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"arturo"Nel Guinness dei primati Arturo Brachetti è descritto come il trasformista più veloce nel mondo. Il passaggio da un costume all’altro avviene in pochi secondi, spesso lanciando uno chiffon e facendosi trovare completamente cambiato di costume nel momento in cui cade. Arturo è in grado di eseguire 80 caratteri durante un solo spettacolo. Da ragazzo e’ stato in seminario dove un sacerdote lo ha introdotto all’arte dell’illusionismo. All’età di 15 anni, usando costumi presi in prestito dal teatro del seminario, ha inventato ed eseguito il suo primo atto di trasformismo, un’arte resa nota al mondo per la prima volta da Leopoldo Fregoli (1936). La carriera di Arturo Brachetti copre una vasta gamma artistica che lo ha reso noto in tutto il mondo. Inizia nel 1978 a Parigi al cabaret Paradis Latin, sotto la direzione di Jean Marie Rivière. Fu questa una produzione importante che lo introdusse come protagonista di "Flic Flac" (1981), una produzione del tedesco André Heller. Dalla Germania si recò in Inghilterra, apparendo al teatro di Piccadilly come protagonista nella produzione di "Y" e nominato per il prestigioso Society of West End Theatre Award. Nello stesso anno si è esibito al "Royal Variety Showe" in presenza della famiglia reale britannica.
Il talento di Arturo ha fatto il giro del mondo piu’ volte. Nel 1999 ha presentato un nuovo spettacolo a Montreal, ‘L’uomo dai mille volti" vincendo il Canadian Olivier Award e il Premio Molière a Parigi. Dopo 700 spettacoli sold-out a Parigi, ‘L’uomo dai mille volti’ è andato in tournée nei paesi di lingua francese, in Germania e molte città degli Stati Uniti. Nel 2006 gli spettacoli di Brachetti raggiunsero una magnitudine paragonabile a grandi produzioni di musical con oltre 1000 spettacoli e di 1.500.000 milioni di biglietti venduti. Lo scorso 26 ottobre Arturo Brachetti è passato da Londra con una nuova produzione di Sean Foley intitolata ‘Change‘ presso il bellissimo Garrick Theatre dove porterà in scena fino al 3 gennaio 2010 questo spettacolo.
Arturo Brachetti e’ membro onorario dell’Accademia Apulia.

“Quando guardi uno spettacolo di Arturo chiudi gli occhi e sogni, poi li apri ed il sogno è ancora lì …” Qual e’ la dimensione significativa dello spettacolo ‘Change’ di Londra ?

Lo spettacolo richiama un sentimento di meraviglia radicato nella nostra infanzia, un mondo magico che durante gli anni viene sopraffatto dal lavoro, routine di ufficio, orari, statistiche … trascurando cosi’ il bimbo dentro di noi. Il mio spettacolo richiama quel bambino. Giovanni Pascoli, fa riferimento al bambino che vive nel nostro cuore, che ci mantiene giovani per sempre. Cosi’ pure, Federico Fellini nel suo film 8 ½, dice il mio corpo avra’ quatranta’anni, ma la mia mente has solo 8 ½. E ‘questo tipo di innocenza, Joi de vivre, mescolato con irrazionalità che riporta il pubblico alla loro infanzia e a dolci ricordi.

"arturo"Nei tuoi spettacoli tutto accade con velocità fulminante. Cosa nella quotidianità ti piace fare lentamente?

No. Faccio tutto in fretta. Anche quando mangio – pranzo in 10 minuti, a volte non mi siedo neppure perché ho qualcosa da fare … Sono molto curioso. Quindi, mangio velocemente, mi trasformo velocemente e …. parlo velocemente. Non mi piace perdere tempo.

Lo conferma il tuo Guinness record per essere il trasformista piu’ veloce del mondo.

E’ proprio vero – riesco a cambiare costume, in un secondo e mezzo!

Sei un grande Artigiano Teatrale: psicologia, tecnica ed emotività sono alla base di ogni spettacolo che, immancabilmente, esprime il massimo delle tue capacità artistiche. Dono, sfida o vendetta sociale?

Forse un po’ tutto. Ero un ragazzo molto timido, piccino magro e brufoloso – preso in giro da tutti. Il fatto che non ero bravo a calcio, peggiorava le cose perchè in Italia se un ragazzo non gioca a calcio èda vergogna. Sarà per questa ragione che ho cominciato a maturare una sorta di vendetta sociale. Grazie a Dio ho incontrato un sacerdote quando avevo tredici anni che mi ha insegnato alcuni trucchi di magia. Tutti erano così sorpresi di quanto fossi bravo. Ma ciò nonostante ero ancora timido. Scoprì più tardi che se andavo in scena in costume, il problema era risolto e non ero più timido. Dopo questo punto i miei spettacoli sono stati quasi una vendetta sociale per le umiliazioni che ho sofferto come ragazzo. Mi resi anche conto di come la mia presenza scenica riusciva a giocare sulle emozioni della gente, facendo ridere, piangere o sognare. Poter suscitare emozioni anche in persone che altrimenti si sarebbero annoiate si rivelo’ essere un grande piacere.
Quando sono sul palco faccio una sorta di psicodramma, intepretando 80 personaggi di seguito. Posso diventare ciò che voglio: uomo, donna, animale … cose. Trasporto il pubblico attraverso un viaggio magico, al termine del quale tutti mi applaudono con allegria e gratitusine…

Sei famoso sul palcoscenico e per strada con il tuo inconfondibile ciuffo di capelli. Hai mai voluto essere ‘anonimo’?

Oh, sì, il mio ciuffo di capelli, la Tour Eiffel lo riconoscono in molti. Non c’è niente di peggio di quando la gente mi chiede un autografo, proprio quando ho in mano una confezione di carta igienica alla cassa di un supermercato – nulla di magico in questo! Così, in Italia a volte indosso un cappello.
Quando vado a teatro indosso una parrucca, così riesco a guardare uno spettacolo senza che la gente mi chieda autografi. In sostanza, se voglio essere anonimo uso due travestimenti: 1. Professore di filosofia, 2. Rocker – un look sportivo con capelli lunghi.

L’uomo dai mille volti, o meglio Uno, Arturo e Centomila. Qual è l’alter ego di Arturo Brachetti? 

Credo che sul palco ogni artista vive i propri sogni. Sul palco sono quello che vorrei essere sempre … una sorta di Peter Pan, sempre pieno di energia, volando in giro, trasformanomi in cose diverse, facendo magia. Questo alter ego, questo bimbo, è quello che vorrei essere nella vita reale, ma … non posso. Tuttavia, con gli strumenti e trucchi a portata di mano nel teatro posso essere Peter Pan sul palcoscenico! Penso che sia questa l’immagine con cui vorrei essere ricordato – e’ un personaggio che mi piace un sacco.

C’è una scena nello spettacolo di Change che ti piace particolarmente? 

Mi piace la scena quando volo – mi dimentico che c’è una macchina.

Una macchina? 

Hmm … No. si tratta solo di un potere magico! E’ davvero meraviglioso poter volare cosi’ ogni giorno … anche se è solo per due minuti …

Senza il fenomeno Brachetti, l’arte del trasformismo sarebbe morta con Leopoldo Fregoli nel 1936. Infatti, hai dovuto inventarti sistemi perché non esistevano informazioni a proposito. Desideri un giorno tramandare questa eredità artistica ad un successore?

Ho sempre avuto chi mi copia, ma si tratta di performace al circo che non durano cinque minuti – non hanno un significato culturale. Ad esempio, un buon pittore trae ispirazione dai propri sensi per dipingere. Un copista d’altra parte, puo copiare l’hardware, ma non potrà mai copiare il software, cioe’ le emozioni. Tuttavia, sono sicuro che nei prossimi anni ci sara’ un giovane artista pronto a succerdermi, qualcuno che meritera’ il suo posto sul palcoscenico, qualcuno che da aiutare affinche raggoiunga il top. Ma, non adesso per favore … che mi permetta di lavorare per almeno altri dieci anni!

E’ vero che possiedi una parrucca di Jean Paul Belmondo?

Sì, ce l’ho ancora. La uso per l’alter ego del professore di filosofia. In realtà si tratta una di tre parrucche che ho trovato in un cassetto del mio camerino in Marigny, Francia. Quando ho chiesto a chi appartenessero, la guardarobiera ha detto che apparteneva a Jean Paul, che aveva interpretato Othello in quel teatro. Una delle parrucche è di alta qualità, quando l’indossi non si vede l’attaccatura dei capelli. Naturalmente, è un po’ troppo grande per me, perché Jean Paul ha una testa più grande della mia …

E le altre due parrucche?

No, non erano granchè. Forse le metterò all’asta dopo che Jean Paul Belmondo sarà morto.

Le tue performance esprimono anche molta innocenza: un Peter Pan che non si stanca di far sorridere grandi e piccini. Cosa irrita Arturo Brachetti nel privato?

"arturo"Ci sono un certo numero di cose che mi fanno arrabbiare. Per esempio qualcosa che mi disturba è quando la gente senza talento arrivare a luoghi solo a causa di legami con i "potenti". Sto parlando di persone che non hanno cultura, ma hanno ancora il potere di decidere chi sarà o no il progresso nella vita. – Le persone Unprofessional (non professionali, ndr.) in posti di lavoro che non possono gestire farmi arrabbiare.

Gli applausi alla fine di ogni spettacolo ti comunicano il rispetto e l’amore dei tuoi fans. Descrivi un momento difficile della tua carriera.

Tutto procedeva per il verso giusto, avevo una vita felice, successo teatrale, quando nel 2004 ho cominciato a soffrire di depressione – non riuscivo a dormire. Sono andato da uno psicologo che alla fine mi ha fatto capire qualcosa di straordinario: a volte quando non ti rendi conto di aver raggiunto il tuo sogno diventi disorientato. E ‘come raggiungere la vetta di una montagna in una giornata nebbiosa – sei pronto a piantare la tua bandiera, ma non sai dove. Capii allora che quando finalmente pensi di aver raggiunto l’apice, la cosa migliore da fare è ritornare alla valle e selezionare un’altra montagna, magari più ripida, e ripetere lo stesso processo stesso più volte, migliorando la tecnica e andare sempre più in alto.

A chi ti rivolgi quando sei sul palcoscenico? Chi o cosa è nel tuo cuore?

Non mi rivolgo a nessuno in particolare. Salgo sul palcoscenico e comincio a lavorare. Come chiunque, ci sono momenti in cui non sono in vena di lavorare, ma devo – anche perché non posso mai ammalarmi. Devo cosi mettere la maschera, clicco un interruttore immaginario nel mio cervello, tiro una cordicina per sorridere, e comincio a lavorare.

Sei sempre in giro per il mondo, ma dov’è hai casa? 

La mia casa è a Torino, che adesso è una bella città. Per molti anni è stata manipolata dalla Fiat in quanto sede principale della fabbriche. Comunque quando l’industria automobilistica è andata in crisi, ci siamo accorti come Torino aveva altre attrazioni oltre la Fiat, come per esempio, l’architettura barocca. Poi, nel 2006 abbiamo ospitato le Olimpiadi invernali lì. Torino è stata vestita a festa ed èallora che ci siamo davvero resi conto di quanto fosse bella la nostra città. Io vivo in una casa del 18° secolo che, ovviamente, è piena di magia e trucchi! Ho muri che si muovono, tra cui una libreria girevole – è un po’ un posto alla Indiana Jones.

Cosa farai dopo Change? 

Chance a Londra è un sogno che avevo seguito per due anni. Ho portato i miei spettacoli in paesi di lingua francese, spagnola ed italiana, ma per avere successo nel mondo dello spettacolo è necessario lasciare un’impronta a Londra o New York. Abbiamo scelto il posto piu’ difficile che è Londra, la cui critica e’ stata positiva. Il mio spettacolo sara’ al Teatro Garrick fino al gennaio 2010.
Il mio prossimo sogno e’ senz’altro New York. Tuttavia, bisogna anche dire che se le mie forze non dovessero reggere, allora farei il regista.

Che cosa è la speranza per Arturo Brachetti?

La speranza è l’energia invisibile che ci aiuta tutti i giorni.

"arturo"Ma come si trova questa energia invisibile? 

Non sono una persona religiosa. Sono tuttavia, spirituale. Credo in un’energia positiva e se investi in qualcosa di buono, qualcosa di buono ti verrà incontro – forse non arriverà dalla stessa persona a cui l’hai data. Per esempio, puoi aver investito molta energia nel tuo lavoro che non ti ricompensa nello stesso contesto lavorativo, ma può ricompensarti con un affetto. E può anche accadere che dare affetto a qualcuno che ne ha bisogna, ti porta a ricevere un bel regalo da quella persona, insomma un qualcosa di cui tu hai veramente bisogno. Buone cose accadono a chi fa del bene. Se sei una persona cattiva, to accadranno cose cattive. Ad esempio, vedi i boss mafiosi in Italia. Sì, avranno un sacco di soldi e proprietà, ma ora che molti di essi sono in prigione, le loro famiglie sono distrutte; e se non sono in carcere, sono sempre a guardarsi le spalle.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.