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"Alain
Arthur Sulzberg Jr.
, l’editore del New York Times – che più di tutti era riuscito a stabilire un ponte col web – si trova di fronte ad un dilemma: affidare il gruppo al temuto chapter 11 della legge fallimentare americana, oppure accettare l’offerta di Google di acquisire il pacchetto di controllo ad un dollaro con la promessa di un aumento di capitale. L’avvenimento ha un’eco planetaria che va ben oltre l’operazione finanziaria e i media coniano titoli che fanno il giro del mondo (‘La morte della parola scritta, ‘La fine di Gutenberg‘, ‘La dittatura di Google). Il timore è che la storica testata americana con un patrimonio di centinaia di giornalisti, inviati di guerra e premi Pulitzer, diventi un aggregatore di notizie come Google News.

Fanta-editoria o ipotesi verosimile? La risposta è più o meno nel libro di Alain Minc, politologo e consulente finanziario francese. Minc riunisce nel testo dieci scenari possibili (quando Israele attaccherà le basi nucleari iraniane; quando l’Asia si accaparrerà tutti i premi Nobel; quando l’euro varrà 2,5 dollari; quando i giovani maschi bianchi insorgeranno, eccetera..) diventando cronista del futuro: lo descrive in presa diretta, prevedendo reazioni e conseguenze. Ogni capitolo mette in scena un evento choc in grado di sconvolgere gli equilibri attuali. «L’acquisizione del New York Times da parte di Google è forse il meno improbabile degli eventi che cambieranno il mondo – scrive Minc -. L’ipotesi si limita a mettere in relazione due forti tendenze che sono in atto nel mondo dell’editoria: il declino della carta stampata e l’inarrestabile ascesa di Google che ha per corollario un vero e proprio cataclisma intellettuale e culturale. La corsa dei quotidiani alla conquista di Internet è senza dubbio una necessità vitale, ma da sola non basta a risolvere il problema. La redditività dei siti migliori, infatti, è lungi dal compensare la stretta finanziaria subita dal prodotto cartaceo». D’altro canto, il problema dei colossi del web come Google, ma anche Yahoo! e Microsoft, è quello di non avere «un’affidabilità editoriale» per cui «l’utente conserva un fondo di scetticismo alla gerarchizzazione dei dati e al sistema dei link» degli aggregatori di notizie."Aggiungere alla formula un marchio affidabile come il Nyt – osserva Minc – equivarrebbe a dotare lo strumento di un potere senza pari. A condizione che si crei un nuovo concept dall’affidabilità incontestabile, in altre parole un’inedita alchimia tra la macchina cieca e grossolana di Google News e la professionalità del New York Times».

«Il modello che ci ha accompagnato per un’intera generazione, quello di una società dell’informazione dominata dai grandi canali televisivi generalisti e dalle principali testate giornalistiche sta per sparire – spiega Minc, come molti analisti del settore -. Nascerà una nuova categoria di giornalisti capaci di passare dalla scrittura all’immagine senza specializzazioni nè priorità. L’interattività e il dialogo tra internauta e latore di informazioni e opinioni aboliranno ogni forma di gerarchia. Gli ottimisti riconosceranno in questa la forma perfetta di iperdemocrazia, i pessimisti il parossismo del populismo. Ma sarà un dibattito puramente teorico, perchè non si potrà più tornare indietro. Se davvero un giorno acquisiranno il New York Times – conclude Minc – i dirigenti di Google, che da buoni businessmen americani sono poco portati all’analisi teorica, lo faranno ignorando di aver avviato una rivoluzione dall’iter e dall’esito ignoti».

"I dieci giorni che sconvolgeranno il mondo" di Alain Minc (Chiarelettere, Euro 12, PP. 113)

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.