei partiti e dei sindacati (il No-B day non ha sponsor politici né sindacali, non ha padri né padrini) e contro l’immagine della politica diffusa dalla televisione e dai principali mass media, ovvero un’immagine rigidamente bipolare – che rispecchia in tutto e per tutto gli effetti della porcellum – che non dà spazio alle alternative. E dunque il Popolo Viola, apartitico e spontaneo, diviene la naturale destinazione per i giovani tra 16 e i 35, anche perché utilizza come mezzo principale per la diffusione delle proprie idee il web, mezzo molto più democratico della tv, unico mezzo che può soddisfare la domanda di informazione libera e cosciente sempre più insistente in questi giovani "bamboccioni" che bamboccioni non lo sono affatto.

Il corteo inizia a muoversi a partire dalle 15, non senza difficoltà; percorre via Cavour, poi via Merulana per sfociare fragoroso in piazza San Giovanni solo alle 19. Le quasi quattro ore di sfilata si giustificano con l’imponenza della folla partecipante. Qualcuno parla di 3 km di corteo, gli organizzatori contano in piazza mezzo milione di persone. Ma i numeri non sono importanti. Ciò che conta è dimostrare che è possibile un’altra opposizione, spontanea e partecipata, nata da un semplice invito fatto sulla rete e dall’esigenza di riprendere in mano le redini del paese. Ed è questo il messaggio di fondo trasmesso dai principali interventi degli ospiti che si susseguono sul palco. A tal proposito citiamo il commovente invito alla resistenza di Salvatore Borsellino, l’orgoglio nazionale dello storico Paul Ginsborg (fresco cittadino italiano), l’elogio dell’utopia di Concita De Gregorio, l’attento intervento di Luca Telese che ha sottolineato la frase riportata su un efficace cartello – che recitava “chi semina cultura raccoglie democrazia” – come slogan manifesto della protesta stessa. Ma i contributi a mio parere più significativi sono quelli forniti dalle varie associazioni civili. Queste, veri esempi di democrazia di base, registrano il più interessante fenomeno politico degli ultimi anni. Raccolti attorno a istanze semplici ed immediate (quali la chiusura di grosse aziende, le istanze sul lavoro in generale, l’istruzione, la giustizia, le difficoltà della ripresa delle popolazioni terremotate ecc), senza programmi ambiziosi di governo di 5 10 o n punti, costituiscono il vero raccordo tra la gente comune e i principi fondamentali della società civile, che sono poi principi espressi nella Costituzione Italiana. Il No-B day 2 è difatti nient’altro che il punto di arrivo delle migliaia di iniziative svoltesi in questi ultimi mesi da queste associazioni e dai gruppi locali del Popolo Viola: banchetti, raccolte di firme su temi come l’acqua pubblica o in opposizione alla legge bavaglio, sit-in, picchettaggi. Iniziative che hanno davvero coinvolto ed incuriosito la gente che non sa, che non ha altro mezzo per conoscere se non quello televisivo, che ha sentito l’esigenza di chiedere, "ma per cosa vi state battendo?", e spesso si è riconosciuta in questa battaglia. Ciascuna associazione intervenuta non ha però solo protestato, ma si è fatta promotrice anche di proposte ragionevoli per la soluzione delle varie problematiche affrontate. Così è apparso chiaro che, se oggi il popolo viola e il popolo delle associazioni – ed in generale la società civile (quella degna di questo nome) – appare come il più efficace mezzo per esprimere il dissenso, domani potrebbe diventar persino il miglior mezzo per governare dalla base per la base il nostro Paese, senza il pericolo di incorrere nel fenomeno della fossilizzazione politica che ha cristallizzato e reso quasi inefficace il sistema partitico italiano, senza incorrere nella corruzione e nella tentazione di fare politica per mero interesse personale.
E’ questa l’idea che fermenta tra i partecipanti, l’utopia realizzabile che muove i cori e le urla festanti, l’idea di una democrazia totalmente partecipata, più vicina agli interessi del cittadino di qualunque altra forma di democrazia rappresentativa. E’ una rivoluzione innanzitutto culturale quella che si cerca di fomentare, una rivoluzione che interessi in primo luogo la mentalità del cittadino che, in nome dell’interesse comune, abbandoni la vuota cultura televisiva, la squalificante mentalità mafiosa e personalistica che spesso ci ha definiti in tutto il mondo. "Si può essere in altro modo e in modo migliore", dicono i ragazzi del Popolo Viola e delle associazioni, "tocca a noi cittadini riprenderci il paese di cui siamo sovrani, delegato ad un sistema che ormai non funziona più!"

Canzoni e danze fanno ballare fino a notte questo popolo festante e consapevole. Notevole è infatti il programma degli interventi musicali, cosa che non ha mai lasciato Lsd indifferente: Almamegretta, Andrea Rivera, Bamboozled, capone & bungt bagt, Carote Sbriciolate, Clan Mamacè, Crifiu, Daniel Ray, Effetti Collaterali, Emilio Stella, Enrico Capuano, Eterea, Post Bong band, F-Freedom (danza, Franco Baggiani & Urban Funk, Gaia Groove, Ignazio Scassillo, Inchiesta sul signor TV, Konspirators, La Materia strana, Le Formiche, Les Arnò, Luca De Simone e Reggin’ e compagnia cantando, Malasuertefirenzesud, Matteo Iammarrone, Monkey Move, Padrini Padani, Parkur, Plein air, Rein, Rossella Scarano, simone bevilacqua, Systemania, Terzobinario, The laggers, The Thunders, TKE, TNT 69, Zona Rossa Crew.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.